Amianto Ilva: né lavoro, né pensione. A rischio il reddito di centinaia di lavoratori
I parlamentari liguri di entrambi gli schieramenti si sono impegnati a presentare un emendamento all’interno del disegno di legge sui lavori usuranti che dovrebbe salvaguardare la certificazione di esposizione all’amianto e quindi il diritto dei lavoratori di usufruire dei benefici previdenziali; nello stesso tempo è stata resa nota la volontà del sottosegretario al Welfare Pasquale Viespoli di convocare un tavolo tecnico con l’INAIL nazionale per cercare di sbloccare una situazione che sta diventando insostenibile; sono centinaia infatti i lavoratori dell’ILVA che sino ad oggi si vedono negata l’applicazione della legge 247/07 che prevede il prolungamento dell’esposizione all’amianto sino al 2003. Questa stessa normativa trova piena applicazione all’ILVA di Taranto, mentre qui a Genova si nega ai lavoratori il diritto ad andare in pensione e la cosa è tanto più grave perché si tratta di lavoratori in cassa integrazione costretti a vivere con un reddito di 800 euro al mese e con grosse incognite sul loro futuro occupazionale. Tutto questo accade in una città in cui il “problema amianto” è una questione molto seria che ha visto i lavoratori pagare un prezzo altissimo in termini di salute: sono gli stessi dati Inail infatti che ricordano come negli ultimi 20 anni i casi di mesotelioma pleurico accertati siano stati oltre 1.500. Pur prendendo atto del dimostrato impegno della Prefettura e dei parlamentari liguri resta alta la preoccupazione in quanto siamo ancora distanti da una soluzione positiva e idonea a sanare questa vicenda restituendo serenità ai lavoratori interessati e alle loro famiglie. Pertanto nei prossimi giorni continuerà la mobilitazione fino all’ottenimento di risultati concreti.
Armando Palombo Antonio Perziano Rsu Fiom Ilva Segretaria Camera del lavoro di Genova
Genova, 23 novembre 2009 |