Ilva. Trattativa: comunicato sindacale

 

Dopo il comunicato sindacale fatto immediatamente al termine dell’incontro del 14 scorso, in cui giudicavamo negativa la risposta aziendale alle richieste della piattaforma, in particolare sul salario, torniamo per un esame più dettagliato sulle risposte dell’azienda.

La premessa di quadro, che l’azienda ha fatto in risposta alla nostra piattaforma, parte dalle conseguenze della crisi finanziaria in atto, con i riflessi contingenti che sta avendo, con un rallentamento dei mercati e una indeterminatezza sulle prospettive future.

Sostenendo che le nostre richieste erano compatibili con la situazione del luglio scorso, in cui si era in presenza di una crescita di fatturato e di utili, con una domanda sostenuta (il 29 luglio, l’azienda parlò di 4 anni di record successivi, con il dato del giugno 2008 superiore a quello del 2007).

Per l’azienda, oggi la situazione è profondamente cambiata, e “dato che la contrattazione integrativa si fa sulle previsioni sul futuro, e solo marginalmente sul pregresso, non ci sono margini economici per le richieste, in particolare salariali, che voi fate”.

Noi contestiamo radicalmente questa impostazione, i profitti record fatti in questi anni non vengono cancellati dalla situazione contingente, quindi una parte deve essere ridistribuita comunque ai lavoratori attraverso la contrattazione di 2° livello.

Per quando riguarda poi il modo di affrontare le prospettive della situazione produttiva, nella nostra piattaforma, abbiamo sostenuto che, pur in una situazione positiva della siderurgia, emergevano tuttavia delle criticità (questioni ambientali, riduzione delle emissioni di CO2, energia, materie prime). Abbiamo sostenuto che: Questa situazione non può essere affrontata pensando di recuperare sul costo del lavoro o scaricandone i costi sull’ambiente; e indicato alcune linee di intervento: “Se la siderurgia, italiana ed europea, vuole continuare ad avere un ruolo industriale guida, deve proseguire ad innovare nei processi e nei prodotti, deve mettere in atto politiche lungimiranti, per attenuare gli impatti ambientali e, per quanto riguarda le produzioni, mirare soprattutto all’incremento della qualità di prodotti ad alto valore aggiunto, piuttosto che delle quantità”.

Sulle strategie, sulle scelte di politica industriale e di investimento, per fronteggiare le prospettive produttive, non abbiamo sentito considerazioni esaustive da parte dell’azienda, ma solo dichiarazioni generiche: “la valutazione delle prospettive per le prossime settimane è difficile da farsi, un riavvio dei mercati si può ipotizzare che ci sarà, anche se non si sa quando, ma sicuramente con prezzi dei prodotti finali più bassi”.

Su queste parti, a partire dal prossimo incontro, intendiamo avere precise risposte dall’azienda.

Per quanto riguarda i successivi punti:

- Orario di lavoro. (indennità) Per l’azienda, il “disagio” per la lunga permanenza in fabbrica è già regolata da un accordo del 1989 e il CCNL già interviene sulla materia, tuttavia per l’azienda, l’argomento, al di là delle quantità, può essere discusso, ma andrebbero chiusi tutti i contenziosi.

- Premio di Risultato. Qui c’è invece un problema di principio. Per l’azienda, non si possono rivedere i meccanismi di costruzione del Premio, come noi abbiamo chiesto (dato che, secondo l’azienda, il 90% del valore del Premio sarebbe garantito). Altro problema è l’appiattimento della curva di calcolo il premio, su questo potrebbe essere avviato un confronto.

- Mensilità aggiuntiva. Questa richiesta viene respinta. Perchè sarebbe un aumento completamente fisso che per, l’azienda, non rientra nei criteri attualmente in vigore.

- Indennità. Per quanto riguarda straordinari, indennità turni, ecc. l’azienda riconosce che ci sono delle situazioni sperequate e quindi si potrà vedere.

- Investimenti e Relazioni industriali. Sulle richieste per diverse procedure di informazione, per l’azienda una migliore informativa generale si può fare, ma con meccanismi utili e non retorici. Le discussioni sui piani di investimento, in particolare a Taranto e a Genova, solitamente vengono affrontati nei territori con il coinvolgimento più ampio anche delle Istituzioni locali, pur cui c’è il rischio che una discussione a livello nazionale diventi un confronto minore.

Secondo l’azienda, sulle questioni ambientali e delle emissioni di co2 ci sono contatti stretti tra i due principali sistemi industriali europei (Confindustria tedesca e italiana) e che lo stesso avviene anche sindacalmente. Abbiamo precisato che le posizioni delle imprese e quelle del sindacato divergono su questa materia.

Rispetto alla ridefinizione delle norme sul raffreddamento del conflitto, per l’azienda non è possibile prevedere percorsi sanzionatori in caso di inosservanza aziendale, a meno ché il sindacato non rinunci al diritto di sciopero (questa ci è parsa una provocazione).

- Occupazione. Nello scorso integrativo si era definito un intervento progressivo sui contratti non stabili (intendendo tutti quelli che hanno un rapporto diverso dal tempo indeterminato), per una loro progressiva riduzione. L’azienda dichiara che in quasi tutti gli stabilimenti siamo lontani dalla % massima di contratti non stabili prevista dall’accordo del 2003, ma che la percentuale del 16% non può essere ridotta.

Si conviene invece sulla possibilità di discutere gli organici strutturali, a livello di ogni stabilimento.

- Appalti. L’azienda è disponibile a fornire maggiori informazioni al sindacato, sulle attività appaltate e sulle ditte coinvolte, ma non intende costituire un tavolo a livello territoriale, per discutere di un bacino qualificato di aziende.
Alcune attività appaltate possono essere reinternalizzate, mentre le attività di appalto continuativo dovrebbero essere meglio regolamentate, ma prevedere tra i criteri per le gare il divieto di subappalto sarebbe un vincolo troppo grosso.

- Sicurezza. Va bene l’istituzione del RLS di sito e disponibilità a discutere dell’istituzione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e l’Ambiente (RLSA) a fronte della disponibilità alla partecipazione alla attività di formazione e controllo. Occorre darsi delle regole per il controllo delle ditte terze che necessariamente è complesso per l’ampiezza della struttura.

Disponibilità ad estendere le informazioni e il coinvolgimento degli RSL, ad esempio estendendo il canale di informazioni che vengono fornite al N.O.I., la cui organizzazione operativa va riverificata anche con il coinvolgimento delle OO.SS..

La possibilità di interrompere un lavoro pericoloso è già stabilità dalla legge, ma non è possibile definire delle procedure.

- Sulla Formazione, disponibilità alla discussione, sull’Inquadramento, l’azienda chiede proposte più specifiche da parte nostra, ma obietta che non ci può essere automatismo tra formazione e crescita professionale; mentre non vi sarebbero preclusioni di principio al riconoscimento dell’inquadramento per le sostituzioni e i rimpiazzi, si tratterà di approfondire il confronto.

- Su Logistica e Servizi, il confronto potrebbe avvenire a livello di sito.

- Decorrenza. Da ultimo, l’azienda ha precisato che non è disponibile ad accogliere la richiesta di decorrenza dal 1 gennaio 2008.

Da queste risposte complessive deriva il nostro giudizio negativo sulla posizione espressa dall’azienda e rinnoviamo l’appello ai lavoratori di tutti i siti Ilva a sostenere con forza la piattaforma che insieme abbiamo presentato.

 

Fim, Fiom, Uilm nazionali
 

Roma, 21 ottobre 2008