Conferenza dibattito sul tema

Ilva a Taranto

Condizioni di lavoro e prospettive industriali

Venerdì 27 maggio 2005

auditorium circolo masseria Vaccarella - Q Paolo VI (Taranto)

programma

Si è svolta a Taranto l’assemblea della Fiom provinciale sui temi della salute e della sicurezza nello stabilimento Ilva. L’assemblea si è svolta in concomitanza con lo sciopero, proclamato dalla Fiom nell’acciaieria dell’Ilva, per protestare contro la decisione dell’azienda di procedere unilateralmente in cambiamenti dell’organizzazione del lavoro. Lo sciopero ha avuto un’adesione del 70%.

L’assemblea della Fiom, a cui hanno partecipato circa 200 tra lavoratori e delegati, è stata introdotta dalla relazione del segretario provinciale Francesco Fiusco. Fiusco ha sottolineato l’importanza della riuscita dello sciopero, che ha visto la Fiom agire da sola nonostante la questione dell’organizzazione del lavoro sia centrale sul terreno delle relazioni sindacali. La Fiom di Taranto ha poi chiesto alle altre organizzazioni sindacali di realizzare assemblee in tutto lo stabilimento Ilva per affrontare complessivamente i problemi della sicurezza e della organizzazione del lavoro. Nel corso del dibattito, vivo e assai partecipato, sono intervenuti Rsu Fiom di tutta l’Ilva, che hanno in particolare sottolineato i gravi problemi di salute e sicurezza esistenti nello stabilimento. Molti interventi hanno poi denunciato il clima di pressione e intimidazione che l’azienda esercita, soprattutto verso i nuovi assunti che entrano in azienda con contratti di tipo precario. Il segretario provinciale della Cgil di Taranto, Gianni Forte, ha denunciato i ritardi dell’azienda verso i problemi di compatibilità ambientale. “L’ecocompatibilità dello stabilimento Ilva – ha affermato Forte – è una questione centrale per lo sviluppo industriale di Taranto e di tutta l’Italia, e l’azienda non può metterla in secondo piano.” Il segretario della Cgil ha inoltre denunciato l’assenza di trasparenza nella politica di assunzioni dell’azienda, che produce un clima di ricatto e una gestione clientelare nella forza lavoro, sui cui bisogna fare piena luce.

Il segretario nazionale della Fiom, Giorgio Cremaschi, concludendo l’assemblea, ha sottolineato l’importanza dell’Ilva di Taranto nel patrimonio industriale italiano. Con quasi 16.000 operai tra dipendenti diretti e appalti, oggi l’Ilva è il primo stabilimento industriale del paese. “È un patrimonio di grandissimo valore – ha detto Cremaschi – che va salvaguardato e sviluppato. Ma proprio per questo, al centro dello sviluppo dello stabilimento ci deve essere la difesa della salute e della sicurezza dei lavoratori e il rispetto per l’ambiente. Investire oggi sulla sicurezza non è un costo, ma un guadagno per il futuro. Significa rendere compatibile la realtà industriale tarantina con un più alto livello di competitività. I soldi spesi oggi sulla salute e sulla sicurezza saranno risparmiati domani e renderanno l’azienda più sicura anche sul piano industriale.”

“Tuttavia – ha continuato il segretario nazionale della Fiom – oggi non siamo in questa realtà. L’azienda continua a mettere la produttività davanti alla sicurezza e alla salute dei lavoratori ed è per questo che c’è il conflitto. Per noi la salute viene, in ogni caso, al primo posto. Non siamo più disposti ad accettare che l’azienda rifiuti di contrattare l’organizzazione del lavoro. Non siamo più disposti ad accettare un atteggiamento formalmente disponibile sulla sicurezza a cui corrisponde, nella pratica, una gestione aziendale tesa a intimidire i lavoratori e ad aumentare i loro rischi.”

Cremaschi ha quindi detto che ci sarà un impegno straordinario della Fiom nazionale sullo stabilimento Ilva di Taranto, per affrontare tutte le questioni relative al suo futuro. “Vogliamo la siderurgia a Taranto, e vogliamo una siderurgia sicura e avanzata – ha concluso. Per questo saremo intransigenti nell’applicazione delle norme di sicurezza e, soprattutto, chiederemo ai lavoratori di pretendere il loro rigoroso rispetto. Riteniamo inaccettabili le pratiche antisindacali dell’azienda e il ricatto continuo che essa rivolge verso i nuovi assunti, finché hanno un contratto precario. D’ora in poi sullo stabilimento dell’Ilva di Taranto, la più importante fabbrica italiana, faremo in modo che siano concentrate l’attenzione delle istituzioni, dell’opinione pubblica, dei mezzi d’informazione.”

A conclusione del convegno si è quindi deciso di definire un programma di attività della Fiom a Taranto che abbia al centro la ripresa della contrattazione in azienda, partendo dai problemi di salute e di compatibilità ambientale. Su questi temi la Fiom chiederà alle altre organizzazioni sindacali di svolgere un programma di assemblee e di discussioni nel Gruppo, anche per confrontare democraticamente le differenze di decisioni e comportamenti, che sono emersi di fronte alle scelte unilaterali dell’azienda.

La Fiom ha inoltre chiesto un impegno particolare delle istituzioni sullo stabilimento di Taranto. Questo sia rispetto ai problemi di tutela dei lavoratori, sia al futuro industriale del centro siderurgico. Su tutti questi temi la Fiom ha deciso di dare il via a una campagna di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica tarantina e pugliese.

 

Taranto, 27 maggio 2005