Maggio 2012. L’introduzione alla pagina iniziale del Settore siderurgia è un sommario flash sullo stato del settore e resta per diverso tempo, (l’ultimo era dell’aprile 2009 e si può vedere di seguito). Oggi possiamo confermare quanto detto nella nostra conferenza nazionale della siderurgia del novembre 2011 (si possono vedere i documenti nella sezione Materiali) “La siderurgia è stata da sempre considerata un settore anticipatore dei cicli economici (tra i primi a rallentare, ma anche tra i primi a rimettersi in moto con i primi segnali di ripresa), con un andamento relativamente lineare. Oggi non è più così, incertezza e volatilità caratterizzano anche la produzione e i consumi dei prodotti siderurgici, che tuttavia a livello mondiale continuano a crescere. Il 2011 aveva visto una buona ripresa fino a tutto il primo semestre, dopo l’estate è cominciata una tendenza al ribasso che, secondo tutti gli osservatori, avrà un trascinamento negativo sul primo semestre del 2012….”

Nonostante alcuni dati più tranquillizzanti sulla produzione siderurgica italiana nel primo trimestre, (aumento dei prodotti piani; aumento delle esportazioni; insieme ad una riduzione dei prodotti lunghi…) la situazione non è brillante.

Condividiamo l’affermazione, sostenuta da molti osservatori, secondo la quale «Questa non è una crisi congiunturale. È un cambio di paradigma».

La situazione occupazionale ha contenuto le perdite soprattutto grazie ad accordi per un accorto utilizzo degli ammortizzatori incluso i contratti di solidarietà (si vedano anche i dati del prospetto pubblicato sull’andamento degli ammortizzatori sociali a fine aprile 2011).

Tuttavia, se siamo di fronte ad un “cambio di paradigma” molte cose dovrebbero cambiare, ma in assenza di politiche industriali coordinate (anche da parte del Governo) e di strategie innovative, in particolare su prodotti di maggior qualità e valore aggiunto, sull’efficienza energetica, sulla riduzione degli impatti ambientali (da parte delle aziende) la siderurgia italiana ed europea sarà sempre più in difficoltà.

Per questo rinnoviamo con più forza la richiesta Governo Italiano di convocare un Tavolo sulla siderurgia, che vada oltre il confronto nell’ambito dell’Osservatorio siderurgico, per definire alcune linee di politica industriale per il settore, che sostanzino l’affermazione che si vuole difendere la qualità e la capacità produttiva della siderurgia italiana, con misure vincolanti per tutti gli operatori del settore.

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Aprile 2009. La crisi finanziaria e poi economica che si è estesa ormai a livello globale, arrivando ad una grave recessione, ha evidentemente i suoi effetti anche nel settore siderurgico. Anche per questo è necessario ragionare la sommaria presentazione di questa sezione del sito, che era fatta sui dati del 2007, punta più alta dello sviluppo del settore e che ha fatto registrare anche i più alti profitti (lasciamo di seguito il vecchio testo anche come confronto).g

Secondo molti osservatori, quello siderurgico, sarebbe un settore anticipatore dei cicli economici, quindi tra i primi a risentire dei rallentamenti ma anche tra i primi a rimettersi in moto appena ci fosse una ripresa (nei prossimi mesi potremo verificare dal vivo la correttezza di questa teoria).

Nel 2008, il rallentamento è avvenuto in particolare a partire dall’ autunno e la produzione mondiale di acciaio grezzo è stata di 1.329,7 milioni di tonnellate, con un calo del -1,2% rispetto al 2007. La produzione è diminuita in quasi tutti i principali paesi, compresa UE, Nord America, Sud America e la CSI , solo in Asia e in Medio Oriente è continuata una crescita, in particolare in Cina, India e Sud Corea.

In Europa, per quanto riguarda il 2009, nel primo trimestre la produzione e l’utilizzo della capacità produttiva degli impianti è del -30%, con punte di riduzione anche del 40 – 50%. I lavoratori interessati alla riduzione produttiva (attraverso la cassa integrazione o che addirittura hanno perso il posto) sono il 20% del totale. Le aziende lamentano una caduta degli ordini, in particolare, nel settore dell’auto e degli elettrodomestici e denunciano il pericolo di forti importazioni in particolare dalla Cina, che continua a produrre avvalendosi anche di agevolazioni statali, appena ci sarà una ripresa. Anche le previsioni più ottimiste parlano di un leggero recupero produttivo solo a fine 2009 o forse solo nel 2010.

In questa situazione, come sindacato ci battiamo in particolare su due versanti:

- si devono mantenere gli impianti e conservare l’occupazione e il reddito di tutti i lavoratori interessati alle riduzioni produttive con la copertura per tutti i contratti (a termine, apprendisti, interinali) della cassa integrazione a rotazione o di altre misure come i contratti di solidarietà (escludendo quindi qualsiasi ipotesi di esuberi strutturali) per  tutelare questi lavoratori, non perdere le professionalità acquisite e le capacità del sistema produttivo, in vista della ripresa;

- si deve qualificare l’apparato produttivo attraverso una politica di investimenti adeguata sui processi, incluso gli interventi ambientali ed energetici, e sull’innovazione dei prodotti. Non va dimenticato che, al di là del rallentamento produttivo attuale, l’Italia continua ad essere un importatore netto di acciaio (di varie tipologie e qualità) e che la competizione coi paesi emergenti può essere fatta solo sull’innovazione e la qualità.

Per questo abbiamo chiesto (in questo caso anche in accordo anche con Federacciai) la convocazione di un tavolo politico presso il Ministero dello Sviluppo Economico per affrontare la situazione complessiva della siderurgia in Italia, per esaminare adeguate politiche industriali per il settore, per incentivare la ricerca e l’innovazione, sia da parte pubblica che delle aziende e delle loro associazioni, anche facendo decollare la “Piattaforma Tecnologica Acciaio”, sulla quale il sindacato è interessato al confronto.

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Gennaio 2008 Il settore siderurgico è uno dei settori trainanti dell’economia mondiale. Al di là dei segnali di rallentamento economico, la produzione mondiale di acciaio grezzo nel 2007 è continuata a crescere, ha raggiunto 1,344 miliardi di tonnellate, con un aumento del 7,5% rispetto all’anno precedente.

L’Asia è stato il continente più attivo con un aumento del 12%, la sola Cina rappresenta il 36% dell’intera produzione mondiale.

Aumenti produttivi così intensi generano tensioni sull’andamento dei prezzi delle materie prime che poi si ripercuotono sui prezzi finali.

Anche l’Unione Europea nel 2007 ha registrato una crescita, sono state prodotte 209,5 milioni di tonnellate di acciaio, pari al 15,6% del totale mondiale.

La siderurgia italiana, nel 2007 ha mantenuto un andamento positivo con una produzione pari a 32,5 milioni di tonnellate di acciaio, praticamente stabile sull’anno precedente, ma va considerato che il settore in Italia è cresciuto negli ultimi quattro anni del 18%.

Per la particolare struttura produttiva del nostro paese, l’Italia si colloca al primo posto del consumo pro-capite di acciaio (660 Kg. per abitante) rispetto alla media europea (450 Kg). Seguono gli USA con (425 Kg), la Cina con (300 Kg). In Europa ci confermiamo il secondo produttore e consumatore di acciaio, dopo la sola Germania.

Nel 2007 il settore siderurgico italiano si colloca ai vertici del sistema economico nazionale, con 100.000 addetti (diretti e indiretti), circa 39.000 nella sola siderurgia primaria, e un fatturato di oltre 45 miliardi di Euro, con ampi margini nei profitti, ed è al secondo posto nella siderurgia europea.

Dal punto di vista imprenditoriale, il settore è rappresentato da Federacciai, che conta 150 aziende associate che realizzano e trasformano oltre il 95% della produzione italiana di acciaio.