Contro la dismissione dello stabilimento ENI di Livorno

 

Come Fiom siamo da tempo mobilitati, e abbiamo già speso scioperi e manifestazioni, per chiedere al Governo il blocco dei licenziamenti, il raddoppio della cig ordinaria, il mantenimento degli investimenti, la salvaguardia dei siti produttivi; e alle aziende, di assumersi la responsabilità sociale nei confronti dei territori che le ospitano, per il rispetto delle maestranze, dell'ambiente e delle acque che sfruttano.

Sarebbe davvero paradossale che ENI, partecipata dal governo, dismettesse la raffineria di Livorno vendendo ad altri. Qui ci lavorano più di 800 persone, fra diretti e imprese d'appalto, inoltre c'e' una economia che e' cresciuta e si e' sviluppata con la raffineria, c'e' una provincia, nella quale dal sito produttivo di ENI deriva parte rilevante del reddito complessivo.

Come metalmeccanici livornesi e' da tempo che stiamo lottando contro questa sciagurata ipotesi di vendita della raffineria, ed oggi al fianco dei lavoratori chimici abbiamo dichiarato lotta ad oltranza con blocchi e manifestazioni. Noi non ci fermeremo, perchè la nostra battaglia e' la battaglia, la sopravvivenza di una città, del futuro industriale di una regione dell'Italia.


 

Livorno 9 settembre 2009

 

Il Giorno 17 settembre alle ore 17 è convocato il tavolo al Ministero con la presenza di ENI e delle Organizzazioni Sindacali, delle Istituzioni locali, provinciali e regionali.

Nel frattempo la fabbrica si è fermata e continua il presidio. Valuteremo la situazione dopo l’incontro.

ENI non può abbandonare il sito produttivo.
 

Fiom/Cgil Livorno

 

Livorno, 14 settembre 2009