Asi Robicon: comunicato delle Segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm

 

Si è tenuto nelle giornate di mercoledì 2 e giovedì 3 novembre c.a. l’incontro con la Direzione di ASIRobicon sul piano industriale presentato nelle scorse settimane al Ministero delle Attività Produttive.

In apertura dell’incontro le organizzazioni sindacali Fim Fiom Uilm ed il coordinamento nazionale delle Rsu, dopo aver ribadito la contrarietà ad interventi traumatici sui siti produttivi e sull’occupazione, ha richiesto all’azienda:

  • l’illustrazione dettagliata della situazione finanziaria: sia corrente sia in relazione al debito accumulato nei passati esercizi finanziari; in particolare l’impegno dell’azionista per finanziare attività ed investimenti in ASIRobicon.
  • Le previsioni di mercato, i prodotti, le attività dell’azienda  ed i volumi produttivi previsti nei diversi siti.
  • Gli interventi organizzativi sulla struttura aziendale in relazione all’accorpamento delle funzioni di staff.
  • Le motivazioni della scelta di chiudere lo stabilimento di Trieste.
  • Il dettaglio degli investimenti previsti.

Le risposte aziendali hanno confermato quanto contenuto nel piano industriale e sono risultate insufficienti e contraddittorie in particolare sul reale impegno dell’azionista di sostenere le attività industriali.

Il disegno organizzativo, le scelte sulle attività ed i prodotti non appare sufficientemente chiaro ed incisivo per realizzare un’unica ed integrata realtà aziendale e per rilanciarla sul mercato.

Inoltre le pesanti ricadute occupazionali risultano contraddittorie con le dichiarazioni di consolidare, se non di incrementare i volumi produttivi in un mercato in crescita.

A questo proposito l’azienda ha confermato la presenza di 200 esuberi che per quanto riguarda i lavoratori dipendenti risultano cosi suddivisi:

  • Motori, generatori e drives: 110 di cui 60 tra Monfalcone e Trieste e 50 a Milano.
  • Sistemi industriali e automazione: 75 di cui 40 a Vicenza e 35 a Genova.
  • Funzioni centrali: 15 a Milano.

Fim Fiom Uilm ed il coordinamento sindacale considerano non accettabile: la consistenza delle eccedenze dichiarate; il mantenimento della volontà di chiudere Trieste e l’assenza sia di chiarezza sia di certezze sulle scelte che dovrebbero garantire la continuità dell’azienda.

Serve un forte impegno finanziario dell’azionista che sia contestuale all’avvio del piano industriale che renda credibile il salvataggio e lo sviluppo dell’azienda attraverso il rientro finanziario del debito verso i fornitori e la realizzazione degli investimenti.

Serve un piano industriale che sia in grado di garantire tutti i siti produttivi, di rendere efficiente l’azienda e di svilupparla senza penalizzare l’occupazione. 

Per sostenere questi obiettivi il confronto dovrà essere sostenuto dalla mobilitazione dei lavoratori attraverso lo sciopero dello straordinario e delle flessibilità e con l’effettuazione di due ore di sciopero da realizzarsi entro il 14 novembre prossimo.

Il confronto con l’azienda proseguirà in Assolombarda a Milano il 14 novembre p.v.

 

 Fim, Fiom, Uilm nazionali

Milano, 3 novembre 2005