Alcoa. Gravissima la decisione di chiudere Portovesme e di non ritirare i licenziamenti


 

Nel corso dell’incontro tenutosi oggi, 13 gennaio a Roma, presso il ministero dello Sviluppo Economico sull’annuncio di chiusura della multinazionale, con la messa in mobilità delle maestranze dello stabilimento di Portovesme dell’Alcoa, l’azienda ha confermato tutto quanto già comunicato.

La decisione presa dall’Alcoa, se non dovesse essere modificata, cancella un sito produttivo in un territorio con un già alto tasso di disoccupazione, cancella più di un migliaio di posti di lavoro e un’intera filiera produttiva che avrebbe ricadute su tutto il sistema produttivo italiano.

L’Alcoa ha stracciato gli accordi presi in sede ministeriale il 17 maggio 2010 e ha unilateralmente aperto la procedura di mobilità e, al termine dell’incontro, ha confermato tutte le volontà già espresse con l’arroganza di chi è indisponibile al negoziato oltre ad aver ritrattato la volontà di tenere aperti gli impianti per i prossimi 6 mesi.

Se le premesse accettate dal Governo sono il mantenimento dell’occupazione e il ruolo strategico dell’alluminio del sistema industriale italiano chiediamo:

‐ il ritiro della procedura di mobilità;

‐ il mantenimento della produzione;

‐ l’apertura urgente di un tavolo presso la Presidenza del Consiglio.

Per queste ragioni diffidiamo l’Alcoa da qualsiasi scelta che metta in discussione l’approvvigionamento delle materie prime e la continuità produttiva.

Vista la gravità della situazione metteremo in atto tutte le azioni di lotta utili.

Fim, Fiom, Uilm nazionali

 

Roma, 13 gennaio 2012