Pensioni. Cremaschi (Fiom): “Dai dati dell’inchiesta Fiom sulle condizioni di lavoro l’aumento dell’età pensionabile è un attentato alla salute delle donne” Dichiarazione di Giorgio Cremaschi, Segretario nazionale Fiom-Cgil e coordinatore dell’inchiesta Fiom sulle condizioni dei metalmeccanici.
“I dati che escono dall’inchiesta della FIOM sulle condizioni di lavoro e di vita di circa 100mila metalmeccaniche e metalmeccanici parlano chiaro. Dalle risposte che danno le oltre 20mila operaie e impiegate intervistate emerge una condizione di svantaggio su tutti gli aspetti della condizione lavorativa. Anche quando le condizioni di lavoro sono pessime per tutti, per le donne sono sempre peggiori.” “Le donne – sia operaie che impiegate – guadagnano in media 200 euro in meno dei loro colleghi uomini; sono sempre inquadrate nei livelli più bassi (circa il 70% delle operaie non supera il 3° livello; allo stesso modo, il 70% delle impiegate non supera il 5°); hanno più spesso contratti di lavoro precario e con percorsi di precarietà relativamente più lunghi; il loro lavoro è persino più monotono, ripetitivo e parcellizzato di quello degli operai uomini (il 90% delle operaie e il 53% delle impiegate svolge un lavoro ripetitivo); i loro ritmi di lavoro più incessanti e più spesso vincolati alla velocità di una macchina; i loro margini di controllo sulla prestazione di lavoro minori (il 37% delle operaie non può fare una pausa se ne ha bisogno).” “La loro è come è noto una doppia fatica: tra famiglia e lavoro, una operaia su tre lavora oltre 60 ore a settimana. Così, soltanto 16% delle operaie intervistate pensa che potrà continuare a fare lo stesso lavoro di oggi quando avrà 60 anni; il 22% non sa rispondere; ben il 62% sa fin d’ora che non ce la farà.” “Da questi dati emerge che già oggi per tante operaie ed impiegate la pensione a 60 anni è una meta già difficile da raggiungere. Allungare oltre significa attentare alla salute di tante donne che lavorano davvero e duramente.”
Roma, 17 dicembre 2008 |