da "il manifesto"
del 5 novembre 2006
Proposta
inaccettabile per la Fiom
Sabina Petrucci: «Daremo battaglia a Bruxelles. Ma
si muova anche la politica»
Carla Casalini
Una delle posizioni più decise contro lo
stravologimentro dell’orario di lavoro è quella della Fiom, il
sindacato italiano dei metalmeccanici Cgil. «Non poteva finire che
così», commenta la responsabile Fiom per l’Europa, Sabina Petrucci, di
fronte all’ipotesi della nuova Proposta finalndese. Il compromesso al
ribasso votato dall’europarlamento, in effetti, rischiava di sboccare in
un ulteriore peggioramento, una volta arrivato nelle mani della
Commissione, dei governi, di altri interessi.
«Noi continueremo a dare battaglia e a fare pressione sui parlamentari
italiani perché i diritti dei lavoratori e le condizioni di lavoro e vita
di milioni di persone in Europa siano tutelate, e abbiano voce»,
garantisce Petrucci. E di fronte all’eventualità di una accelerazione
nella riunione di Bruxelles martedì prossimo, la dirigente sindacale
annuncia: «la Fiom farà pressione sulla Fem, la Federazione dei
sindacati metalmeccanici europei, perché si possa prendere una posizione
comune chiara, prima di martedì».
Già il «compromesso» votato dal parlamento europeo era stato subito
dichiarato «inaccettabile» dalla Fiom - a differenza delle posizioni
più possibiliste di altri sindacati - perché prevedeva una possibile
flessibilità di «48 ore settimanali» di lavoro per 12 mesi , nonostante
prescrivesse l’obbligo della contrattazione, perché nei fatti
permetteva di prolungare per un intero anno l’orario. Così come l’opt
out, previsto anche solo per 3 anni, «minava alle fondamenta la
contrattazione collettiva, e la rappresentanza collettiva, dei
lavoratori», sottolinea Petrucci.
Su due punti in particolare la Fiom fissa i suoi obiettivi
imprescindibili: eliminazione dell’opt out; e riduzione del periodo di
flessibilità a 48 ore per un massimo di 4 mesi. Certo, la battaglia non
sarà semplice, giacché già la stessa posizione della Cgil ci pare un po’
più "morbida", per non parlare della blanda critica della
europea Ces, che per strada si è ulteriormente stinta.
Con Petrucci, discutiamo della strada minacciosa perseguita dai vertici di
Bruxelles. «La discussione in Europa e nella Commissione - conferma - su
alcuni temi che coinvolgono i diritti dei lavoratori sta diventando
preoccupante. E sarà presto in discussione anche la Direttiva sul
«distacco dei lavoratori». Per intenderci, se ad esempio una società
croata vince un appalto in Italia, e vi «distaccano» i suoi dipendenti,
potrebbe regolarli con i, più bassi, salari e diritti della legge croata.
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