Gli effetti
del piano Fiat Governo: 2.894 licenziamenti
E’ questo il drammatico risultato a cui è giunta l’applicazione del piano di Fiat e Governo del dicembre 2002. Oltre le dichiarazioni,la cruda realtà è rappresentata da questa tabella:
Oggi,
30 luglio, al ministero del Lavoro Fim, Uilm e Fismic hanno firmato la mobilità
proposta da Fiat e Governo che, di fatto, accetta il piano che unitariamente era
stato rifiutato il 5 dicembre 2002. Questo piano prevede ben 2.100 lavoratori in
mobilità lunga. Fatto
ancora più grave è che, con questa operazione, Torino perde altri 1.867 posti
di lavoro e si impoverisce drammaticamente la struttura industriale torinese,
così come quella di Milano, Frosinone (Cassino) e Palermo. Siamo
sempre in assenza di un piano industriale che dia prospettive e sviluppo
all’industria dell’auto, a partire da Torino. I
licenziamenti non aiutano a mantenere l’auto in Italia. E’ per questo che riteniamo grave che altre organizzazioni abbiano pensato di aderire a quanto proposto dall’Azienda, anche perché il piano presentato dal nuovo amministratore delegato, il cosiddetto “Piano Morchio”, già prevede ulteriori esuberi, sia per l’auto che per le altre aziende del gruppo Fiat - Comau, Magneti Marelli, Iveco, Case New Holland - per altri 2.800 addetti. Noi
pensiamo invece che si debba richiedere un tavolo di trattativa con il Gruppo
Fiat per ridiscutere un piano industriale che porti sviluppo e non
licenziamenti, con un intervento pubblico ed istituzionale che garantisca il
mantenimento di un’industria italiana dell’auto. Per
questi motivi a settembre, visto che ora tra Cassa integrazione e ferie le
fabbriche sono chiuse, riprenderemo, nel Gruppo Fiat, le iniziative di lotta su
questi temi.
Fiom-Cgil nazionale Roma, 30 luglio 2003
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