MARCONI Communications

Marconi Selenia Communications

 Comunicato sindacale 

Il 30 gennaio 2003, si è tenuto a Marcianise il Coordinamento nazionale di Marconi Communications e Marconi Selenia Communications per analizzare la vertenza ancora aperta al tavolo della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Dopo un’ampia discussione alla quale hanno partecipato i rappresentanti di tutti gli stabilimenti, all’unanimità si è convenuto e ribadito che:

1.    la vertenza, presso la Presidenza del Consiglio, resterà aperta fino a quando il radiomobile (Ote) e l’accesso (Mma di Chieti e Genova) non avranno trovato una soluzione, che garantisca le prospettive occupazionali. Durante tale periodo l’azienda NON dovrà compiere atti unilaterali.

2.    Dal tavolo “tecnico” della Presidenza del Consiglio è rimasto aperto – perché non c’è accordo – il problema dello stabilimento di Marcianise. 

Le Organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm ribadiscono, che le variazioni apportate dall’azienda al piano industriale comportano coerentemente una necessità di abbattimento costi equivalente a non più di 200 lavoratori.

L’azienda invece continua a sostenere la necessità di elevarli a 300.

Su questa diversità di posizioni, le Organizzazioni sindacali hanno chiesto al governo di trovare una soluzione d’intesa con l’azienda per assicurare allo stabilimento di Marcianise volumi produttivi atti a garantire la prosecuzione dell’attività.

Si tratta di mettere in sicurezza lo stabilimento, per evitare che una riduzione massiccia dei volumi alteri negativamente il rapporto fra costi fissi e di gestione con il costo del prodotto finale. Il governo si è impegnato a trovare una soluzione.

3.    Il governo deve continuare a essere parte attiva perché a Ote e Mma sia trovata velocemente una soluzione soddisfacente e adeguata. Troppo tempo è passato. Cominciano a essere evidenti i danni sul piano commerciale e produttivo che l’incertezza sulla proprietà sta procurando, in particolare a Ote.

4.    Restano aperti con l’azienda sia la questione della durata degli strumenti che gli strumenti stessi da adottare.

Il Coordinamento a tale proposito ribadisce che l’azienda nel piano fa riferimento a 18 mesi e non a tre anni.

Le Organizzazioni sindacali sono impegnate a difendere prioritariamente l’occupazione ma anche il reddito dei lavoratori. Per tale motivo, le Organizzazioni sindacali hanno chiesto l’applicazione dei Contratti di solidarietà. Se il sacrificio da affrontare per abbattere i costi, a causa dell’abbassamento del fatturato, è suddiviso su un numero maggiore di lavoratori, il peso, il danno economico che ogni singolo lavoratore dovrà sopportare sarà inferiore. Inoltre minore sarà il danno alla professionalità con una riduzione dei tempi di allontanamento dal posto di lavoro.

Ovviamente ciò significa che le Organizzazioni sindacali escludono sin da ora la possibilità di arrivare a un accordo a zero ore.

Se l’azienda ha già fatto delle LISTE ha fatto un lavoro INUTILE.

5.    Il tempo che intercorrerà fino alla convocazione del governo sarà utilizzato per approfondire con l’azienda i termini della gestione del piano industriale. Fermo restando che all’accordo completo si arriverà SOLO quando tutti i problemi rimasti aperti saranno positivamente risolti.

6.    Poiché - a oggi – non è prevedibile una soluzione PRIMA della metà di febbraio, per i lavoratori ex Cigo dovrà essere previsto il rientro al lavoro fino a quando non si perverrà a un accordo.

 

Segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm

Coordinamento nazionale Fim, Fiom, Uilm

Roma, 31 gennaio 2003