NOTA INFORMATIVA DELLA SEGRETERIA NAZIONALE DELLA FIOM-CGIL SUGLI INCONTRI CON FEDERMECCANICA  

La Federmeccanica, quando non attacca il diritto di sciopero e non pone pregiudiziali non ha nulla da dire sulla piattaforma sindacale tranne che la parola “no”.

Si sono svolti due incontri importanti per capire l’andamento delle trattative per il rinnovo del Ccnl. Il 24 febbraio si è svolto un incontro ristretto a livello tecnico sul salario. Il 26 febbraio si è svolto un incontro a delegazioni piene sull’orario e sui diritti. In entrambi questi incontri sono emerse posizioni della Federmeccanica di chiusura totale verso le rivendicazioni presentate dalla Fiom.

Sul salario la Federmeccanica non ha ancora definito una controproposta, comincerà a farlo il 5 marzo nell’incontro previsto, ma ha già annunciato che per essa il massimo del salario disponibile per il contratto è contenuto all’interno di 4,3 punti di aumento. Tale dato è determinato dal recupero della differenza tra inflazione reale e inflazione programmata del periodo 2001-2002, e dall’inflazione programmata del 2003-2004. La Federmeccanica adotta un’inflazione programmata assolutamente non credibile e vuole far pagare a tutti i metalmeccanici i costi dell’accordo separato stipulato solo con Fim e Uilm.

Tradotta in cifra, visto che il valore punto è 15,65 euro al V livello, le posizioni della Federmeccanica comporterebbero un aumento massimo di 67,29 euro lordi nel biennio.

La Fiom ha chiarito nell’incontro del 24 la composizione della richiesta presentata di 135 euro eguali per tutti.

Il 2,3% è dovuto al recupero integrale della differenza tra l’inflazione programmata e quella Istat per il 2001-2002. Il 5% è dovuto alla stima per l’inflazione 2003-2004 (oggi l’inflazione Istat viaggia a una velocità doppia di quella programmata), la quota ulteriore, pari a circa l’1,3%, è data dalla redistribuzione di una quota di produttività media di settore. E’ bene sottolineare che la Federmeccanica nell’incontro tecnico ha ammesso che nel medio periodo si può parlare di una produttività media pari al 2% all’anno, ma ha anche affermato che essa non è andata alle imprese, ma al mercato e quindi non può essere rivendicata dai lavoratori.

Nell’incontro del 26 la Fiom ha illustrato le richieste su orari, malattia, tutela della salute in fabbrica, diritti per i lavoratori migranti, diritti per i trasfertisti e per i lavoratori soggetti a reperibilità, diritti sindacali e individuali.

Sul tema degli orari la Fiom, oltre che a sostenere le proprie richieste di riduzione d’orario per i lavoratori che operano con turni più disagiati e di un sistema più rispettoso dei diritti delle persone, nella gestione degli orari, negli straordinari, e nel part-time, ha chiesto alla Federmeccanica di mantenere inalterata la formulazione del contratto per quanto riguarda la definizione degli orari massimi settimanali e giornalieri. E’ infatti in discussione presso il governo un decreto attuativo di una direttiva europea sull’orario che scardina i contratti nazionali, dichiarando decadute le norme sugli orari massimi dopo un anno dalla scadenza dei contratti.

La Fiom ha detto alla Federmeccanica che quanto contenuto nell’articolo 18 (!) della norma in via di definizione rappresenta un attacco inaccettabile al diritto dei lavoratori all’orario certo e ha sottolineato che contrarie a essa si sono dichiarate tutte le organizzazioni sindacali. Per la Fiom il contratto deve rimanere inalterato e la Federmeccanica deve assumere l’impegno a conservare l’attuale formulazione sugli orari di lavoro. Infine, la Fiom, ha ribadito che la festività del 2 giugno deve essere considerata riposo senza che questo intacchi in alcun modo il monte ore di permessi per riduzione d’orario, come del resto hanno già affermato diverse sentenze della Magistratura.

La Federmeccanica si è riservata di rispondere a molte delle nostre richieste, tuttavia ha già preannunciato alcuni “no” senza mediazioni. Sulla riduzione d’orario, sul miglioramento del trattamento di malattia, sul miglioramento della banca ore, su tutto ciò che ha un costo la Federmeccanica ha preannunciato il suo rifiuto. Inoltre l’organizzazione degli industriali si è pubblicamente riservata di avvalersi della possibilità offerta dalle nuove norme di legge di rivedere gli orari settimanali e giornalieri.

Negli incontri previsti per il 4 e 5 marzo si affronteranno i temi dell’inquadramento professionale e del salario e si farà un primo approfondimento anche delle materie già discusse.

Il 12 marzo alle ore 15.00 si svolgerà, invece, un incontro di sintesi nel quale la Federmeccanica presenterà le sue risposte su tutti i punti della piattaforma.  

Sinora le posizioni della Federmeccanica non solo sono lontanissime dalle richieste della piattaforma, ma si presentano come prive di qualsiasi dimensione negoziale. La Federmeccanica non ha in nessun modo mostrato una disponibilità alla trattativa, ma ha presentato le proprie posizioni come assolutamente prive di margini di negoziato. Questo non solo con i “no” alle richieste sindacali, ma anche là ove si prefigurano elementi di una vera e propria contropiattaforma. L’atteggiamento degli imprenditori è così sintetizzabile: “Se è così bene, altrimenti è così lo stesso”.

E’ chiaro che il permanere di questa linea della Federmeccanica mette in discussione la stessa funzione dello spazio negoziale previsto dalle regole contrattuali, in quanto esso non viene utilizzato minimamente per avvicinare le posizioni, ma per riproporre continuamente dei diktat. La Fiom valuterà, a partire dalla riunione dei suoi organismi nazionali, lo stato profondamente preoccupante della trattativa e le iniziative necessarie per rivendicare alla Federmeccanica l’apertura di un vero negoziato.

 

La Segreteria nazionale della Fiom-Cgil