Comunicato
delle Segreterie nazionali
Fim, Fiom, Uilm
Sciopero
generale dei metalmeccanici, venerdì 15 aprile 2005
In preparazione dello sciopero del 15 aprile, si invitano le strutture sindacali a realizzare il massimo coinvolgimento delle delegate, dei delegati, delle lavoratrici e dei lavoratori con assemblee e attivi territoriali. La situazione dell’industria metalmeccanica è attualmente segnata da una serie di difficoltà e crisi aziendali che coinvolge gran parte del settore. Quotidianamente vengono annunciate chiusure di stabilimenti o riduzione di attività con il conseguente ricorso alla cassa integrazione, alle procedure di mobilità e ai licenziamenti collettivi. Interi
settori industriali, a partire da quello automobilistico, sono oggi a
rischio e questo colpisce l’occupazione sia direttamente sia
indirettamente indebolendo complessivamente la capacità produttiva
della nostra economia. Paghiamo
oggi le conseguenze di scelte sbagliate, in primo luogo, degli
imprenditori, ma anche la mancanza di adeguate politiche industriali
negli ultimi 10 anni, decisamente aggravate dagli indirizzi
dell’attuale Governo: - pochi
investimenti, spesso anche inadeguati; - il
proseguire acriticamente, in una fase di grandi cambiamenti a livello
mondiale, in un modello di sviluppo, il “piccolo è bello”, che
inevitabilmente avrebbe mostrato i propri limiti; - la
debolezza, salvo rare eccezioni, della piccola e media industria in
materia di finanza, commercio mondiale, ricerca ed innovazione; - la
scelta delle grandi imprese italiane di sfuggire alla competizione,
acquistando aziende nei servizi e nelle reti (telefonia, autostrade,
ecc.) e cedendo le attività manifatturiere; - la
politica di privatizzazioni, che quasi mai si è preoccupata del disegno
industriale di medio lungo termine degli acquirenti e che spesso si è
risolta in una cessione di capacità tecnologiche, produttive e
professionali a multinazionali straniere; - la
scarsa attenzione delle Istituzioni nazionali e locali ad una politica
di sostegno dell’industria, con fatti concreti come infrastrutture,
iniziative di formazione, sostegno alla ricerca e all’innovazione. Conseguentemente
una parte consistente dell’industria metalmeccanica si trova oggi
stretta dalla concorrenza dei paesi emergenti, con la conseguenza di
perseguire politiche di bassi salari, precarietà e peggioramento delle
condizioni di lavoro, in carenza di quegli elementi (innovazione di
prodotto e di processo, qualità) che invece permettono lo sviluppo
dell’industria negli altri paesi avanzati. E’
quindi necessaria una svolta con una ridefinizione di ruolo e funzione
dell’intervento pubblico. Per
questo chiediamo alle Associazioni imprenditoriali e al Governo,
l’apertura di un confronto sulla situazione dell’industria
metalmeccanica che affronti sia i temi generali inerenti la qualità
dello sviluppo che quelli di natura settoriale, a partire dalle
situazioni più critiche e nello stesso tempo a maggiore valenza
strategica per l’assetto industriale: l’industria automobilistica,
in primo luogo, importante sia dal punto di vista delle ricadute
tecnologiche che da quello occupazionale, la siderurgia e le
telecomunicazioni. Per
quest’ultimo settore, per porre rimedio al disastro che hanno generato
in questi anni imprenditori improvvisati, multinazionali con
atteggiamenti predatori e comportamenti arroganti dei
gestori/committenti, è certamente necessario un ruolo attivo del
Governo e dello Stato che consenta di ricomporre la situazione e di
avere un polo nazionale nelle TLC. Le
inaccetabili logiche di chiusura degli stabilimenti italiani e delle
delocalizzazioni vanno contrastate anche con misure legislative che
rendano meno convenienti siffatte manovre finanziarie. Occorre
inoltre: -
estendere la copertura degli ammortizzatori sociali per tutte le imprese
e per tutti i lavoratori (superando perciò anche i vincoli della Bossi
– Fini), affiancandoli con una adeguata strumentazione in termini di
diritto/dovere alla formazione e all’aggiornamento professionale; - ridurre
e superare, con percorsi definiti contrattualmente, il ricorso a forme
precarie di rapporti di lavoro per sancire nella concretezza
l’affermazione “che la forma normale di rapporto di lavoro è a
tempo indeterminato”. Per
queste ragioni, contro la chiusura di stabilimenti e i licenziamenti, e
per una nuova politica industriale, Fim, Fiom e Uilm promuovono uno
Sciopero Generale di 4 ore per tutta la categoria per il giorno venerdì
15 aprile 2005, le cui modalità saranno definite localmente. Roma,
21 marzo 2005 |