Gli ultimi dati confermano il grande successo dello sciopero del 16 maggio. Si organizzano nuove lotte. La Fiom rinnova la richiesta di referendum e predispone la tutela legale dei lavoratori contro i danni dell’accordo separato.

Tutti i dati affluiti alla Fiom sulla giornata di lotta del 16 maggio, con i risultati dei secondi e terzi turni e di quelli del sabato successivo, confermano ed accrescono il successo dello sciopero.

Nonostante il sostanziale oscuramento della giornata di lotta da parte di molti mass media, il messaggio della sua riuscita è giunto ai lavoratori, che, nei turni successivi a quello della mattina del 16 maggio, hanno in generale scioperato in misura maggiore che nei turni precedenti. Si conferma così un’adesione capillare allo sciopero che ha visto complessivamente un’adesione della categoria attorno al 70% e che soprattutto ha toccato tutti i siti e grandissima parte delle aziende coinvolte nel contratto metalmeccanico.

Nella giornata del 16 maggio sono stati svolti in tutt’Italia oltre 50 presidi e manifestazioni, che hanno visto la presenza di decine di migliaia di metalmeccanici.

Il successo della giornata di lotta è il segnale che la vertenza non è conclusa e che i metalmeccanici intendono andare avanti per conquistare un vero contratto.

La Segreteria nazionale della Fiom oltre che esprimere soddisfazione per il successo di questo primo sciopero, conferma il pacchetto di 16 ore da realizzare entro fine mese assieme allo sciopero delle prestazioni straordinarie. Ulteriori iniziative verranno assunte dal Comitato Centrale convocato per il 23 maggio prossimo.

La Segreteria nazionale della Fiom ribadisce che la sola consultazione democratica in grado di rappresentare tutti i metalmeccanici è un referendum nel quale tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, senza distinzione di tessera sindacale, possano esprimere il loro giudizio, per tutti vincolante, sull’accordo separato. Il rifiuto della Fim e della Uilm di tale consultazione, è l’evidente segno che queste organizzazioni temono di veder sconfessato il proprio operato dal voto.

La consultazione riservata solo agli iscritti delle organizzazioni firmatarie, che rappresentano meno di un quarto della categoria, non può certo sostituire il pronunciamento democratico di tutti i metalmeccanici. Nè può valere per il contratto nazionale un inesistente principio del “silenzio assenso”, da parte di tutti gli altri lavoratori. La Fiom inviterà tutti i metalmeccanici a non sottoscrivere alcuna forma di autodissociazione dal contratto separato, per la sua insignificanza formale e per i rischi di lesione della libertà di opinione dei lavoratori che essa comporta.

Il contratto firmato dalla Fim e dalla Uilm resta privo di legittimità sostanziale, perché non sottoscritto dall’organizzazione maggioritaria e non sottoposto al voto di tutta la categoria. Per questo la Fiom darà indicazione in tutte le fabbriche di considerare le erogazioni salariali dell’accordo come una prima quota delle spettanze dovute per il rinnovo del contratto, quota che dovrà essere assegnata a tutti i lavoratori senza discriminazione alcuna, pena la violazione delle norme che reprimono la condotta antisindacale.

Per quanto riguarda tutte le parti normative, invece, esse non potranno avere valore erga omnes, soprattutto là ove dovessero comportare condizioni peggiorative. La Fiom diffiderà tutte le aziende dall’applicare sugli orari, sulla flessibilità, sui diritti norme peggiorative del contratto sottoscritto nel 1999 e non ancora rinnovato. 

La Segreteria nazionale della Fiom, valuterà inoltre tutte le iniziative necessarie a fare sì che sul contratto nazionale dei metalmeccanici converga, da parte dell’opinione pubblica, dei mezzi di comunicazione di massa, delle istituzioni, l’interesse che corrisponde alla portata della vertenza e dei problemi democratici che essa pone.

 

 

Segreteria nazionale Fiom

Roma, 19 maggio 2003