Per
il rispetto degli accordi
La prevista verifica sullo stato di applicazione dell’Accordo 28
ottobre 2000 è iniziata il 14 e 15 maggio, a Roma, presso la sede della
Confindustria. Il confronto si è sviluppato in sessione plenaria e in
commissioni per approfondire la verifica relativamente alle aree in cui è
suddivisa Fincantieri (navi da crociera, navi militari, navi da trasporto) e
alle aziende consociate (Cetena e Isotta Fraschini). Al termine le parti,
constatata la notevole distanza delle rispettive valutazioni sull’applicazione
dell’accordo e la necessità di ulteriori approfondimenti su punti specifici,
hanno deciso che è necessario proseguire il confronto.
A
giudizio del coordinamento nazionale Fim, Fiom, Uilm, il confronto ha dimostrato
che l’accordo non è stato ancora applicato in alcune sue parti fondamentali
(organici, appalti e sicurezza). Mentre sul salario le ricadute per i lavoratori
non corrispondono al reale andamento della produttività, che si è tradotto in
un brillante risultato del bilancio nel 2001, chiuso con un attivo di 46 milioni
di euro.
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L’organico del gruppo Fincantieri è oggi formato da 8.798
lavoratori, 732 in meno dei 9.530 che l’accordo aveva stabilito di raggiungere
entro il 31 dicembre 2001. L’azienda dice che la causa di questo scarto sono
gli esodi per amianto (1.242, il doppio di quelli previsti dall’azienda). A
questo punto, anche per previsioni di mercato meno positive, l’azienda indica
un nuovo livello dell’organico, per il 2002, di 9.390 unità. Fincantieri, però,
ha dichiarato di voler procedere alla cessione di rami d’azienda per le
fotostampe e le paghe e stipendi (110 addetti) e di proseguire nell’esternalizzazione
di altre attività (servizi vari, information tecnology, manutenzione non
di produzione) per circa altri 200 addetti, non effettuando il turn over.
Alla fine, quindi, l’obiettivo dell’azienda è un organico inferiore alle
9.200 unità. Questo dato dimostra che l’azienda, che non ha rispettato finora
gli impegni assunti con l’accordo, punta ora a rendere strutturale questa
riduzione degli organici. L’azienda, inoltre, ha proposto per i cantieri che
non hanno un carico di lavoro consistente di assumere lavoratori interinali.
Il
coordinamento nazionale Fim, Fiom, Uilm ha dichiarato una totale indisponibilità
a concordare misure di outsourcing e di ulteriori esternalizzazioni in
un’azienda che è già anche troppo esternalizzata. Procedere in questa
direzione significherebbe mettere a rischio lo stesso profilo industriale di
Fincantieri, che non può essere trasformata in un’azienda commerciale. Il
coordinamento ha respinto anche qualsiasi ipotesi di ricorso al lavoro
interinale in un gruppo che, attraverso i contratti di formazione lavoro,
utilizza già strumenti di flessibilità in una misura molto larga.
Il
coordinamento ha ribadito che gli impegni assunti debbono, in tempi certi,
essere rispettati. Questo vale anche per i programmi di investimento il cui
ritardo, in particolare a Sestri, rischia di compromettere l’adeguamento
impiantistico necessario per la costruzione delle navi da crociera.
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L’insufficienza degli organici ha provocato un aumento degli appalti.
La stessa azienda ha ammesso che gli appalti in deroga sono molto al di sopra
del tetto del 25% fissato dalla legge e dagli accordi. E’ evidente che, se non
viene ripristinato l’organico previsto dall’accordo del 2000, la situazione
attuale che l’azienda giustifica come inevitabile ma transitoria, è destinata
a diventare strutturale.
L’ultimo
gravissimo incidente di Marghera, per il quale l’azienda non è stata in grado
di fornire una ricostruzione attendibile, dimostra quanto sia necessario
intervenire per ristabilire anche per questi lavoratori il rispetto dei diritti
fondamentali, a partire da quello alla sicurezza. A questo proposito
l’azienda ha ammesso che a oggi solo una piccola parte delle ditte di appalto
hanno un sistema di timbrature che consenta di controllare l’effettivo orario
di lavoro dei dipendenti delle terze ditte. Oggi Fincantieri riconferma
l’impegno, già assunto nell’accordo, a far sì che tutte le ditte abbiano
le timbrature. Ma, nello stesso tempo, respinge la richiesta di estendere anche
a Marghera e Monfalcone, le realtà più esposte, il Protocollo di legalità
sperimentato positivamente a Palermo.
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Per quanto riguarda il salario la verifica ha dimostrato che il
premio di programma funziona, ma per il premio di produttività si aprono
contraddizioni insostenibili. Si è molto allargata la forbice tra i cantieri
che hanno raggiunto i 34 punti e i cantieri che essendo ancora al di sotto dei
30 non hanno percepito nessun aumento previsto dall’accordo. Ma anche nei
cantieri dove la media è più alta, vi sono aree (e spesso si tratta dei lavori
più duri e faticosi) che restano molto al di sotto. Altre contraddizioni si
manifestano tra e nelle sedi delle direzioni navi.
A
fronte di questa situazione l’azienda ha proposto di allungare di altri 5
punti la scala del premio di produttività. Il coordinamento nazionale ha
giudicato non condivisibile una proposta che rischierebbe di allargare la
forbice salariale e ha dichiarato che presenterà, dopo una discussione
approfondita, una controproposta.
Infine,
l’azienda ha finalmente dichiarato che anche ai lavoratori in Contratto
formazione lavoro verrà riconosciuta la quota consolidata di salario legato
alla produttività. E si è resa disponibile a discutere dei cantieri a livello
più basso.
L’azienda
si è impegnata a un ulteriore confronto sulla situazione specifica di Isotta
Fraschini.
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Oggetto della verifica è stato anche il sistema delle relazioni
industriali. A questo proposito, si è registrato che un sistema che aveva
l’obiettivo di fornire alle Rsu strumenti e possibilità per intervenire non
sta dando i risultati attesi. Lo strumento principale – la scheda di commessa
– non contiene informazioni essenziali per poter poi sviluppare un’attività
di monitoraggio e controllo. Anche le commissioni funzionano solo in parte,
perchè non vengono utilizzate clausole dell’accordo che avrebbero dovuto
permettere alle Rsu, per esempio, di scomputare dal calcolo della produttività
di area ritardi di cui i lavoratori di quell’area non sono direttamente
responsabili.
Per
queste ragioni, quindi, il confronto deve proseguire con l’obiettivo di
ottenere il rispetto degli impegni sottoscritti. Le Rsu e le strutture Fim,
Fiom, Uilm considerano questo accordo molto importante, non dimenticano che i
lavoratori hanno espresso il loro consenso in una misura mai avvenuta prima, e
quindi non rinunciano a ottenerne una effettiva ed efficace applicazione.
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Il 23 maggio ci sarà l’ incontro annuale previsto
dall’art. 1 del Ccnl che servirà per avere ulteriori informazioni sulle
prospettive dell’azienda, sui carichi di lavoro, sugli sviluppi del processo
di privatizzazione e, quindi, garanzie sull’unità e l’integrità del
gruppo.
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Nella settimana successiva si terranno in tutte le unità del
gruppo le assemblee per informare i lavoratori sulla verifica in corso.
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Il 21 maggio si svolgerà in tutti i cantieri una giornata di
mobilitazione e di iniziative per la sicurezza in particolare per i lavoratori
delle terze ditte. Le Rsu e gli Rls effettueranno ispezioni sistematiche nelle
aree degli appalti, allo scopo di verificare tutte le inadempienze delle norme
contrattuali e di legge, esercitando una facoltà espressamente prevista
dall’accordo del 28 ottobre 2000.
Roma,
16 maggio 2002
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