Decreto Maroni: no della Fiom

 

La Segreteria nazionale della Fiom esprime un giudizio fortemente critico sull’impianto complessivo del decreto sulla ricollocazione al lavoro emanato dal governo.

Tale decreto, oltreché non affrontare nel merito alcune gravissime crisi industriali, definisce una strumentazione che in realtà copre semplicemente l’agevolazione ai licenziamenti. I lavoratori coinvolti, infatti, vedrebbero automaticamente rescisso il rapporto di lavoro e verrebbero instradati in un processo di ricollocazione privo di qualsiasi certezza e sottoposto a pesanti condizionamenti.

Per queste ragioni la Fiom , che non ha mai sottoscritto né intende sottoscrivere accordi che conducano ai licenziamenti collettivi e che è disponibile a usare la mobilità solo con l’adesione volontaria del lavoratore, non intende utilizzare questo strumento nei processi di ristrutturazione aziendale. Si potrà invece ricorrere alla strumentazione del decreto, solo nel caso in cui sia totalmente compromessa la continuità produttiva dell’azienda interessata, in situazioni fallimentari, là ove non ci sia nessuna possibilità di ripresa dell’attività. In questi casi la strumentazione del decreto, con attente valutazioni ed estrema cautela, potrà essere utilizzata per garantire ai lavoratori un reddito di sostegno in attesa di un’effettiva diversa ricollocazione.

 

La segreteria nazionale Fiom

 

Roma, 14 marzo 2006