No all’accordo separato
 

La Segreteria nazionale della Fiom esprime un giudizio complessivo profondamente negativo sull’intesa separata sottoscritta da Federmeccanica, Fim e Uilm. Nonostante gli sforzi, le proposte e gli ultimi appelli della Fiom perché non si giungesse a questo punto, così si colpiscono il salario, i diritti, la democrazia.

Nell’intesa viene recepito integralmente l’accordo separato del 15 aprile sul sistema contrattuale. Si apre così la via alle deroghe al contratto nazionale, e più in generale alla limitazione dei diritti. Già ora il testo sottoscritto da Fim e Uilm colpisce l’autonomia della contrattazione a livello aziendale, predisponendo vincoli e procedure di controllo, conciliazione e arbitrato, che finora erano sempre stati respinti.

Per quanto riguarda il salario, il risultato è una svalutazione della funzione del Contratto nazionale. Un lavoratore di terzo livello riceverà, per il primo anno di vigenza contrattuale, poco più di 15 euro netti. D’altra parte la durata triennale del contratto non è accompagnata da alcuna forma certa di garanzia a tutela del salario in caso di crescita dell’inflazione. Viene cancellata una conquista storica dei metalmeccanici: la rivalutazione del valore punto per gli aumenti contrattuali. Così si programmano sin d’ora aumenti contrattuali ancor più bassi di quelli finora ottenuti.

L’accordo non risponde in alcun modo alla richiesta, fatta propria dalla Fiom, ma diffusa in tutte le aziende metalmeccaniche, di interventi d’urgenza contro la crisi e i licenziamenti. Al contrario, esso rinvia tutta la materia al nuovo ente bilaterale, nel quale confluiranno fondi di cui non è chiaro in alcun modo né l’utilizzo né la funzione.

Ma questi e altri punti sono ancora meno gravi della violazione delle più elementari regole di democrazia, che è contenuta nella stessa stipula di questo accordo. Il Contratto nazionale, firmato unitariamente nel 2008, è ancora in vigore ma Fim e Uilm l’hanno unilateralmente disdettato, pur rappresentando solo un terzo dei metalmeccanici.

La Segreteria nazionale della Fiom chiede pertanto in modo formale alla Fim e alla Uilm di effettuare tra tutte le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici un referendum, ove si possano confrontare, in modalità rigorose e trasparenti, le ragioni del sì e del no all’accordo separato, e il cui risultato sia vincolante per tutti. Se Fim e Uilm rifiuteranno questa proposta si assumeranno la gravissima responsabilità di espropriare le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici del loro contratto nazionale.

La Federmeccanica, che assieme alla Confindustria ha scelto la via dell’accordo separato, si assume a sua volta l’onere di aver perseguito un’intesa dannosa per i lavoratori, utilizzando le difficoltà della crisi. E’ una scelta miope, che segnala l’incapacità della Federmeccanica e della Confindustria di affrontare la crisi economica in maniera diversa dal passato, rispettando i diritti e le esigenze del mondo del lavoro.

La Fiom non lascerà nulla di intentato per contrastare gli effetti di questa intesa e per riconquistare con i lavoratori un contratto nazionale degno di questo nome.

Il Comitato Centrale della Fiom è stato convocato martedì 20 ottobre per decidere tutte le iniziative necessarie ad affermare il diritto dei lavoratori metalmeccanici al contratto e alla democrazia.


 

Segreteria nazionale Fiom


 

Roma, 15 ottobre 2009