COMUNICATO SEGRETERIA NAZIONALE

 

La Fiom: ancora negative le posizioni della Federmeccanica sul contratto nazionale.

Alla Fim e alla Uilm: evitiamo con la democrazia un accordo separato disastroso per i lavoratori.

Assemblee in tutte le fabbriche, avviata l’organizzazione della cassa di resistenza.

Si è svolto il 7 aprile il nuovo incontro della vertenza per il per il rinnovo Ccnl Federmeccanica.

L’organizzazione degli industriali si è presentata ancora una volta con posizioni di sostanziale chiusura rispetto alle richieste della piattaforma presentata dalla Fiom.

La Federmeccanica ha rinnovato il sostanziale rifiuto a mettere regole che riducano la precarietà del lavoro e che diano ai lavoratori maggiori certezze nell’accesso ai contratti a tempo indeterminato.

Tra rifiuti immotivati e esaltazione delle nuove norme legislative, che estendono la precarizzazione del lavoro, gli industriali metalmeccanici si preparano a rivendicare l’ulteriore peggioramento dei diritti del lavoro. La sola disponibilità mostrata è relativa a un generico percorso privilegiato verso il tempo indeterminato per una parte dei lavoratori assunti con contratto a termine. Questo escludendo qualsiasi limite temporale a tali contratti e rifiutando il discutere di tutte le altre forme di rapporto di lavoro atipico, dagli interinali ai Co.co.co..

Sugli orari di lavoro la Federmeccanica ha respinto la richiesta della Fiom di riduzione d’orario nei turni più disagiati e ha altresì rifiutato la richiesta di nuove regole sullo straordinario e di privilegiare i contratti di solidarietà nella gestione delle crisi aziendali. Gli industriali hanno inoltre chiesto di discutere su come recepire nel contratto le nuove normative di legge che prevedono la flessibilità plurisettimanale degli orari di lavoro.

Sull’inquadramento unico le aziende hanno respinto tutte le richieste della Fiom e risposto alla Fim e alla Uilm con la proposta di una commissione nazionale che studi la riforma dell’inquadramento.

Sulla formazione la Federmeccanica ha proposto di assorbire sostanzialmente il diritto allo studio nell’ambito della formazione professionale aziendale e di istituire enti bilaterali nazionali con apposite forme di finanziamento.

Sui diritti la Federmeccanica ha respinto gran parte delle richieste contenute nella piattaforma della Fiom.

Sul salario le aziende hanno riconfermato il 4,3% come perimetro della trattativa, facendo intendere però che qualche aggiustamento, nell’ambito delle definizioni governative dell’inflazione programmata, potrebbe essere possibile. In ogni caso le risposte delle aziende resterebbero lontanissime dalle richieste della Fiom.

La Federmeccanica, ha ribadito il no a redistribuire produttività nei contratti nazionali, come chiede la Fiom, o a discutere nella sede del contratto nazionale di regole che garantiscano una quota di salario aggiuntiva a chi non fa la contrattazione aziendale (come chiesto da Fim e Uilm).

All’insieme delle posizioni negative della Federmeccanica, la Fiom ha risposto che ciò che è davvero inaccettabile è la cancellazione di interi capitoli della piattaforma. Negoziare significa esprimere giudizi e valutazioni  su ognuna delle richieste e non rispondere con rifiuti immotivati. La logica del “no perché no” non rappresenta un modo utile per affrontare questioni che sono comunque parte decisiva della vita e dei problemi sia delle aziende che dei lavoratori. In ogni caso la Fiom si è dichiarata disponibile a proseguire il negoziato e il nuovo incontro è stato fissato per il 17 aprile, preceduto dal lavoro delle commissioni.

La Fiom ha nuovamente sollevato al tavolo di trattativa la questione della rappresentatività negoziale. A tale scopo la Segreteria nazionale della Fiom ha chiesto con una lettera alla Fim e alla Uilm di incontrarsi. E’ evidente, infatti, che con queste posizioni degli industriali, c’è il rischio che lo stesso istituto del Contratto nazionale venga messo in discussione. Tra l’altro la Fim e la Uilm hanno fatto la proposta di un documento comune delle parti che chieda alle Confederazioni di cambiare il sistema contrattuale. E’ questa una proposta che la Fiom giudica in modo negativo, perché costituirebbe un ulteriore tassello nell’opera di smantellamento del Contratto nazionale. Così pure la Fiom non accetta l’istituzione di Enti bilaterali frutto del Patto per l’Italia. Tutto l’andamento della trattativa e i temi stessi in discussione pongono la centralità del consenso democratico.

Un accordo di carattere normativo, che addirittura pensa di intervenire su strutture e diritti contrattuali, non può essere fatto esplicitamente contro l’organizzazione di maggioranza dei metalmeccanici o, in ogni caso, senza alcuna forma di verifica democratica del consenso.

La Fiom nazionale ritiene che una conclusione negativa sul piano normativo e la mancanza di democrazia nella vertenza possano mettere in discussione l’esistenza stessa del contratto nazionale.

Per queste ragioni la Segreteria della Fiom ha chiesto alla Fim e alla Uilm di trovare le modalità democratiche per evitare l’accordo separato e sta svolgendo in tutti i luoghi di lavoro assemblee nelle quali si discute con i lavoratori di tutte le forme di lotta che dovessero essere necessarie, nel caso di un’evoluzione negativa della vertenza.

Allo stesso tempo la Fiom ha dato l’avvio all’organizzazione della Cassa di resistenza, che dovrà contribuire a sostenere le lotte dei metalmeccanici.

 

La Segreteria nazionale Fiom-Cgil

Roma, 8 aprile 2003