Marconi Communications

 Comunicato sindacale delle segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm

 

La protesta dei lavoratori della Marconi aumenta. Oltre 2.100 posti di lavoro a rischio sui 3.700 in organico.

Un'azienda che dopo errori manageriali ciclopici non riesce a fare altro che ridurre il personale senza un'idea di riacquisizione di mercato e di rilancio della società high-tech.

Un'azienda ormai sotto il controllo delle banche creditrici che hanno imposto un piano industriale che divide la multinazionale in tre tronconi (Uk, Italia e Germania) e si dispone evidentemente a venderli per recuperare i crediti.

Una società che ha già venduto i gioielli di famiglia - Marconi Mobile - in Italia alla Finmeccanica, che compra il settore Difesa, metà del Radiomobile, tre quarti del settore Security e in una incomprensibile logica non industriale non compra anche la Ote di Firenze, la Mma di Chieti e Genova e lo stabilimento di Giugliano (Napoli).

Oggi i lavoratori di Marconi, compreso lo stabilimento di Latina (già comprato da Finmeccanica) hanno protestato con manifestazioni esterne a Genova, dove dopo un corteo interno hanno bloccato l’ingresso di Genova da Ponente. A Firenze i lavoratori in corteo hanno bloccato la stazione di Firenze-Rifredi e quindi l’alta velocità tra nord e sud. A Chieti hanno bloccato prima la stazione di Chieti-Scalo sulla linea adriatica e poi la strada. A Marcianise (Caserta) hanno bloccato la superstrada Caserta-Napoli. A Roma hanno bloccato l’autostrada per l’aeroporto di Fiumicino. A Latina hanno bloccato la superstrada Pontina.

Sono previste altre forme di lotta fino all’apertura del confronto alla presidenza del Consiglio dei ministri.

 

Fim, Fiom, Uilm nazionali

Roma, 5 dicembre 2002