La Segreteria nazionale Fiom: la Federmeccanica non può dichiarare
estinto il Contratto nazionale.

  

La lettera con la quale la Presidenza della Federmeccanica ha risposto alla richiesta della Segreteria nazionale della Fiom di riapertura del negoziato per il rinnovo del Ccnl 8 giugno 1999 è di una gravità sindacale e legale senza precedenti.

La Federmeccanica rifiuta l’incontro, assumendosi così la responsabilità della continuazione del conflitto. In questi giorni, le assemblee dei metalmeccanici stanno respingendo ovunque, con forza e passione, l’intesa separata realizzata tra la Federmeccanica, la Fim e la Uilm. E’ evidente che quell’accordo non soddisfa minimamente i lavoratori e non risolve la vertenza. Ma, fin qui, siamo nell’ambito di posizioni politiche gravi sul piano delle relazioni sociali, ma pur sempre tali.

Quando invece la Federmeccanica, di fronte all’evidente valore sindacale e legale della rivendicazione da parte della Fiom dell’ultrattività del Ccnl del 1999, risponde formalizzando il “recesso” da quel Ccnl, e ne proclama l’estinzione, siamo di fronte a una messa in discussione del diritto e di tutte le norme che regolano il rapporto di lavoro in Italia.

L’accordo del 7 maggio è fatto tra la rappresentanza delle aziende e organizzazioni sindacali di minoranza, prive del consenso dei lavoratori sul terreno specifico dell’intesa, sulla base di un testo contrattuale che all’art. 36 recita: “... in caso di disdetta il presente Contratto resterà in vigore fino a che non sia stato sostituito dal successivo Contratto nazionale”. La mancata validazione democratica e rappresentativa dell’accordo crea così le ragioni dell’ultrattività del testo del 1999.

La Federmeccanica, nei fatti, riconosce la validità di queste argomentazioni della Fiom e, per questo, decide il recesso da un testo contrattuale da esso sottoscritto, atto non previsto e non valido formalmente e di gravità politica e sociale senza precedenti.

E’ evidente che, così, si corre il rischio di ribaltare la fonte del diritto nelle relazioni sindacali e nei rapporti di lavoro: sarebbero le imprese e le loro associazioni a decidere della validità e della durata degli accordi e nessun altro.

Gravissima la responsabilità di Fim e Uilm nel prestarsi a operazioni di questo genere che, se non contrastate adeguatamente, potrebbero trasformare qualsiasi vertenza sindacale nella ricerca del migliore interlocutore disponibile per le imprese e, quindi, produrre la proliferazione di sindacati di comodo e di contratti pirata.

Per queste ragioni, la Segreteria nazionale della Fiom conferma le decisioni di lotta assunte con le 16 ore di sciopero articolate e con la giornata di mobilitazione nazionale del 12 giugno che dovrà essere ancor di più tesa ad affermare, di fronte a tutte le sedi delle associazioni industriali, la validità del Contratto del 1999 e la diffida alle aziende e alle loro rappresentanze a peggiorarne le normative.

La Segreteria nazionale della Fiom, inoltre, verificherà con i propri legali tutte le possibili conseguenze e ripercussioni delle decisioni assunte da Federmeccanica, ferma restando la decisione di tutelare in ogni impresa, sul piano legale, i lavoratori dagli effetti negativi dell’intesa del 7 maggio.

La Fiom procederà, con la stessa impostazione, anche rispetto all’accordo separato realizzato, il 29 maggio, tra Fim, Uilm e Confapi. Tale accordo, persino peggiorativo di quello del 7 maggio, è ancora meno legittimo in quanto nelle aziende Confapi la Fiom rappresenta la stragrande maggioranza dei lavoratori.

La Segreteria nazionale della Fiom sottolinea come l’assenza di democrazia sindacale stia producendo la legge della giungla nella principale categoria industriale del paese. Per questo, la Fiom rinnova la richiesta di essere ascoltata dal Presidente della Repubblica nonché l’impegno a realizzare, al più presto, iniziative che coinvolgano forze politiche e istituzioni per affermare il diritto costituzionale alla democrazia sindacale.

La Fiom conferma l’assoluta indisponibilità ad amministrare l’intesa separata e si impegna per la continuità della vertenza, anche a livello articolato, fino a quando i metalmeccanici non otterranno un vero rinnovo contrattuale da essi condiviso.

 

La Segreteria nazionale della Fiom

 

Roma, 4 giugno 2003