Comunicato sindacale delle Segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm su Marconi Communications Siamo
in un momento nevralgico nella vicenda della Marconi in Italia. La
crisi della multinazionale, perdurando la crisi del settore
telecomunicazioni, continua a produrre i suoi effetti. Gli
errori commessi dal management del gruppo si sono sovrapposti alla crisi
del settore portando la società sull’orlo della bancarotta finanziaria. La crisi del gruppo,
iniziata nella primavera del 2001, ha sinora comportato il licenziamento
di circa 8.000 lavoratori degli stabilimenti del Regno Unito e di
altrettanti negli Stati Uniti e nel resto d’Europa. Per ripianare parte
dell’immenso debito accumulato, la Marconi ha dovuto vendere i
“gioielli di famiglia”: il Medical, gli elettrodomestici e le attività
Strategic italiane. Le
banche creditrici hanno imposto pesanti condizioni di “risanamento”
per convertire il debito in azioni. Sono annunziate azioni fino a due mesi
fa escluse: riduzione degli investimenti in ricerca e sviluppo e
ridimensionamento delle attività core, compreso il servizio ai clienti.
E’
previsto quindi, stavolta, un pesante coinvolgimento delle realtà
italiane (Genova, Marcianise, Roma, Milano) nelle cosiddette “azioni
risanatrici”. Già
alla fine dello scorso anno, il management
italiano di Marconi ha denunciato un esubero strutturale in Italia
di 800 lavoratori. Come
Organizzazioni sindacali, facemmo intervenire anche il governo italiano
che condivise la nostra opposizione a provvedimenti strutturali in quanto
il settore tlc, nonostante l’attuale crisi rimane un settore in crescita.
Ancora
oggi abbiamo qualche centinaio di lavoratori in cassa integrazione
ordinaria sia a Genova che a Marcianise, oltre 450 hanno lasciato
l’azienda volontariamente e circa 180 sono stati avviati al
pensionamento. Abbiamo
pagato, e stiamo ancora pagando, un prezzo notevole per il
“risanamento” della Marconi anche se inferiore a quello pagato dai
lavoratori inglesi in particolare. Noi
pensiamo di dover assolvere a un dovere che dovrebbe essere, deve essere,
anche del management italiano di Marconi: Non
disperdere le capacità tecniche e umane dei lavoratori della Marconi
perché la ripresa del settore e della Marconi ci sarà! Il
managament ha l’obbligo deontologico e morale non solo di “risanare”
l’azienda ma anche di predisporre un programma di rilancio a breve. In
coerenza con queste nostre convinzioni e volontà si sappia che
respingeremo ancora con forza atteggiamenti aziendali inspirati a una
logica di tagli senza una pianificazione della ripresa. Fim Fiom Uilm nazionali Iacovino Troili Fiorito Roma, 4 novembre 2002 |