Riunione Amianto del 3 luglio

 

Si è tenuta giovedì 3 luglio la riunione nazionale della Fiom sui problemi relativi all’esposizione dei lavoratori al rischio amianto anche in relazione alle novità legislative intervenute.

Nella riunione, molto partecipata, erano presenti anche l’Inca nazionale e alcuni legali di riferimento della Fiom nazionale.

Tutti gli interventi dei compagni delle strutture hanno evidenziato un comune giudizio critico al decreto del 12 maggio 2008 con cui il Ministro del Lavoro ha dato attuazione all’art. 1, commi 20 e 21 della legge 247 del 2007, attraverso il quale i lavoratori che sono stati esposti all’amianto possono ottenere i benefici previdenziali previsti come parziale risarcimento della loro ex condizione lavorativa.

Il giudizio critico che è stato anche ribadito negli interventi dei legali, nasce in primo luogo da una valutazione estremamente negativa dell’operato del Ministro del Lavoro, che ha deciso di determinare, senza nessun preventivo confronto con le organizzazioni sindacali, al posto di un atto legislativo che doveva solo concretizzare quanto stabilito alla legge 247/07, cioè l’accesso di tutti i lavoratori che avevano visto riconosciuto l’esposizione all’amianto ai benefici previdenziali, un decreto confuso che senza fornire coerenti indicazioni all’INAIL demanda a quest’ultimo le decisioni.

Cosi, con un atto di natura amministrativa, senza motivarne le ragioni, è stato deciso che solo 4400 lavoratori hanno la possibilità di accesso ai benefici, determinando una differenziazione di diritti tra i lavoratori, non giustificata se non dall’argomento delle ridotte risorse finanziarie.

La situazione a fronte di questi provvedimenti di legge è per di più confusa e anche altamente discriminante, anche alla luce del prolungamento dei periodi di esposizione, nei confronti di tanti altri lavoratori che non hanno fatto domanda di riconoscimento all’esposizione.

La vicenda degli ex esposti all’amianto è ulteriormente aggravata da una generale assenza, come è stato denunciato da tutti gli interventi, di una vera sorveglianza sanitaria sul territorio per i lavoratori che sono stati esposti.

A fronte di questa situazione la Segreteria nazionale Fiom riconferma che la Fiom non considera affatto conclusa la “vicenda dell’amianto” in tutti i suoi aspetti, e che intende anche attraverso un percorso unitario con Fim e Uilm lanciare nelle prossime settimane una campagna nazionale, raccordata a iniziative da realizzare territorialmente affinché si determini quella utile pressione sul parlamento e sul governo, in particolare verso il Ministero del Welfare che ha la delega alla salute.

In questa ottica è necessario che le strutture regionali e territoriali anche con i legali di riferimento e se è necessario anche in raccordo con la struttura legale nazionale individuino possibili e concrete iniziative legali di carattere collettivo e/o individuali.

Senza illudere i lavoratori con facili promesse e giusto che gli stessi lavoratori interessati abbiano la possibilità di presentare o ripresentare le domande per ottenere il riconoscimento. La Fiom a tutti i livelli definirà poi il sostegno legale da attuare per le richieste.

La vicenda amianto deve ripartire dal danno alla salute dei lavoratori e delle persone. La Fiom intende operare lungo questa operazione insieme, alle Associazioni degli ex esposti all’amianto per riaprire tutto il contenzioso civile e penale.

A livello nazionale si costituirà il Coordinamento Amianto e le strutture Regionali e Territoriali interessate dovranno procedere allo stesso modo.

Alla fine di settembre una nuova riunione farà il punto su tutte le iniziative.

 

p. la Segreteria nazionale Giorgio Cremaschi

p. l’Ufficio S-A-S Maurizio Marcelli

 

Roma, 11 luglio 2008