Nota Fiom su sentenza Umbria Olii
Ancora una buona sentenza di un Tribunale, dopo quelle emesse nei confronti dei dirigenti della Thyssen, della Saras e di tante altre imprese, che con i loro comportamenti hanno ucciso dei lavoratori, che non solo riconferma il valore della “giustizia“ ma che può ulteriormente servire come “deterrente” per quelle aziende che non rispettano le norme di sicurezza sul lavoro, scommettendo sull’impunità e mettendo cosi a rischio la salute e la vita di tanti lavoratori. Ieri dopo 5 anni e un mese dalla esplosione che costò la vita a 4 lavoratori: Giuseppe Coletti, Tullio Mottini, Vladimiro Todhe, Maurizio Manili, impegnati in lavori di manutenzione presso la Umbria Olii a Campello sul Clitunno, vicino Spoleto, è stata riconosciuta la piena colpevolezza dell’imprenditore Giorgio del Papa, che è stato condannato per omicidio colposo plurimo a 7 anni e 6 mesi oltre che al risarcimento delle parti civili, compreso il sindacato e le famiglie dei lavoratori alle quali andrà più di 1 milione di euro. La sentenza non solo riconosce la colpevolezza dell’imprenditore, che con comportamenti assolutamente indifferente al rispetto delle norme, non informò i lavoratori dell’impresa di manutenzione, che nei serbatoi di olio era presente in grande quantità il gas esano, che ha proprietà esplodenti e dunque ne provocò la morte, ma di fatto lo condanna anche per i comportamenti successivamente avuti, che lo portò, per tentare di scaricare le responsabilità sui lavoratori, come fanno sempre le imprese, a chiedere il risarcimento di 35 milioni di euro alle famiglie dei lavoratori deceduti. Questa sentenza aiuta tutti gli Rls, la Fiom, la Cgil a continuare nella strada di una ferma difesa della salute e della vita dei lavoratori, senza accettare mai scambi tra la salute e il posto di lavoro o un più alta retribuzione, impegnando le imprese al rispetto assoluto delle norme in materia di sicurezza e a una effettiva prevenzione. Questa sentenza ci conferma ancora una volta la giustezza, là dove purtroppo si determinano infortuni gravi o mortali, di procedere senza tentennamenti alla costituzione della Fiom come parte civile, in quanto sono stati lesi i diritti individuali e collettivi dei lavoratori.
Roma, 15 dicembre 2011 |