Giorgio Cremaschi: è criminale, di fronte alla continua strage sul lavoro, l’ipotesi di ridurre le pene per chi viola la legge.
Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom e responsabile della salute e sicurezza ha rilasciato la seguente dichiarazione a commento dei nuovi infortuni mortali avvenuti nelle ultime ore.
Dopo i facili, dannosi ottimismi si conferma che la strage sul lavoro continua. E continua non solo nelle aziende più piccole e disorganizzate, ma nei grandi gruppi industriali. Tra i metalmeccanici in pochi giorni sono morti lavoratori alla Fiat, alla Fincantieri, all’Ilva e, incredibilmente ancora alla ThyssenKrupp. La continuità della strage, anche nella catena del lavoro delle grandi aziende, dimostra che al centro del danno al lavoratore sta un’organizzazione ove si opera in condizioni di precarietà, di eccesso di ritmi e di orari, di paurose disorganizzazioni. Per questo sarebbe scandaloso e persino criminale che in questa situazione si provvedesse a ridurre le pene per la violazione delle norme sulla sicurezza. Già oggi siamo di fronte a un’applicazione parziale e inadeguata di tutte le misure previste dalla legge, con interi settori delle istituzioni che non fanno il loro dovere. Una puntuale e rigorosa repressione della violazione delle norme sulla sicurezza ha anche una funzione di prevenzione verso i nuovi reati e da questo punto di vista occorrerebbe che l’emergenza sicurezza sul lavoro venisse affrontata nel dibattito politico con la stessa centralità con cui si affrontano altri temi. E’ evidente inoltre che l’azione sindacale, non può lasciare nulla di intentato nella tutela della salute dei lavoratori. In questo caso la prevenzione è fondata sulla piena conoscenza dei rischi, sulla certezza delle regole di lavoro, sul fermo immediato del lavoro di fronte a condizioni di rischio. Su tutto questo fronte è necessaria, con un impegno ben superiore che nel passato, un’iniziativa forte delle organizzazioni sindacali e dei Rls, che metta la salute e la sicurezza del lavoro prima di ogni esigenza produttiva e di mercato. Se non vogliamo continuare ipocritamente a commentare una strage che continua, occorre che le imprese siano chiamate a tutte le loro responsabilità, perchè è sempre all’impresa che risale la prima causa dei danni alla salute e alla vita del lavoratore. La Magistratura, le strutture sanitarie, gli ispettorati del lavoro devono agire ed essere messi in condizioni di agire applicando rigorosamente la legge, senza lassismi o sconti. Il sindacato infine deve intervenire direttamente su tutta la catena dell’organizzazione del lavoro fino all’ultimo livello di appalto, in tutte le dimensioni di impresa fino alle più piccole. E bisogna smetterla di scambiare la salute con la produttività, con il salario, con il posto di lavoro. Solo così si potrà interrompere la strage.
Fiom nazionale
Roma, 23 aprile 2008 |