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 Padova: tre ore di sciopero generale dei lavoratori metalmeccanici   Grande
      successo dello sciopero provinciale di 3 ore dei metalmeccanici di Padova
      per chiedere sicurezza sul lavoro, dopo la tragica morte di due lavoratori
      rumeni alla Fonderia Anselmi.  Oltre
      il 90% dei lavoratori metalmeccanici della provincia di Padova ha aderito
      allo sciopero. Tutte le principali fabbriche della provincia si sono
      fermate. Circa 3.500 lavoratori metalmeccanici, assieme a delegazioni di
      altre categorie ed Rsu di aziende della Lombardia e del Veneto, hanno
      manifestato nel Comune di Camposampiero, dove ha sede  A
      conclusione della manifestazione sono intervenuti il sindaco di
      Camposampiero, Marcello Volpato, alcuni delegati, tra cui un lavoratore
      rumeno della Uilm, Baciu Vasile, il segretario regionale della Fim, Gianni
      Castellano e il segretario nazionale della Fiom, Giorgio Cremaschi. Quest’ultimo,
      concludendo la manifestazione, ha sottolineato che «con lo sciopero di
      Padova inizia una mobilitazione nazionale dei metalmeccanici contro gli
      infortuni sul lavoro. Bisogna affermare il principio che se il lavoro è
      insicuro, chi è a rischio si ferma. E – ha proseguito Cremaschi – di
      fronte agli infortuni gravi si devono fermare tutti. Solo con la
      mobilitazione dei lavoratori, infatti, potremo costringere le aziende a
      cambiare modo di lavorare e a considerare la salute e la sicurezza
      componente integrale dell’organizzazione del lavoro.» Il
      segretario nazionale della Fiom ha inoltre ricordato che lo stesso
      Presidente della Repubblica ha dichiarato che gli infortuni sul lavoro
      derivano anche dalla precarietà. «I lavoratori morti alla Fonderia
      Anselmi – ha aggiunto Cremaschi – erano migranti di un’azienda in
      appalto, due volte ricattati: come lavoratori precari e come migranti,
      sottoposti alle vessazioni della Bossi-Fini». «Senza
      una modifica della legislazione sulla precarietà – ha ribadito
      Cremaschi – gli infortuni gravi continueranno. Occorre anche un impegno
      diretto delle istituzioni per tutelare la salute, e  «Occorre
      – ha concluso – che verso il lavoro vi sia rispetto da parte di tutte
      le componenti della società e si capisca che oggi non si possono chiedere
      ulteriori sacrifici. L’aumento dell’età pensionabile con queste
      condizioni di lavoro è inaccettabile e aggraverebbe ancora i rischi di
      salute e sicurezza. Non è il caso, dunque, che produce gli infortuni ma
      semmai è solo fortuna che essi non siano ancora di più e più gravi.» Roma, 23 marzo 2007 |