Dalla conferenza per la sicurezza di Napoli sono stati esclusi gli Rls.


A Napoli nei giorni 25 e 26 gennaio si è svolta la conferenza per la sicurezza sul lavoro. Abbiamo visto una passerella di personaggi illustrissimi che hanno monopolizzato la conferenza stessa, senza dare spazio alla vera voce delle lavoratrici e dei lavoratori italiani: gli Rls, che solo nel secondo giorno (dopo una manifestazione di protesta, con una sfilata di bare con i nomi dei morti sul lavoro) hanno potuto esprimersi o meglio dove un solo Rls(Dante De Angelis) ha potuto, a nome di tutti, dare voce alle nostre lamentele.

Vogliamo riportare i punti salienti del suo intervento:

"Noi siamo i lavoratori, quelli percui tutti siamo qui oggi.Io sono un delegato alla sicurezza, quelli di cui ha parlato il presidente Bertinotti e il presidente Prodi.

Cogliamo l'occasione per ringraziare gli organizzatori del governo, che ci danno questa possibilità, anche se con un po’ di ritardo e fuori programma.

Ma vogliamo ringraziare di cuore, perché ci consentono di dire qualcosa e di parlare.

Di parlare anche di tutti quelli che non ci sono più, e che abbiamo voluto rappresentare, occupando quel posto che a loro la vita ha negato.....

Come macchinisti e ferrovieri siamo dei privilegiati, quando moriamo di solito facciamo anche molto clamore e andiamo a finire sulle pagine dei giornali.

Per questa ragione abbiamo il dovere di rappresentare anche tutti gli altri, quelli che muoiono in silenzio, quelli che non hanno voce, quelli che non trovano spazio sui giornali.......

Noi abbiamo costruito, frutto di un dibattito che dura da mesi, tra gli RLS di tutte le categorie  e di tutte le sigle sindacali, un decalogo della sicurezza: 10 punti per non morire, che vi invitiamo a leggere, perché sono le cose di cui tutti si parla, macchè vanno affrontate in una certa direzione......

Sarebbe paradossale, a proposito di questo decalogo che non venisse preso in considerazione il punto di vista  dei lavoratori.....
Chiediamo un'altra cosa riguardo alla prevenzione, che la vigilanza, la politica, la stampa, la magistratura(intervengo con piacere dopo un magistrato), intervengano un attimo prima del sangue, perché quando c'è il sangue  poi arrivano tutti.

Bisogna intervenire un po’ prima.

Ci chiediamo come si fa ad invitare gli Rls a tale conferenza e poi non dargli lo spazio per esprimersi, per portare a conoscenza quali sono i veri problemi le vere cause dei continui infortuni sul lavoro. Non basta inasprire le sanzioni per quei cantieri che non sono in regola o che assumono in "nero" o in "grigio" , ci vuole ben altro, e questo T.U. ne deve tener conto.

Si deve dare la possibilità alle varie figure individuate dalla 626/94 di lavorare sempre meglio e con maggiori risorse, una maggiore formazione agli  RLS (32 ore sono pochissime) e più ore per svolgere le loro mansioni all'interno delle aziende (40 ore sono un elemosina).

Più formazione agli RSPP e agli stessi datori di lavoro, per assicurare sempre più sicurezza sui luoghi di lavoro.

Anche stamani (domenica 28 gennaio 2007), mentre scriviamo, nella trasmissione "Sabato, domenica &...", è andato in onda una testimonianza di una signora che ha perso sul lavoro prima il figlio e dopo sei mesi il marito, e che a tutt'oggi, a distanza di sette anni, stà ancora lottando con la giustizia italiana.

Non è un caso isolato (ve ne sono tantissimi e nelle stesse condizioni).

Nella trasmissione si è anche ricordato le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dello stesso Procuratore Generale Salvatore Vecchione all'apertura dell'anno giudiziario, che questo è un problema da risolvere, che non è tollerabile che vi siano quattro morti al giorno sul lavoro.

Bellissime parole, che ci sentiamo ripetere da più tempo ma che ancora non hanno avuto nessun riscontro positivo.

Non possiamo tacere ancora sulle morti bianche, abbiamo il diritto/dovere di parlarne, di portare a conoscenza di tutti che c'è una "guerra in corso", perché i dati sono quelli che si possono trovare in un bollettino di guerra, e i media devono impegnarsi sempre di più per dare una maggiore informazione e non limitarsi a riportare la semplice notizia di morte(anche se molte volte non viene riportata).

Infine, gli Rls sono Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e non Responsabili dei lavoratori per la sicurezza, come abbiamo letto su alcuni quotidiani nei giorni della conferenza di Napoli.

I rappresentanti per la sicurezza possono fare proposte al datore di lavoro, ma non hanno poteri decisionali, che sono tutti nelle mani dei datori di lavoro.

Se eravamo dei responsabili avremmo avuto anche responsabilità penali, perché giustamente se facevamo delle scelte sbagliate era giusto che pagavamo, ma non è così.

C'è una figura nella 626/94 che si chiama RSPP(Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione), che nelle aziende piccole può essere fatto anche da datore di lavoro(che deve fare un corso di formazione obbligatorio di 16 ore, quindi  pochissime).

Nelle aziende più grandi o è interno(può essere un dipendente) o esterno, ma in questi casi le ore del corso di formazione obbligatorio aumentano in modo considerevole.

Quindi vorremmo chiedere a giornalisti più attenzione quando usano la parola Rls negli articoli.

Ci mettano scritto tra parentesi(se lo vogliono mettere): Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e non Responsabile dei lavoratori per la sicurezza.


Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza

Marco Bazzoni, Andrea Coppini, Mauro Marchi