ASSEMBLEA REGIONALE RLS-RLST
FIOM-CGIL EMILIA-ROMAGNA Bologna 4 dicembre 2006, salone Di Vittorio, Camera del Lavoro metropolitana. (Partecipanti 135 Rls/Rlst metalmeccanici dalle 10
province)
Considerazioni iniziali di Farolfi
Edgardo – Segretario regionale Fiom-Cgil Purtroppo
e troppo spesso apriamo queste riunioni con un incidente, ieri domenica
c’è stato un incidente mortale alla Lucchini di Piombino, in Italia
si muore anche di domenica. Nel
nostro paese si parla di salute e sicurezza e tutti sì “indignano”
solo, quando avvengono tragedie delle dimensioni di quella avvenuta
recentemente nell’oleificio umbro, ma ogni giorno 3-4 lavoratori
muoiono sul lavoro e tanti altri rimangono invalidi o la malattia
professionale che anni prima hanno contratto sul lavoro si manifesta,
eppure in Italia se ne parla poco, sono troppi e tanti i lavoratori che
muoiono nell’indifferenza generale e per gli imprenditori è sempre il
“fato”, come invece, se dietro ad una morte o ad una malattia
professionale contratta non ci fosse una storia dietro, fatta di
mancanza di norme sulla sicurezza e/o di orari di lavoro massacranti e/o
di utilizzo di macchine o attrezzature obsolete e mal revisionate. Nell’ordine
del giorno del nostro ultimo Comitato Centrale, riferito alla tragedia
dell’Umbria e di cui avete copia, come Fiom auspichiamo un intervento
legislativo capace di mettere un argine a questo stillicidio continuo. Noi
oggi dobbiamo impegnarci, è la nostra storia è la storia della Fiom e
della Cgil, a far sì che l’indignazione dei cittadini e la giusta
protesta dei lavoratori per le tragedie che avvengono sul lavoro, non
durino lo spazio di una giornata, la sola giornata della tragedia, ma si
trasformi in un’azione quotidiana volta a migliorare il luogo di
lavoro, contribuendo alla costruzione di una società più giusta. Come
Fiom dell’Emilia Romagna intendiamo dar luogo ad una massiccia ripresa
dell’iniziativa sindacale e della contrattazione nei luoghi di lavoro
sui problemi ambientali e sulla salute e la sicurezza per le lavoratrici
ed i lavoratori metalmeccanici, come perno centrale della sostenibilità
delle politiche industriali. I destinatari dell’obbiettivo che ci
prefiggiamo sono i lavoratori dell’industria e dell’artigianato,
della grande e della piccola azienda, cercando di chiamare ad un
rinnovato protagonismo le RSU, gli RLS e RLST, per far sì che i temi
dell’ambiente e della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, siano
collocati e riconsiderati come parte centrale del nostro lavoro
nell’ambito della contrattazione collettiva, aziendale e di gruppo si,
ma anche nazionale, l’altro destinatario è sopratutto la nostra
Confederazione per le politiche territoriali. Oggi noi vogliamo dare un contributo in questa
direzione, è un grosso impegno che ci prendiamo, ma se vogliamo dare un
contributo significativo alla prevenzione necessaria ad una diminuzione
del rischio infortunistico, malattia professionale nei luoghi di lavoro,
occorre che lo onoriamo fino in fondo. Quali possono essere le direttrici, le
questioni, di questo nostro rinnovato impegno ? il mondo del lavoro che cambia Oggi, rispetto a quando venne recepita Abbiamo visto con Bennati la cosiddetta
“produzione snella” e come si eliminano i tempi morti, ma non
abbiamo detto le implicazioni che derivano per i lavoratori relativi
alla salute e sicurezza, l’aumento dei ritmi lavorativi, …...
Bennati, poco più di un mese fa, ci diceva che con la “produzione
snella” la produttività a parità di impianti aumenta anche del 30%,
ma poi chi è il terminale che fa la produzione se non i lavoratori e
magari nello stesso numero ed allora, ecco che il lavoratore aumenta
spesso il proprio ritmo senza che nessuno glielo dica del 30%. Noi oggi sappiamo che nei luoghi di lavoro ci
sono stati profondi cambiamenti, che si percepiscono purtroppo sulla
pelle dei lavoratori, ma non ne abbiamo una conoscenza sufficiente,
sulle implicazioni sulla salute e la sicurezza. Noi dobbiamo prima di tutto recuperare quelle
conoscenze, queste si recuperano nell’ambito della strumentazione
contrattuale che abbiamo, negli osservatori, nelle commissioni
paritetiche e queste informazioni sono indispensabili per un’efficace
iniziativa contrattuale al fine di garantire adeguati sistemi e
procedure di sicurezza e prevenzione, di informazione e formazione, di
controllo e di analisi delle condizioni lavorative. Per un’iniziativa contrattuale più efficace,
dobbiamo tenere distinto il momento concertativo presente nella 626/94
di acceso alle informazioni e il loro utilizzo, le valutazioni congiunte
nelle commissioni paritetiche (vedi OPTA artigiani), dalla fase
contrattuale. In ogni luogo di lavoro noi dobbiamo risolvere
positivamente tale contraddizione, perché implica il recupero di una
capacità autonoma nostra di individuare, sulla base delle conoscenze
disponibili – qui gli RLS possono essere determinanti – gli elementi
che possono comportare l’esplodere di un conflitto tra crescita della
competitività e i bisogni di protezione e tutela delle condizioni di
lavoro. Innovazione e sicurezza debbono marciare di
pari passo in azienda e debbono diventare i criteri di guida nostri per
la contrattazione, se arriviamo a fare questo ci sarà facilitato il
compito di stabilire un rapporto tra tecnologia, ambiente, competitività,
salute e sicurezza. gli appalti una modifica in
costante evoluzione negativa da anni Altra grande modifica intervenuta è la
crescita del lavoro dato in appalto, come categoria ci riguarda sui due
fronti, le aziende metalmeccaniche che svolgono lavori in appalto in
altre aziende o settori, altre aziende metalmeccaniche in cui vengono
appaltati a ditte esterne parte o a volte in toto, non solo servizi ma
pezzi interi di produzione. L’aumento del lavoro dato in appalto pone
problemi sempre maggiori sul versante della salute e sicurezza,
solitamente vengono appaltate le lavorazioni più gravose o rischiose,
sempre con più forza si pone un problema di titolarità e di contenuti
della stessa contrattazione, in quanto spesso più lavoratori fanno lo
stesso lavoro, ma gli vengono applicati contratti nazionali diversi. Dell’appalto ombra
sappiamo tutti. Faccio un esempio di cosa può succedere in un appalto,
ovviamente dato al costo più basso possibile, un esempio accaduto al
petrolchimico di Ravenna recentemente, ci sono stati nove ustionati, ma
poteva essere una tragedia, sullo stesso impianto operavano squadre di
manutentori, di ditte diverse, una all’insaputa dell’altra e sembra
che questo sia stata la causa dell’incidente. E’ evidente che negli appalti tutto va
ricondotto a responsabilizzare sia l’impresa appaltante che
l’impresa appaltatrice. Concretamente per noi significa il
raggiungimento di accordi d'anticipo sulla sicurezza validi per tutto il
tempo di espletamento della commessa e sottoposti a verifica e al potere
di controllo e di intervento delle RSU e degli RLS. Le trasformazioni avvenute anche nel mercato
del lavoro con l’introduzione della Legge 30, non solo ledono i
diritti delle persone che lavorano, ma evidenziano il rapporto che
esiste tra precarietà e salute e sicurezza del e sul lavoro
giornaliero. I lavori della commissione del Senato sugli
infortuni e delle cosiddette “morti bianche” dello scorso anno,
contiene dati statistici importanti, gli infortuni mortali avvengono per
il 6% nel primo giorno di lavoro, per il 10% nella prima settimana di
lavoro, per oltre il 36% nel primo anno di lavoro, inoltre altro dato
della commissione: la siderurgia assieme all’edilizia è al primo
posto per infortuni mortali in proporzione agli addetti. Dobbiamo rompere in ogni luogo di lavoro la
condizione di divisione tra lavoratori con tutele, cioè tra quelli a
tempo indeterminato, e tra quelli con meno o senza tutele e che sono per
varie tipologie di contratto, a termine. Premetto che laddove abbiamo
fatto i precontratti e/o abbiamo unitariamente contrattato limiti e
vincoli alla Legge 30, queste divisioni esistono sicuramente di meno, ma
abbiamo risolto. gli infortuni Aumentano gli infortuni gravi e mortali di
persone assunte con contratti di lavoro atipici o a termine, in
conseguenza di inserimenti lavorativi dove si registra la totale assenza
di adeguata informazione circa i rischi per la salute e la sicurezza e
le minime misure per farvi fronte e si registra pure l’assoluta a
volte minima formazione, o altri ancora che iniziano a lavorare per
prestazioni pericolose e gravose senza alcuna cognizione di merito e
nessuna a volte dotazione sulla sicurezza. Fermo restando la battaglia generale che
compiamo sulla precarietà e per la stabilizzazione lavorativa, si deve
saper intervenire contrattualmente in azienda per affermare condizioni
di lavoro in sicurezza, agendo sul rispetto degli standard di sicurezza
(utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e sulla qualità
degli stessi), formazione ed informazione, rispetto degli orari
contrattuali, ritmi e carichi di lavoro. Questo intervento contrattuale va esteso a
tutti i neo assunti e in tutte quelle realtà produttive ad alto turn
over. i migranti Una presenza che aumenta, che ha assunto
elevate proporzioni in molti territori della nostra regione e in diverse
realtà produttive (sopratutto fonderie, sbaverie ecc.) sono la
maggioranza degli occupati, tra l’altro oggi rappresentano in
Emilia-Romagna quasi il 15% dei nostri iscritti e oltre il 50% dei
lavoratori italiani. L’incidenza degli infortuni tra i migranti è
nettamente superiore ai lavoratori, è vero che in parte deriva dal
fatto che solitamente svolgono le lavorazioni più pesanti e pericolose,
ma esistono altri fattori che sono sicuramente i primari, comprese le
lingue. La contrattazione deve fare i conti con misure
più ad hoc di sensibilizzazione per i lavoratori migranti: informazione
e formazione sui luoghi di lavoro, di promozione e diffusione di
materiali e di segnaletica sulla sicurezza maggiormente comprensibili,
anche nelle varie lingue. il rapporto tra rls e rsu Se si vuole recuperare una logica contrattuale
i problemi connessi all’ambiente, alla salute e alla sicurezza, noi
dobbiamo superare la divisione del rapporto tra RLS e RSU. L’ambiente, la salute e la sicurezza sul
lavoro, devono essere superati e affrontati nell’azione sindacale che
compiono le RSU in azienda e non tenerli separati o delegati agli
addetti ai lavori, cioè gli RLS. Devono rientrare nella contrattazione per
l’evidente legame che hanno le informazioni, con particolare riguardo
alle riorganizzazioni aziendali e agli investimenti, alla gestione degli
impianti e agli appalti, alla definizione degli organici e
nell’inserimento dei neo assunti, l’innovazione di prodotto, i
processi produttivi in continua evoluzione, la gestione degli orari, i
turni disagiati, le pause, la formazione, il contrattare i carichi ed i
ritmi di lavoro. Questo lungo elenco di questioni che le RSU
contrattano hanno ognuna un proprio legame con la salute, la sicurezza e
l’ambiente di lavoro. Qui sta anche la preziosità
degli RLS, che hanno accesso (o almeno dovrebbero averlo) ad
informazioni spesso di straordinaria utilità nella contrattazione. Il lungo elenco di problemi e questioni citate,
devono portare ad una ricomposizione delle funzioni tra RSU e RLS, per
fare prevenzione non solo una collaborazione e scambio tra i due
soggetti della rappresentanza dei lavoratori, ma per dare una organicità
e coerenza tra sviluppo industriale di qualità e sicurezza, di cui la
contrattazione ne è un pezzo importante ed insostituibile, impegnando
entrambi (RSU e RLS) ai vari passaggi di verifica, di controllo e
consultazione dei lavoratori prevista dalla 626 e la democrazia
sindacale. In tale modo l’intreccio tra RSU e RLS, darà
al delegato dei lavoratori per la sicurezza più forza nell’affrontare
le tematiche che avrà di fronte con l’impresa, in quanto sostenuto
dall’azione sindacale, dalla partecipazione attiva dei lavoratori e
quindi in grado di dare un contributo alle politiche contrattuali che le
RSU esercitano. Si deve costruire un nesso tra la qualità
delle politiche industriali con la qualità del lavoro e dell’ambiente
di lavoro. Non esiste una competitività dell’impresa,
senza qualità del lavoro e del prodotto, e la prevenzione ne è della
qualità del lavoro un elemento essenziale ed imprescindibile (perchè
l’Unione Europea ha definito i vari protocolli 9.000 e 14.000). il “contesto positivo di
sicurezza ambientale” proposto dalla cgil Altro non è che un protocollo o un accordo
aziendale tra RSU ed Azienda. Un contratto cioè, contenente efficaci impegni
alla tutela della condizione complessiva di lavoro. Tale protocollo o accordo deve vedere la
partecipazione di tutti i lavoratori, dalla progettazione fino alla
conferma e al varo dei contenuti. Come metalmeccanici abbiamo in tal senso
esperienze avanzate cito il protocollo di intesa sugli appalti alla
Fincantieri. Tecnologia, orari, mercato del lavoro, salari,
sono dall’impresa tendenti ad essere funzionali ad un unico
obbiettivo: la ricerca esasperata
della competitività abbattendo i costi, ricercando forme organizzative
orientate alla flessibilità su praticamente tutto, dagli orari, ai
salari, all’occupazione. Tale pratica alla flessibilità esasperata non
considera i riflessi che questi modelli flessibili di produzione
comportano in termini di salute e sicurezza. L’aumento della velocità delle macchine, dei
ritmi, di orari di lavoro flessibili e sempre più disagiati, del
ricorso unilaterale allo straordinario, della riduzione delle pause,
ecc. sono tutti aspetti che se prevale unicamente l’azione
dell’impresa, le condizioni di lavoro e peggioreranno anche la salute
e la sicurezza. Di conseguenza aumentano gli infortuni o
aumenta l’insorgenza di vecchie e nuove malattie professionali
(stress, burn-out – dall’inglese: spegnersi bruciando lentamente -,
disturbi muscoscheletrici – vedi tunnel carpale -, ecc.). Invece dove ha prevalso la nostra iniziativa
sindacale e contrattuale, la contrattazione ha fatto i conti con quelle
variabili, atte a migliorare la competitività aziendale, che hanno alla
base i modelli flessibili, intervenendo sulle condizioni lavorative che
tali processi inducono quindi si sono concordati e contrattati pause e
ritmi di lavoro, sono verificati e gestiti gli orari, gli straordinari
riconducendoli nell’ambito dei limiti e dei criteri del CCNL, si è
andati ad una stabilizzazione dell’occupazione con prospettive
sicuramente interessanti per la sicurezza sul lavoro. Se le condizioni di lavoro vengono lasciate
affrontate solo dagli RLS delegando tale compito, non si fa molta
strada. A fronte di una riorganizzazione produttiva un
lavoro a monte della RSU di contrattazione dei rischi, altrimenti il
ruolo dell’RLS rischia di risultare persino subalterno all’impresa,
in quanto a valle (cioè, quando l’azienda ha già deciso) c’è solo
la difesa, l’opposizione a scelte organizzative imposte. sulla contrattazione del
salario variabile Sulla contrattazione del salario riteniamo che
in nessun caso sia legato alla eventuale riduzione degli infortuni o
delle assenze per malattie come soprattutto per maternità. le piccole imprese Nelle micro e piccole aziende l’applicazione
delle norme contenute nella 626 risulta completa in meno del 10% delle
aziende. Spesso il piano per la sicurezza è irreale rispetto al luogo
di lavoro per cui sarebbe preposto. Fortunatamente in Emilia-Romagna le
cose vanno un po’ meglio. Spesso gli RLST sono visti dai lavoratori come
un “ispettore” e non come un suo rappresentante di lavoratori
dipendenti da aziende artigiane o di piccole imprese. E’ purtroppo quello che vogliono le
Associazioni padronali Artigiane. Tutto si deve risolvere in modo
burocratico all’interno degli Enti Bilaterali, cercando di tenere
lontana la rappresentanza dei lavoratori dai lavoratori stessi. piattaforma unitaria di fim,
fiom, uilm per il rinnovo del ccnl artigiani. In tema di salute e sicurezza, alcune cose: una
verifica dello stato di applicazione della 626/94 nel settore, percorsi
formativi più adeguati per RLST e RLS, formazione ed informazione
rivolta ai migranti al fine di abbattere le barriere linguistiche
(richiesta di maggiori lingue). Nel CCNL artigiani è stato chiesto di svolgere
le assemblee in fabbrica (e anche durante il rinnovo nel Contratto
regionale) su alcuni argomenti specifici, tra cui quello relativo alla
salute e sicurezza, anche per un intervento sindacale riconducibile alla
contrattazione. Gli RLST hanno centinaia, per non dire migliaia
di imprese da verificare e con tutta la loro buona volontà anche se
quella OPTA è efficientissima ci vogliono anni per visitare tutti i
luoghi di lavoro. Gli artigiani pensano, anche se disponibili,
che hanno versato il loro dovuto, agli Enti Bilaterali per sostenere
l’attività degli RLST e quindi la tutela della salute e della
sicurezza dei lavoratori. Nel contratto regionale, dell’Emilia-Romagna,
è stato richiesto l’anticipo dell’indennità di infortunio in busta
paga come per la malattia. Il mancato anticipo di infortunio, fa sì che
soprattutto tra i migranti, avvenga per gli infortuni lievi o di media
gravità, la mancata denuncia come tali ed il lavoratore sia invitato a
porsi in malattia a carico della AUSL, perché così i soldi li prende
subito. La nostra contrattazione negli artigiani può definirsi a
partire dalle richieste avanzate “ricca”. Se prioritario deve diventare la ricomposizione
del rapporto tra RSU e RLS per rilanciare i temi della salute e della
sicurezza, occorre conoscere tutti i nostri RLS ed avviare la giusta
informazione e formazione, servirebbe agli RLS anche formazione
sindacale specifica e/o anche solo formazione di aggiornamento. i rapporti con fim e uilm Non si è mai persa, sui temi dell’ambiente
di lavoro e della salute e sicurezza, l’iniziativa unitaria neanche
nei momenti più difficili del periodo degli accordi separati. Anzi
l’iniziativa unitaria nostra e delle Confederazioni, insieme con un
vasto schieramento di forze (dal Consiglio di Stato, all’assemblea
delle Regioni, ecc.) ha fatto sì che nel maggio dello scorso anno
venisse ritirato il Testo Unico sulla sicurezza del governo Berlusconi. considerazioni finali Fatta la carrellata dei problemi come si usa
dire a volte, ma l’esigenza imposta da un aggravamento della
situazione dei fattori di rischio nei luoghi di lavoro, impone un
aggiornamento della nostra analisi ed una rilancio della nostra
iniziativa, a fronte di un andamento costante degli infortuni e di un
incremento per determinate fasce sociali di lavoratori (pensiamo alle
donne i cui infortuni sono in aumento), al consolidarsi di fenomeni di
precariato, allo stillicidio di infortuni mortali, al non riconoscimento
o sottodenuncia delle malattie professionali. Con l’avvento della 626 si erano create
condizioni inedite per realizzare uno straordinario passo in avanti nei
diritti e nei poteri dei lavoratori e della loro rappresentanza, invece
a oltre 10 anni dal suo avvento, è venuta a determinarsi una sorta di
delega di tutti i problemi sulla salute e sicurezza agli RLS, questa
delega ha finito per allentare il ruolo contrattuale della stessa RSU. Per queste ragioni vanno rimesse in circolo
idee, progetti ed esperienze per il rilancio dell’intervento nostro
sindacale sui temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro,
che debbono ritornare ad essere prioritari nella contrattazione. Si possono riconoscere che da tempo si è
indebolita la capacità delle OO.SS. di controllo sull’organizzazione
del lavoro, che aveva caratterizzato una nostra fase storica nel passato
sulla contrattazione sui luoghi di lavoro, che da oltre trenta anni
abbiamo verificato le condizioni di rischio come metalmeccanici e
abbiamo dato luogo alle schede di rischio individuale del lavoratore. Nella fabbrica oggi ci si
sta più anni rispetto al passato, per effetto dell’aumento dell’età
pensionabile, occorre essere più efficienti in quanto si lavora per un
tempo più lungo; l’aumento dei ritmi, i tagli nelle pause, gli orari
di lavoro a volte impossibili, usurano più velocemente il lavoratore
rispetto al passato, il lavoratore deve lavorare 5 anni in più rispetto
a ieri. Ripartire dai luoghi di lavoro, dove avvengono
i processi produttivi, le loro trasformazioni, la crescita e
l’affermazione di nuovi contesti sociali, che portano a modifiche
profonde dell’organizzazione del lavoro, che segnano una condizione
lavorativa disagiata, non sono sufficientemente contrattati che spesso
si scaricano negativamente sulla salute, sulla sicurezza e
sull’ambiente di lavoro. Sottolineo a tutti la contrattazione perché
noi metalmeccanici dobbiamo agire. Abbiamo buone leggi di qualità,
normative europee avanzate ed omogenee tra i paesi, ma l’Italia in
Europa ha il triste primato di morti sul lavoro. In Italia avvengono più morti sul lavoro che
in Francia, Germania, Regno Unito, ecc.. conclusioni Sentenza della Cassazione: il dipendente può
rifiutarsi di lavorare se il datore di lavoro non adotta le misure di
sicurezza, tale sentenza sostiene che il lavoratore ha ragione. Come Fiom nazionale da tempo abbiamo preso la
decisione dello stop immediato del lavoro a fronte di lavori che siano
fonte di pericolo infortunistico per il lavoratore o per i suoi compagni
di lavoro. A valle, cioè ad infortunio avvenuto, la
costituzione di parte civile della Fiom nei processi per infortuni gravi
e mortali e per i morti da malattie professionali. Tra le esperienze
positive in tal senso c’è quella di Brescia, come Fiom regionale
vedremo di andare in quella direzione. Normativa amianto – In Emilia-Romagna abbiamo
raccolto circa 2.000 firme, a mio parere è stato un lavoro
“dignitoso”, sulle 24.000 raccolte nazionalmente dalla Fiom. Di nuovo testo unico sulla sicurezza, se ne sta
ridiscutendo, ne parlerà credo meglio Rubini della Cgil. Lo scorso anno
facemmo l’assemblea degli RLS proprio il giorno dopo al suo ritiro,
Maroni affermava di fare un favore ai lavoratori, mentre voleva fare un
bel regalo ai padroni. Ho cercato di essere breve anche per lasciare
spazio al dibattito. Grazie. All’assemblea hanno partecipato
oltre 100 RLS, RLST, RSU e alcuni quadri e dirigenti territoriali della
Fiom-Cgil. Nel corso dei lavori sono intervenuti: -
Merli Mauro (Rls e Rsu Lamborghini BO) -
Lippi Massimo (Rsu Sica RA) -
Gasperoni Patric (Rlst artigiani RA) -
Carotenuto Salvatore (Rls e Rsu Ducati Moto BO) -
De Cavalcanti Lucia (segreteria Fiom PR) -
Tosi Gianfranco (Fiom nazionale) -
Mohsen Ben Bouhlali (Rls Farro BO) -
Mariani Natale (Rls Padania Tubi RE) -
Rubini Gino (Cgil Regionale Emilia-Romagna) -
Bocedi Enzo (Rlst artigiani RE) -
Ioime (funzionario Fiom RE) -
Prisco Giuseppe (Rls Reggiane RE) Gianni Scaltriti, Segretario generale della
Fiom-Cgil dell’Emilia-Romagna, intervenuto in conclusione non solo ha
apprezzato la relazione inviata ma ha sottolineato la qualità di merito
del dibattito. Ha voluto evidenziare la necessità di
rilanciare l’iniziativa di Rls ma anche delle Rsu sulle questioni
relative alla salute dei lavoratori e delle lavoratrici per la tutela
della prevenzione delle condizioni di sicurezza che deve riguardare
tutte le aziende metalmeccaniche, non solo quelle grandi e medie, ma
potenziando l’iniziativa nelle piccole aziende e nelle aziende
artigiane che, in Emilia-Romagna, hanno migliaia di lavoratrici e
lavoratori. A suo avviso il prossimo CCNL avrà questo tema
all’ordine del giorno, oltre le questioni più generali, perché è la
faccia della stessa medaglia se si considerano le condizioni di lavoro
dei metalmeccanici e di tutti i lavoratori dell’indotto, interinali,
precari. Con convinzione 4 dicembre 2006 |