Oltre 130 mila firme per l'estensione dei diritti a tutte e a tutti

Intervista a Tino Magni, segretario nazionale responsabile organizzativo della Fiom

 

Nel pomeriggio dell’8 agosto del 2002 c’è stato uno strano fermento nella sede del Centro nazionale della Fiom. Strano perché essendo chiuse la maggior parte delle aziende metalmeccaniche di solito, negli anni passati, questa settimana di agosto ha rappresentato un periodo di relativa calma. Ma quest’anno c’è stato un fatto nuovo, ieri si è conclusa la raccolta delle firme che la Fiom ha organizzato per la campagna che ha al centro lo slogan: «l’articolo 18 non si tocca e si estende a tutte e a tutti». Con questa iniziativa la Fiom ha partecipato alla raccolta di firme per i referendum sugli articoli 18 e 35 dello Statuto dei lavoratori.

Che significato ha avuto questa campagna per la Fiom?

L'iniziativa è stata importante perché, pur essendo all'interno di una discussione più generale, come era stato deciso dal nostro Comitato centrale, che è quella della difesa del Contratto nazionale, della lotta alla precarietà, dell'intervento dal punto di vista contrattuale sulle condizioni di lavoro, sul dare maggiori garanzie ai lavoratori che hanno contratti a termine, interinali, e quindi, come si dice, contratti atipici, noi ci siamo impegnati a raccogliere queste firme per estendere i diritti anche nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Pur essendosi svolta prevalentemente nel mese di giugno e di luglio, lo stesso periodo in cui eravamo impegnati a organizzare gli scioperi che aveva proclamato la Cgil, questa raccolta di firme ha visto una grande partecipazione da parte dei nostri delegati e dei lavoratori, anche se non possiamo nasconderci che in alcune realtà ci sono state delle difficoltà, date anche dal fatto che la Cgil su questi quesiti aveva un'opinione diversa.

Ma il risultato c'è stato, perché aver raggiunto circa 130 mila firme ha dimostrato che c’è una forte sensibilità delle lavoratrici e dei lavoratori anche su questi temi. Non possiamo che essere soddisfatti di questo.

Come si inserisce questa iniziativa nel quadro generale che aspetta la Fiom e la generalità delle lavoratrici e dei lavoratori nel prossimo autunno?

Come dicevo prima, si inserisce in una campagna che ormai fa parte di una strategia, nel senso che non è un fatto isolato ed estemporaneo, fa parte di una strategia che la Fiom si è data, insieme alla Cgil, che è quella dell'estensione dei diritti, che essendo generali non hanno, ovviamente, limiti né possono valere per alcuni sì e per altri no. Il sindacato deve avere sia una capacità contrattuale per far rispettare i diritti dentro le fabbriche, sia una capacità di proposizione su un terreno, diciamo, politico-legislativo, che è quello di garantire le iniziative a livello generale per un sistema di tutele che appartenga a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori senza alcuna distinzione. Da questo punto di vista la campagna che la Cgil ha messo in campo è chiara: si tratta di difendere non solo l'esistente, ma di estendere alle nuove generazioni i diritti e le conquiste dei loro padri.

Avete avuto modo di verificare attraverso questa campagna se la partecipazione dei giovani che c'è stata negli scorsi scioperi  si è manifestata anche nella raccolta delle firme?

I primi dati ci dicono che c'è stata una buona partecipazione, almeno là dove è stata organizzata la raccolta in maniera diffusa. C'è stata qualche difficoltà, specie all'inizio, perché questa era una raccolta di firme complicata, con la presenza obbligatoria di un certificatore, però nelle realtà dove si è organizzata la raccolta, i firmatari non si sono fatti attendere. Abbiamo constatato che c'è stata una buona partecipazione sia di uomini che di donne. In particolare tra i giovani, molte donne, molte ragazze hanno firmato e sottoscritto questi quesiti e devo dire che c'è stata la dimostrazione che chi veniva a firmare sapeva per cosa firmare, c'era molta consapevolezza. Non era cioè una cosa così, carpita, perché uno passava là per la strada anzi, in alcuni casi sono venuti di proposito perché sapevano che c'era il banchetto della Fiom.

Sei a Roma perché oggi avete consegnato le firme raccolte in tutta Italia da parte del Comitato promotore?

Sì, questa mattina il Comitato promotore ha consegnato le firme alla Corte di cassazione. Il risultato è di oltre 700 mila firme certificate: una cifra ragguardevole tenuto conto del fatto che c'è stato un totale disinteresse da parte dei mass media. In particolare, radio e tv non ne hanno parlato, ma anche gli altri mezzi di informazione, tranne alcune eccezioni, non hanno dato la benché minima notizia e questo è un fatto importante e preoccupante.

La battaglia non finisce qui perché dal momento in cui le firme verranno convalidate, bisognerà convincere prima tutti i lavoratori e poi cittadini italiani della bontà della nostra iniziativa.

 

 a cura di Fiom.net