Il referendum dei lavoratori Lowara approva
l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto aziendale Dopo le
assemblee informative, i lavoratori della Lowara di Montecchio Maggiore
(Vi), azienda che fa parte della multinazionale statunitense Itt e che
occupa a Vicenza circa 550 dipendenti, hanno approvato a grandissima
maggioranza (90% i voti favorevoli) l’ipotesi unitaria di accordo per
il rinnovo del Contratto aziendale raggiunta con la Direzione aziendale
il 30 giugno 2004. L’ipotesi di accordo, che verrà
sottoscritta nei prossimi giorni, arriva dopo 4 mesi di intense
trattative e riguarda quasi 700 dipendenti degli stabilimenti di
Montecchio Maggiore (Vi) e di Malè (Tn). L’accordo,
oltre a essere sicuramente positivo per i lavoratori sul piano salariale
e dei diritti, ha un rilevante valore sindacale generale, in quanto è
coerente con le nostre battaglie sul salario, contro la precarietà, per
i diritti e per la democrazia sindacale. La parte
economica, che avrà una durata biennale, si basa su un premio di
risultato che per la prima volta (prima novità) viene nettamente
suddiviso in due parti: la prima parte prevede l’erogazione a tutti i
lavoratori (compresi quelli a termine e gli eventuali lavoratori
interinali) di un premio variabile legato al raggiungimento di alcuni
obiettivi di produttività e di redditività aziendali, il cui valore
previsto è di euro 1.000 all’anno; la seconda parte invece è
costituita da un premio mensile pari a euro 30 per l’anno 2004, che
dal mese di gennaio 2005 diventeranno euro 40, che verrà erogato a
tutti i lavoratori alla condizione minima che l’azienda fatturi almeno
il 60% delle vendite previste come media annua, condizione assolutamente
verificatasi anche negli ultimi 5 anni segnati purtroppo dalla crisi dei
mercati. Questo
premio (seconda novità) verrà erogato per sempre, non solo cioè per la
durata dell’accordo, e su di esso azienda e lavoratori verseranno interamente i contributi per la pensione
così come avviene per le altre voci fisse della busta paga, in modo da contribuire a costruire la propria
futura pensione pubblica obbligatoria. Per quanto
riguarda la parte normativa, oltre ai temi dell’anticipo della
liquidazione, della malattia, delle pari opportunità, della
professionalità, della
formazione e della mensa, dedica una parte rilevante
all’argomento del mercato del lavoro. Su
quest’ultimo aspetto l’accordo prevede: la promozione e l’aumento
della percentuale di lavoratori con contratto part-time fino a un
massimo dell’8% del personale a tempo pieno, soprattutto per
rispondere alle esigenze di cura e di assistenza familiari, di salute e
di studio personali ed un netto miglioramento della Legge 30 del 2003 in
tema di part-time, in quanto l’accordo prevede l’eventuale
obbligo del lavoro straordinario solo fino ad un massimo di 16 ore annue
e la possibilità di contare su un orario non modificabile
dall’azienda di fronte a problemi e difficoltà di salute personali o
di cura e di assistenza del coniuge e dei parenti fino al secondo grado. L’accordo
afferma poi la centralità dei contratti di assunzione a tempo
indeterminato ed a questo riguardo prevede incontri semestrali di
informazione sulle condizioni produttive e di mercato e quindi di
verifica della possibilità di trasformazione a tempo indeterminato di
eventuale personale assunto con contratti non a tempo indeterminato,
l’assunzione stabile comunque dopo un massimo di 20 mesi di lavoro in
azienda continuativi, o come somma di più periodi nell’arco di 36
mesi, del personale assunto con contratti a termine oppure interinale,
un tetto massimo di personale assunto con contratti a termine o interinali ed
infine l’impegno della Direzione, in caso di eventuale utilizzo di
normative previste nella Legge 30 del 2003, diverse dal part-time
o dal lavoro interinale, di convocare gli Rsu a un apposito incontro per
prospettare il suddetto utilizzo e discuterlo preventivamente con loro.
Giampaolo
Zanni (Fiom-Cgil Vicenza) Vicenza, 9
luglio 2004 |