Cofely: Nota sindacale ai lavoratori

 

Alla fine di maggio, nonostante la Cofely abbia tentato di mantenere la commessa facendo leva sulla qualità del servizio, l’affidabilità dell’azienda e la professionalità degli addetti, la Fondazione S. Lucia ha improvvisamente affidato l’appalto della manutenzione degli impianti ad un’altra ditta, la IMPES. Quest’ultima su Roma non ha altre attività, e difatti ha appena concluso una procedura di mobilità per tutti i suoi 18 dipendenti (prima collocati in CIGS) che operavano sul cantiere ENI, da questa perso.

La Cofely aveva sul cantiere complessivamente 15 risorse, quattro delle quali assunte sulla commessa e quindi, a suo dire, a tempo determinato.

Questa organizzazione sindacale ha tempestivamente chiesto un incontro congiunto con le ditte interessate, al quale però la IMPES non si è presentata affermando che, essendo fuori dall’ambito delle garanzie della sanità pubblica (accordo di salvaguardia firmato con la Regione Lazio il 4 agosto 2006) nulla da essa è dovuto.

La Cofely ha quindi messo in ferie forzate tutti i lavoratori, per i quali al momento non è stata data nessuna notizia di ricollocamento, tranne i quattro assunti sulla commessa, ai quali è arrivata il 1° luglio una semplice comunicazione di termine del loro contratto, eufemismo per dire che gli stessi sono stati di fatto licenziati dopo ben cinque anni di lavoro per la società. La posizione aziendale deriva da una soggettiva quanto forzata interpretazione della legge 368 (che regolamenta i tempi determinati) che la FIOM ha sempre contestato e che pretende di legittimare la possibilità di tenere i lavoratori a tempo determinato all’infinito. La suddetta legge, invece, esiste in quanto il suo compito è esattamente il contrario, cioè chiarire limiti e durata del rapporto di lavoro a termine.

La FIOM-CGIL ha immediatamente chiesto l’apertura di un confronto in sede di assessorato al Lavoro della Regione Lazio, incontro programmato per il 12 luglio. La Regione, infatti, è indispensabile per evitare che si scateni ora la “guerra” tra le due aziende, la Cofely che cerca di forzare i lavoratori ad entrare nella nuova azienda, mentre l’IMPES vuol scegliere quali lavoratori assumere. L’IMPES è occupata a collocare i suoi esuberi. Questo appalto l’IMPES se lo è aggiudicato operando un “massimo ribasso”, le cui conseguenze già si scaricano sui lavoratori.

La FIOM-CGIL ritiene gravissimo l’atteggiamento della Fondazione S. Lucia, che quando ha attraversato la crisi - sei mesi fa - ha chiesto ed ottenuto l’aiuto della Regione, dell’utenza e dei sindacati, ed ora agisce in totale disprezzo dei diritti dei lavoratori, inseguendo un risparmio che - è noto - si scarica tutto sulle loro spalle.

La FIOM-CGIL considera grave che la IMPES abbia operato la peggiore concorrenza sleale, presentando un’offerta al massimo ribasso che non garantisce nemmeno un minimo di qualità del servizio.

La FIOM-CGIL giudica altrettanto grave che la Cofely, azienda tra le più grandi in Italia nel settore, licenzi quattro dipendenti utilizzando un sotterfugio legale di dubbia legittimità, contro il quale la nostra organizzazione agirà immediatamente.

Non c’è dubbio, infatti, che sparsi per i cantieri italiani sono diversi i lavoratori che hanno le medesime caratteristiche dei quattro appena allontanati, e questo comportamento, oltre ad essere errato, è anche segnale di un atteggiamento di chiusura nei confronti di una diversa modalità di relazioni sindacali, quelle che risolvono i problemi attraverso la discussione ed il confronto preventivo. E’ per questo motivo che, a un passo dall’apertura del confronto generale su armonizzazione e contrattazione aziendale, riteniamo inaccettabile questa scelta dell’azienda.

Allo stesso modo riteniamo essenziale che la Regione Lazio intervenga tempestivamente, in coerenza con il suo ruolo istituzionale e come interlocutore interessato del settore della sanità, compresa quella convenzionata.

Ogni ulteriore sviluppo della vertenza sarà portato all’attenzione di tutti.



Coordinatore Nazionale Fiom

Augustin Breda

Segr. Generale Fiom Roma Sud

Lucia Triches