“Lettera aperta a Marchionne” scritta da un’operaia della FIAT DI TERMOLI e pubblicata ieri, quasi integralmente da “la Repubblica“.

Stefania esprime  l’insopportabilità di un lavoro in fabbrica , che  annienta l’umanità delle persone, una fabbrica  sorda , cieca e autoritaria , che spinge verso la disperazione chi ha problemi gravi e  si vede continuamente negata qualsiasi  soluzione per rendere compatibile il proprio lavoro con  l’esigenza di allevare i propri figli.

Ha scelto  esporsi, firmandosi  in prima persona, perché crede ancora nella possibilità di cambiare e questo chiede alla FIOM, a cui si è recentemente iscritta insieme ad altre operaie, che come lei vogliono dar vita ad un coordinamento delle donne nello stabilimento di Termoli per  sostenere tutte insieme  richieste comuni, un’umanizzazione del lavoro che va in controtendenza contro la filosofia fiat, che vuole una fabbrica disumanizzata e senza diritti .

La settimana prossima nel corso dell’assemblea che la Fiom  ha indetto nello stabilimento di Termoli, dando seguito alle decisioni prese a conclusione dell’assemblea nazionale delle delegate e delegati  del gruppo FIAT del 18 novembre 2010,  insieme alle problematiche generali della vertenza FIAT, affronteremo anche  i temi che la lettera di Stefania solleva e valuteremo come dar vita al coordinamento donne Fiom alla FPT di Termoli.

Insieme con le compagne degli altri stabilimenti, valuteremo a gennaio 2011 come costruire un appuntamento nazionale delle donne del gruppo Fiat.

La lettera

Roma, 17 dicembre 2010