Precariamente …  

di Alessandra Mecozzi

   

Precarietà, ovvero instabilità, incertezza, provvisorietà, temporaneità, secondo il dizionario della lingua italiana. Aggiungiamo: precarietà come ansia del futuro, come condizione sociale diffusa, come dimensione della “modernità”. Insomma una realtà difficilmente definibile per le molteplici facce della realtà che la compongono.

Ed è anche il tema di questo “Notizie Internazionali” che compie 100 numeri, dopo aver attraversato la vita della Fiom negli ultimi 20 anni. Proprio per questo abbiamo scelto di guardare alla precarietà del lavoro e della vita di donne e uomini, da molti punti di vista e luoghi diversi – giuristi, sindacalisti, movimenti, migranti – in Italia, in Europa, nel mondo. Diversi gli approcci e le esperienze, ma legati da un filo comune: la necessità e il desiderio di cambiare. Soggetti con diverse culture,  non rassegnati al presente, reagiscono ai vari aspetti con cui la precarietà si presenta e viene vissuta, con diverse “visioni” del futuro.

Il cuore di questo numero 100 è costituito dagli interventi al Convegno promosso dalla Fiom, a Milano, il 1° giugno: Il valore della contrattazione contro la precarietà che invade i tempi di lavoro e di vita; uno strumento da utilizzare anche in vista della prossima  discussione sulla nuova stagione contrattuale, che guarderà con rinnovata attenzione alle condizioni e all’organizzazione del lavoro, ai suoi cambiamenti, alla necessità che lavoratori e lavoratrici riprendano il controllo su di esse.  Da questo punto di vista il mix di cultura del lavoro giuridica e contrattuale che ha animato il convegno, partecipatissimo, è uno strumento indispensabile.

La precarietà del lavoro e della vita, negli anni più recenti, è diventata non solo condizione, ma oggetto di analisi e lotta dei movimenti, che in molti casi si sono trovati insieme ai sindacati. Tra i primi, la “Mayday ”, una nuova e giovane celebrazione del Primo maggio, in Italia e in Europa, di cui ci racconta la storia Cristina Tajani , poi il grande movimento giovanile e studentesco in Francia che ha animato quel paese per oltre due mesi nella scorsa primavera, ottenendo un primo importante risultato con il ritiro e la sostituzione del Contratto di primo impiego. Dentro al rapporto movimenti e sindacati, guarda con attenzione e complessità Sophie Gosselin, attivista e filosofa, rilevandone le novità e le contraddizioni, anche nel modo di organizzarsi diverso delle reti e delle organizzazioni tradizionali, mentre uno sguardo ottimista sulle prospettive viene da Christophe Aguiton, sindacalista, animatore dei Forum sociali europei e mondiali. Quasi nello stesso tempo, negli Stati Uniti una inattesa risposta alla precarietà migrante è venuta da milioni di donne e uomini del Sud del mondo che rappresentano una grande parte di chi produce ricchezza in quel paese: si sono fatti vedere e sentire – non più invisibili – con uno sciopero del lavoro e delle attività sociali il Primo maggio, contro una legge punitiva e razzista. Un risultato “concertato” tra governo e sindacati è stato raggiunto in Spagna, dove da anni la precarietà sul lavoro, attraverso decine di forme di contratti “atipici”, era diventata elemento strutturale dell’organizzazione e condizione del lavoro nel pubblico e nel privato. Con il nuovo accordo si comincia a invertire la tendenza. La precarietà europea e mondiale, incentivata dalle multinazionali e molti governi che le assecondano con politiche liberiste, dove lavoratori e lavoratrici sono considerati merci sul mercato, utili solo a favorire la crescita dei profitti. Ne danno un’idea gli esempi, dal Nord e dal Sud del mondo di cui parla il rapporto speciale della Fism e il quadro d’insieme delle normative sui migranti. Ne è consapevole la risoluzione della Fem che affronta per la prima volta in modo sistematico un problema denunciato dai sindacati dei vari paesi.

E abbiamo voluto concludere con un nuovo inizio: l’appello di sindacati e movimenti per una grande assemblea “Stop precarietà ora” che si terrà a Roma l’8 luglio, per pensare e discutere di una grande manifestazione nazionale in autunno.