tratto da Kmwf-Kctu
Il 23 novembre è stato
condannato a un anno e mezzo di prigione Sung-hyun Mun, presidente della
Federazione coreana dei metalmeccanici (Kmwf)
Le imputazioni a carico di Mun sono lo sciopero generale del 1998
del Kmwf, lo sciopero del 1999 del Kmwf, ostruzionismo sul lavoro,
organizzazione di assemblee e dimostrazioni.
I motivi legati a queste imputazioni sono i seguenti:
·
3 scioperi organizzati dal
Kmwf il 27/29 maggio, il 14/16 luglio, il 22 luglio 1998 per la garanzia del
lavoro, l'abolizione della legge per i licenziamenti di massa e le agenzie
d'impiego;
·
lo sciopero organizzato il
25/26 febbraio 1999 contro la politica di ristrutturazione per l'impiego, la
riduzione dell'orario di lavoro e il contratto per la garanzia del lavoro;
·
minaccia di sciopero dei
lavoratori della società automobilistica Hyundai, parzialmente di proprietà
della Daymler-Chrysler, il 25 marzo 1999;
·
sciopero generale il 12/15
maggio 1999 contro la politica di ristrutturazione per l'impiego;
·
manifestazione del Kmwf il 27
febbraio 1998 come vice presidente e nel 1999 come presidente per la sicurezza
del lavoro.
Il presidente Mun è stato arrestato nel luglio 1999 e rilasciato
dopo che il pubblico ministero aveva fatto cadere le accuse, ma
successivamente ha deciso di imputargliele, nell'ottobre del 2000. Fino ad ora
il suo caso era rimasto sospeso in attesa di giudizio.
La decisione del tribunale riflette lo stato attuale del governo
coreano e delle leggi sul lavoro, si continua a non riconoscere il diritto dei
lavoratori ad azioni collettive e il diritto allo sciopero per motivi
politici. Il Kmwf ha avuto un ruolo chiave nel movimento dei lavoratori per la riforma delle leggi sul lavoro: la richiesta della
settimana di 40 ore lavorative è la più importante richiesta dei lavoratori
coreani, che hanno l'orario più lungo nel mondo. C'è l'esigenza di cambiare
la politica di ristrutturazione del governo, che porta unicamente a
licenziamenti di massa dei lavoratori senza cercare misure alternative per
razionalizzare strutture proprietarie ormai distorte.
La principale accusa contro il presidente dei sindacati
confederali coreani (Kctu), Dan, Byong-ho, che si trova attualmente in
prigione, è il suo ruolo principale nelle varie lotte politiche del Kctu.
Quindi fino a che il Kmwf sarà il punto chiave negli scioperi organizzati dal
Kctu, le accuse al presidente Mun saranno le stesse del presidente Dan. Le
decisioni del tribunale nei confronti dei due uomini mostra chiaramente che la
legge per la difesa dei diritti dei lavoratori, in Corea, non è altro che una
legge inutile.
(23 novembre 2001)
tratto da Financial Times
I
lavoratori della Volkswagen in Brasile acconsentono alla fine dello sciopero.
È stato raggiunto un accordo con la Volkswagen (Vw) per porre
fine allo sciopero nello stabilimento di Sao Paulo, il più grande della casa
automobilistica fuori della Germania.
L'intesa è stata raggiunta per evitare i licenziamenti di massa
e la fine della produzione ridotta, che durante lo sciopero è stata di 900 veicoli al giorno, aprendo la strada a
nuovi investimenti e a un ammodernamento dell'ormai datato stabilimento di
Anchieta.
Secondo questo accordo, la Vw reintegrerà i 3.000 lavoratori
licenziati la settimana scorsa:
metà di loro torneranno al lavoro immediatamente, mentre gli
altri 1.500 avranno un congedo retribuito fino alla fine di gennaio, secondo
Celso Horta, portavoce del sindacato metalmeccanico.
Nello stesso tempo, la Vw presenterà ai lavoratori un programma
di pensionamento volontario, puntando così su una riduzione della forzalavoro
pari a 700 unità. I dipendenti dovranno accettare inoltre una riduzione del
loro salario e dell'orario di lavoro; questa riduzione è stimata intorno al
15%.
L'accordo arriva dopo che Luiz Marinho, presidente del sindacato
metalmeccanico, si è recato in Germania per un incontro di 2 giorni al
quartier generale della Volkswagen.
Nonostante gli sforzi di ammodernamento degli ultimi anni , lo
stabilimento di Anchieta è rimasto meno competitivo rispetto ai più nuovi
impianti del Brasile, soprattutto perché il costo del lavoro è del 30%
superiore ad altre parti.
Come parte dell'accordo, la Vw ha dichiarato che sta considerando
ulteriori investimenti per ammodernare la fabbrica e per permettere
l'assemblaggio di nuovi modelli di automobili, in tal modo si eviterebbero
massicci licenziamenti. Gli iscritti al sindacato sono attesi oggi per
definire la fine dello sciopero e per votare più tardi, nel corso della
settimana, i termini dell'accordo.
Le vendite di auto in Brasile sono precipitate nei mesi scorsi,
durante la più grande flessione economica. La vendita di veicoli commerciali
e auto private in ottobre ammonta a 99.239 unità, il 15,26% in meno dello
stesso periodo dell'anno scorso.
(19 novembre 2001)
tratto da Reuters
I
lavoratori della Volkswagen brasiliana non sono più in sciopero.
I dipendenti dello stabilimento di Anchieta di Sao Bernardo do
Campo voteranno mercoledì la proposta di accordo faticosamente raggiunta tra
il presidente del sindacato dei metalmeccanici Abc, Luiz Marinho, e la classe
dirigente della Vw tedesca.
"La proposta è complessa e articolata", ha dichiarato
Marinho, "se prendiamo una decisione oggi, molti potrebbero avere dubbi
al momento di votare"; comunque spera che la proposta venga accettata dai
lavoratori, che devono decidere sul taglio del 15% del salario e dell'orario
di lavoro, su una riduzione della paga base, su una settimana lavorativa di 4
giorni nei periodi di basse vendite e su un nuovo programma di produttività.
Il sindacato ha convinto la società ad abbandonare un piano di
ridimensionamento che avrebbe toccato il 6% dei lavoratori all'anno,
sostituendoli con nuovi assunti, il 30% meno cari.
La Vw si è impegnata a investire oltre 200 milioni di dollari
americani nella produzione della nuova Polo per il mercato europeo; inoltre la
Tupi, un modello compatto in fase di sviluppo, verrà prodotta nello
stabilimento di Anchieta.
(19 novembre 2001)
tratto da Reuters
Brasile.
Il sindacato ha dichiarato che la Volkswagen revocherà 3.000 licenziamenti.
La casa
automobilistica tedesca Volkswagen (Vw)"conferma che revocherà i
licenziamenti annunciati.
Un primo accordo sui licenziamenti nel più grande stabilimento
brasiliano della Vw è stato preso, in un incontro nei giorni scorsi, tra il
presidente della Abc Luiz Marinho e il gruppo dirigente tedesco. Lunedì, il
sindacato aveva indetto uno sciopero a oltranza dei 16.000 lavoratori dello
stabilimento di Anchieta per protestare contro i licenziamenti collettivi di
3.000 dipendenti nel corso di una delle più grandi proteste degli ultimi
anni. La Vw ha perso così la produzione di 900 auto giornaliere.
I sindacati hanno discusso le condizioni dell'accordo, che durerà
5 anni, durante il fine settimana, prima di presentarle ai lavoratori in
sciopero, durante un'assemblea. Dette condizioni includono anche questioni
trattate durante gli scorsi negoziati, come il cambio della struttura
salariale e la settimana di 4 giorni lavorativi.
I licenziamenti, che hanno coinvolto l'11% dei 26.800 lavoratori
brasiliani, sono avvenuti dopo che il sindacato ha rifiutato, la scorsa
settimana, di accettare tagli del 15% nell'orario di lavoro e nel salario,
come risposta alle flessioni del mercato nel campo automobilistico.
La Vw ha dichiarato che i tagli di lavoro sono necessari per
l'introduzione di una più moderna linea di assemblaggio che richiede meno
operai, ma Marinho ha argomentato che la responsabilità dei problemi della Vw
non è legata ai lavoratori, ma piuttosto ai dirigenti che spingono per
l'introduzione dei nuovi modelli.
(17 novembre 2001)
Imf NewsBriefs No. 40/2001
14 novembre 2001
La società
Bhp-Billiton è stata condannata per attività antisindacale
Il Congresso ha votato un'azione sindacale
internazionale contro la società mineraria.
Sydney: il 14 novembre il Congresso della Fism ha votato
all'unanimità contro la società mineraria transnazionale Bhp-Billiton,
unendosi in un'azione internazionale e condannando la società per i suoi
tentativi di eliminare i diritti sindacali. Parlando della situazione della
Billiton, Doug Cameron, segretario nazionale del sindacato australiano Amwu,
ha dichiarato: "Lo pensiamo per i lavoratori australiani, ma le storie di
orrore giungono da ogni parte". Alcuni esempi vengono dal Mozambico, dal
Sudafrica, dal Peru e dalla Colombia.
I lavoratori hanno lottato per il diritto alla contrattazione
collettiva nella regione di Pilbara, nell'Australia dell'Ovest, per 2 anni e
mezzo.Per invogliarli ad accettare contratti individuali e abbandonare il
sindacato, la società offriva benefits e aumenti salariali superiori a quelli
dei contratti collettivi. Il 56% dei lavoratori, comunque, è rimasto con il
sindacato. Il 2 novembre i lavoratori e il sindacato hanno ottenuto una grande
vittoria quando la Commissione per le relazioni industriali nell'Australia
occidentale ha stabilito pagamenti uguali per uguali lavori.
(14 novembre 2001)
IMF NewsBriefs No. 39/2001
10 novembre 2001
I
lavoratori della Bhp Billiton conquistano la vittoria più grande
La commissione ha stabilito che i contratti al di fuori
del sindacato sono discriminatori e penalizzano i lavoratori che hanno scelto
il diritto alla contrattazione collettiva.
AUSTRALIA: in una lotta durata gli ultimi due anni, i lavoratori
che hanno resistito alle pressioni societarie per firmare contratti
individuali alla Bhp Billiton di Pilbara, hanno conquistato un aumento
salariale del 26%. Riceveranno immediatamente un aumento del 14%, un altro 6%
in 12 mesi e l'ultimo 6% come contribuzione al pensionamento.
La decisione in questa vertenza così lunga, che riguarda circa
500 lavoratori, è stata presa dalla Commissione per le relazioni industriali
dell'Australia occidentale a Perth il 2 novembre.
Rappresenta un'importante vittoria per i lavoratori e per il
diritto alla contrattazione collettiva, e ha dato un brutto colpo al governo
conservatore di John Howard e ai suoi tentativi di costringere i lavoratori a
firmare contratti individuali.
Il portavoce del sindacato australiano Amwu ha dichiarato che
questa decisione probabilmente porrà fine alla discriminazione tra lavoratori
ed è un chiaro segnale per i datori di lavoro, che se danno aumenti salariali
in contratti individuali, sono costretti a dare lo stesso aumento a chi aveva
rifiutato questo tipo di contratto.
(8 novembre 2001)
Dichiarazione
riguardo la General Electric
"L'unica soluzione per cambiare la situazione dei
lavoratori alla Ge è essere forti, determinati e… uniti".
Sydney: introducendo la relazione, Ed Fire, presidente dell'Iue-Cwa
ha dichiarato che la General Electric (Ge) è stata la principale sostenitrice
della globalizzazione tra le corporazioni transnazionali. Ha sfruttato i
propri dipendenti ovunque per ottenere maggiori profitti per la propria classe
dirigente, che guadagna 4.000 volte più della media dei dipendenti della
società; gli ultimi 20 anni hanno visto la perdita di 100.000 posti di lavoro
alla Tnc.
Ovunque abbia sedi, negli Stati Uniti, in Scozia, in Malesia
ecc., c'è stata una feroce opposizione alle organizzazioni sindacali: negli
Stati Uniti, ad esempio, sono tollerate solo perché esistono per legge.
"L'unica soluzione per i dipendenti della Ge è quella di
essere forti, determinati, impegnati e uniti!".
(14 novembre 2001)
Marcia dei
lavoratori per una giustizia
sociale globale
I delegati del congresso della Fism si uniscono ai
sindacati australiani in una marcia contro la globalizzazione.
Sydney: mentre terminava il 13 novembre il vertice del World
trade organisation (Wto) in Qatar, migliaia di membri dei sindacati
australiani e organizzazioni per la giustizia sociale hanno marciato contro la
globalizzazione aziendale, insieme a 800 delegati della Fism.
La marcia di protesta, iniziata fuori del Centro congressi di
Sydney e continuata attraverso le strade cittadine, è parte della battaglia
sindacale in tutto il mondo contro gli effetti negativi della globalizzazione
aziendale.
Uno degli organizzatori della marcia è Peter Tighe, segretario
nazionale del sindacato Cepu, il quale ha dichiarato che sebbene gli
Australiani stessi si considerino un paese fortunato, stanno vedendo una
decimazione delle loro industrie manifatturiere. C'è il desiderio di un
mercato equo, non libero, e il movimento sindacale deve unirsi in un impegno
globale per coordinare azioni e far pressione alle aziende. Per ottenere ciò,
è stato chiesto l'aiuto della Fism. Marcello Malentacchi, il suo segretario
generale, ha dichiarato che gli effetti distruttivi della globalizzazione
devono essere fermati e che il Wto, i governi e le multinazionali si devono
responsabilizzare in merito ai diritti umani e sindacali.
(13 novembre 2001)
Imf NewsBriefs No. 35/2001
11 ottobre 2001
I
lavoratori della Samancor chiedono un incremento salariale
Scioperano i lavoratori della consociata alla Bhp
Billiton iscritti a Numsa.
Sudafrica: circa 5.000 lavoratori della Samancor (settore cromo),
una consociata della Bhp Billiton, hanno scioperato oggi per richiedere un
aumento salariale del 15%. L'azione di lotta viene intrapresa in vari
stabilimenti della società.
I lavoratori della Samancor
sono rappresentati dal Sindacato nazionale dei metalmeccanici del
Sudafrica (Numsa), affiliato alla Fism.
(10 ottobre 2001)
Aumentano le
repressioni nei confronti dei sindacalisti
Più di 200 sindacalisti sono stati assassinati
nell'ultimo anno.
Mondo: lo studio annuale sulle violazioni de diritti sindacali a
cura dell'Icftu riporta il dato che 209 sindacalisti sono stati uccisi, o sono
"scomparsi" - con un incremento del 50% sulle cifre dell'anno scorso
- 8.500 sono stati arrestati, 3.000 feriti, più di 100.000 hanno subìto
degli attacchi e 20.000 sono stati licenziati per le loro attività sindacali.
Secondo questo studio, che copre quest'anno 140 Stati, 27 più
del 1999, i paesi con più problemi dal punto di vista dei diritti sindacali
sono Colombia, Guatemala, Venezuela, Costa Rica, Cina, Corea del Sud,
Swaziland, Zimbabwe, Bielorussia e Stati del Golfo.
La Colombia rimane il paese più pericoloso del mondo per i
sindacalisti.
(9 ottobre 2001)
Scioperano
i lavoratori iscritti al Sima
I lavoratori della Robert Bosch-Breaks-Alferrarede
sciopereranno per un giorno.
Portogallo: il Sima, Sindacato dell'industria metallurgica e
affini, affiliato alla Fism portoghese, afferma che i lavoratori della Robert Bosch-Breaks-Alferrarede
di Abrantes, sciopereranno il giorno 8 ottobre 2001. Sima dichiara che il
gruppo dirigente non solo ha assunto una posizione intransigente sulle
richieste che il sindacato riteneva importanti, come la trattativa per la
carriera professionale, la promozione basata sul merito, l'assicurazione sulla
salute e un miglioramento salariale,ma non ha avanzato alcuna proposta di
propria iniziativa e non dimostra interesse nell'avere un significativo
dialogo con il sindacato.
Come conseguenza della posizione societaria, Sima sta premendo
per un massiccio blocco di tutti i 400 lavoratori dello stabilimento.
(5 ottobre 2001)
Parigi
manifesta per l'occupazione
I metalmeccanici francesi della Moulinex vogliono farsi
ascoltare dal primo ministro e dal suo governo.
Francia: tutti i sindacati che rappresentano i lavoratori della
Moulinex-Brandt, inclusi la Fgmm-Cfdt e la Fo Metal, si sono uniti
nell'organizzazione di una manifestazione oggi 5 ottobre a Parigi. La marcia
proseguirà verso gli uffici, a Matignon, del primo ministro francese. Si
attende l'arrivo di migliaia di dipendenti del gruppo, così come di una
delegazione di un'altra società di elettrodomestici, la Seb, che aveva
avanzato un'offerta di subentro per salvare la Moulinex.
I sindacati chiedono che il governo intervenga per risolvere i
problemi finanziari della società, e chiedono che i negoziati incomincino
immediatamente con tutte le parti per concertare un piano industriale che
salvaguardi l'occupazione, la professionalità e il futuro della società.
(5 ottobre 2001)
tratto da Dow Jones Newswires
Le
società automobilistiche brasiliane riprendono le trattative sul salario;
sospesi gli scioperi
I produttori d'auto del nodo industriale
brasiliano di San Paolo hanno acconsentito lunedì a riprendere le trattative
sul salario con i metalmeccanici, portando i sindacati locali a sospendere il
piano di scioperi deciso per il resto della settimana, dopo sei giorni di
protesta. La decisione ha fatto seguito a un'onda di scioperi che ha
rallentato la produzione negli stabilimenti fino a lunedì scorso, perché
circa 60.000 operai delle catene di montaggio hanno avanzato la richiesta di
un immediato aumento salariale del 7%.
In seguito a un incontro dello scorso lunedì
con i direttori generali, le aziende locali della Volkswagen, della Ford
motor, della Scania Ab, della Toyota motor e della DaimlerChrysler Mercedes
Benz hanno accettato di ritornare al tavolo delle trattative con i
rappresentanti sindacali martedì alle 16,00. Anche se le aree di parcheggio
delle società automobilistiche sono piene di macchine invendute per la crisi
economica, alcune società hanno manifestato preoccupazione per il mancato
rispetto delle scadenze degli ordini. Organizzati nel più potente sindacato
brasiliano, i metalmeccanici chiedono un aumento salariale almeno del 7%
quest'anno. Ma le società hanno dichiarato di non poter andare oltre il 5% se
le vendite continuano a precipitare nel bel mezzo di una richiesta di consumi
stagnante.
Adi Lima, presidente della divisione dei
metalmeccanici della Cut, ha dichiarato che gli scioperi a rotazione
continueranno nei reparti degli stabilimenti delle società automobilistiche
fino a che le aziende si rifiuteranno di offrire una proposta migliore di
aumento salariale.
I produttori automobilistici del paese
hanno recentemente tagliato la loro produzione per il 2001 di 100.000 unità e
la crisi ha già colpito il mercato del lavoro. Molte compagnie si sono
trovate a dover lasciare a casa i dipendenti almeno per 10 giorni, mentre la
Volkswagen, la più grande società automobilistica in Brasile, ha dichiarato
di dover licenziare 4.000 dei suoi 20.000 dipendenti.
Del gruppo di società automobilistiche da
lunga data in Brasile, solo la General motors e la Fiat non sono state colpite
dallo sciopero dei metalmeccanici: la Fiat perché ha le fabbriche nello stato
sudorientale di Minas Gerais, mentre i lavoratori della General motors della
linea di montaggio appartengono a un altro sindacato.
(16 ottobre 2001)
tratto da Dow Jones Newswires
Società
automobilistiche e metalmeccanici vicini al patto salariale
San Paolo: le case automobilistiche
brasiliane del nodo industriale di San Paolo hanno dichiarato martedì di
essere disposte a dare ai lavoratori metalmeccanici un aumento salariale
maggiore di quello del 5% originariamente proposto, aumentando le speranze che
un accordo possa essere raggiunto con i sindacati prima della fine della
settimana.
La decisione fa seguito a un incontro di
due ore svoltosi martedì tra i
vertici delle società automobilistiche e i sindacati. Le società hanno
accettato di riprendere i negoziati dopo che i sindacati avevano organizzato 6
giorni di sciopero di due ore e proteste per l'intero giorno in vari
stabilimenti della regione, rallentando la produzione.
Rappresentanze della Volkswagen, della
Toyota motor, della Ford motor, della Scania, della DaimlerChrysler Mercedes
Benz e della General motors hanno messo in programma un altro incontro coi
sindacati per mercoledì alle 16,00.
"Abbiamo fatto molti progressi se
adesso i produttori automobilistici sono disposti ad andare oltre la loro
proposta originale", ha dichiarato Luiz Marinho, presidente del sindacato
metalmeccanico di San Paolo.
I metalmeccanici stanno cercando di
ottenere un aumento salariale del 7%, che corrisponde al tasso d'inflazione
calcolato negli ultimi 12 mesi. Ma le case automobilistiche, a causa della
caduta precipitosa delle vendite per il ristagno economico, inizialmente
avevano proposto un aumento che il sindacato lamentava non essere rapportato
al tasso d'inflazione.
Contrariamente a quanto riportato dai media
martedì, i produttori di automobili, durante i colloqui di martedì, non
hanno utilizzato i risultati dei ricorsi fatti presso il tribunale nel 2000 in
riferimento al ritocco salariale dello scorso anno, come parte della
trattativa.
L'ordinanza ribalta la precedente del
tribunale del lavoro, che aveva assegnato ai metalmeccanici dello Stato di San
Paolo un aumento del 10% l'anno scorso, riducendolo all'8% come proposto dalle
società automobilistiche. In risposta, il sindacato ha dichiarato che si
appellerà alla sentenza.
(17 ottobre2001)
Licenziati
700 lavoratori di una società della Billiton in sciopero
La Mozal, una società in Mozambico che
lavora l'alluminio, ha licenziato
tutti i dipendenti, facendo ricorso alla polizia e ai cani per cacciarli dallo
stabilimento.
Mozambico: oggi, 3 ottobre 2001, dopo solo alcune ore di sciopero
alla Mozal, uno stabilimento della Billiton vicino a Maputo, i 700 lavoratori
in lotta, membri del sindacato Sintime, sono stati formalmente licenziati
dalla società, che ha fatto ricorso alla polizia e ai cani per allontanare i
lavoratori dai fabbricati. La vertenza era iniziata dopo che i dipendenti
avevano chiesto: il diritto a una contrattazione adeguata, il diritto allo
sciopero, il miglioramento delle condizioni di lavoro, salari migliori, la
fine delle discriminazioni.
Nel tentativo di evitare lo sciopero, la Mozal aveva attuato
varie strategie. Il 2 ottobre la società aveva accusato il delegato sindacale
di intimidire i lavoratori e lo aveva fatto arrestare e detenere dalla polizia
per 4 ore; aveva inoltre assunto manodopera bianca da utilizzare durante lo
sciopero dei dipendenti. La società ha inviato le lettere di licenziamento
senza alcun preavviso.
Vedendo questa situazione, il sindacato nazionale del Sudafrica e
la Sintime hanno coordinato un'azione di solidarietà da parte dei dipendenti
di tutti gli stabilimenti della Billiton in Sudafrica e Numsa ha cercato di
fissare un incontro con i dirigenti della Billiton; dal 4 ottobre tutti i
lavoratori dei vari stabilimenti della Billiton inizieranno un'azione di
picchettaggio per far pressione al gruppo dirigente.
(3 ottobre 2001)
La campagna
antisindacale della Nissan sconfigge la Uaw
Il sindacato spiega come il gruppo
dirigente statunitense abbia "tempestato i lavoratori con informazioni
distorte, ingannevoli e sbagliate" riguardo la Uaw.
Usa: i dipendenti dello stabilimento della Nissan di Smyrna, nel
Tennessee, hanno rifiutato la rappresentanza sindacale del sindacato dell'auto
americano, la Uaw. Stando al "Financial Times", su 4.589 voti, 1.486
sono stati a favore, contro 3.103 contrari.
In una nota pubblicata immediatamente dopo il risultato del voto,
il presidente della Uaw, Steve Yokich, ha definito la perdita delle elezioni
alla Nissan come "un passo indietro per i lavoratori della società…
Rimane il fatto che nell'economia globale, i dipendenti della Nissan hanno
bisogno e meritano un posto al tavolo delle decisioni che solo un sindacato può
garantire".
Bob King, che è a capo del dipartimento organizzativo della Uaw,
ha descritto come prima delle elezioni ai lavoratori della Nissan non venisse
neppure permesso di parlare con i membri della Uaw. La società ha sorvegliato
strettamente i dipendenti che erano stati ingaggiati per la distribuzione dei
volantini pro sindacato all'interno e all'esterno dello stabilimento.
Inoltre i lavoratori della Nissan che si pensava fossero indecisi
sul voto sono stati costretti dalla società a frequentare degli incontri,
ripetutamente, dove venivano tempestati da informazioni distorte, sbagliate e
ingannevoli sulla Uaw. Ogni singolo operaio della Nissan è stato sottoposto giornalmente a una campagna
disinformativa su qualunque cosa riguardasse le relazioni tra la società e il
sindacato negli altri paesi.
(4 ottobre 2001)
Il
governo si rimangia la promessa di liberare Dan Byung-ho
Il presidente della Confederazione dei sindacati
coreani, imprigionato per la sua attività sindacale, doveva essere rilasciato
il 3 ottobre
Repubblica coreana: la Confederazione dei sindacati coreani ha
dichiarato che, contrariamente alle promesse fatte dalle autorità
governative, il suo presidente, Dan Byung-ho, non lascerà la prigione di
Seoul il 3 ottobre e verrà trattenuto a tempo indeterminato. Era stato
arrestato il 2 agosto per avere guidato la campagna di scioperi e
manifestazioni promossa dal Kctu a giugno.
Inizialmente era stato rilasciato
nell'agosto del 1999 per un'amnistia, quando gli restava da scontare una pena
di 2 mesi e 4 giorni, ma era stato incarcerato nuovamente questo agosto con la
promessa del governo che se Dan avesse finito di scontare il periodo di
detenzione rimasto, avrebbe messo fina ai mesi di ostilità fra il Kctu e il
governo.
Questa promessa era il frutto di un accordo con il leader
cattolico Kim Seung-hoon, che aveva fatto da mediatore tra il Kctu e il
governo quando Dan stava guidando una protesta nella cattedrale di Seoul di
Myongdong. Il governo accettò di rinunciare agli arresti e a un'azione legale
nei confronti degli attivisti del Kctu se Dan di sua volontà fosse tornato
dentro: chiaramente il governo non voleva agire legalmente contro Dan in veste
di presidente del Kctu.
Comunque, il 28 settembre il pubblico ministero ha mosso nuove
accuse contro Dan e ha ottenuto di trattenerlo in prigione per le indagini e
fino a nuovo processo. Le autorità governative ora negano che ci sia mai
stato un accordo e durante un vertice ad alti livelli il 29 settembre si è
deciso di lasciare Dan in prigione.
(4 ottobre 2001)
Con le imminenti elezioni sindacali allo
stabilimento della Nissan di Smyrna, nel Tennessee, il gruppo dirigente
scredita il sindacato
Usa: il segretario generale della Fism, Marcello Malentacchi, ha
scritto ai dirigenti della Nissan di Smyrna, per "puntualizzare alcuni
concetti" in seguito a un memorandum della Nissan, indirizzato a tutti i
dipendenti, che cercava di dissuadere i lavoratori dal votare in favore della
Uaw. L'elezione avverrà il 3 ottobre e la Uaw spera di ottenere il 50% più 1
di voti necessari per conquistare la rappresentanza alla Nissan.
Per iniziare, "sono rimasto colpito dalle notizie distorte
divulgate circa l'attività sindacale agli stabilimenti Nissan negli altri
paesi. In un momento in cui l'America e il mondo intero sono chiamati a
fronteggiare i recenti, tragici eventi, l'ostile attacco dei dirigenti della
Nissan nei confronti di uno dei maggiori sindacati americani è
spaventoso". Viene ricordato che l'insieme dei lavoratori della Nissan in
molti paesi di tutto il mondo è rappresentato dai sindacati di Giappone,
Francia, Gran Bretagna, Sudafrica, Thailandia, Messico, Spagna,Taiwan e molti
altri. "Questo significa, senza alcun dubbio, che i dirigenti della
Nissan possono operare davvero efficacemente in un contesto sindacale. Mi sono
incontrato con i dipendenti della Nissan in ognuno di questi paesi ed è
chiaro che essi vedono la rappresentanza sindacale come il mezzo per ottenere
paghe migliori, condizioni di lavoro migliori e sicurezza." In secondo
luogo, Malentacchi ha manifestato la propria sorpresa per l'evidente, falsa
affermazione presente nel memorandum della Nissan secondo cui "i governi
socialisti di Inghilterra e Francia richiedono grandi stabilimenti per avere
un sindacato". Di fatto, la legge britannica non richiede grandi o
piccole fabbriche per avere un sindacato. Se il 50% più 1 dei lavoratori
chiede di riunirsi in un sindacato, questo viene automaticamente riconosciuto.
Oppure, se il 10% dei lavoratori si unisce in un sindacato, allora bisogna
eleggere una rappresentanza. Il sindacato deve vincere ottenendo sia la
maggioranza nelle elezioni sia avere il 40% dei sì degli aventi diritto al
voto. Questa legge è stata fatta durante il governo conservatore di Margaret
Thatcher, non durante quello dei socialisti.
In Francia non sono richieste né piccole né grandi fabbriche.
In verità, non sono indispensabili i lavoratori francesi per formare un
sindacato: ma alla Renault molti dipendenti ne fanno parte perché i sindacati
hanno ottenuto molti vantaggi per i lavoratori del settore automobilistico.
Come terzo punto, in Europa i lavoratori sono protetti da leggi
che riguardano le ferie e i permessi retribuiti, assicurazioni sulla salute e
altri vantaggi che non sono negoziabili. "Questo - afferma Malentacchi -
è la sola via che conosciamo come corretta. Ma qui stiamo sostenendo una tesi
in favore del voto alla Uaw, perché l'America non garantisce certi vantaggi
con la legge, le società sono libere di fare le loro scelte, piuttosto che
negoziarle con i lavoratori attraverso i loro sindacati."
In quarto luogo, "avete seriamente distorto la natura del
sindacato in Giappone. Il sindacato della Nissan e la Jaw (la Confederazione
sindacale dei lavoratori dell'auto giapponesi) hanno entrambe un rapporto
positivo con la Uaw. Essendo a capo di un sindacato internazionale, ho
constatato personalmente l'alto livello di rispetto raggiunto dalla Uaw con le
società statunitensi e straniere con le quali coopera. La Uaw ha ottenuto
risultati eccezionali, ma spesso ha fatto questo lavorando con i dirigenti
aziendali".
(1 ottobre 2001)
IMF
NewsBriefs No. 30/2001 venerdì
31 agosto 2001
I
lavoratori della Volkswagen in Messico rifiutano l'accordo
Continuerà lo sciopero nello stabilimento
di Puebla fino a che la società non migliorerà la sua offerta.
Messico: almeno il 97% dei 12.500
dipendenti in sciopero hanno votato contro l'ultima proposta fatta dalla
società , che propone un incremento salariale dell'8,5%. Così lo sciopero,
arrivato al suo 13° giorno, continuerà.
Il segretario generale del sindacato della
Volkwagen, Jose Luis Rodriguez, ha dichiarato che "vogliamo veramente
ricevere una proposta seria, accettabile, da portare in assemblea".
L'ultima richiesta del sindacato era di un
aumento del 16%, perché la produzione nello stabilimento di Puebla è
cresciuta e i lavoratori messicani delle altre società automobilistiche
internazionali hanno ricevuto incrementi che vanno dal 10 al 16% in
quest'anno.
(30 agosto 2001)
La situazione del settore auto in Messico -
Ufficio internazionale
I
lavoratori brasiliani del settore auto iniziano una campagna
La richiesta di un aumento salariale parte
da un minimo del 7%.
Brasile: circa 130.000 lavoratori del
settore auto brasiliani nello stato di Sao Paulo hanno iniziato la loro
campagna il 30 agosto per ottenere un aumento salariale in settembre di un
minimo del 7%.
I dipendenti di Ford, Toyota,
DaimlerChrysler, Scania e Volkswagen contano di fermare il lavoro per brevi
periodi come avvertimento prima che il negoziato venga avviato.
La richiesta del 7% deriva dal calcolo
dell'inflazione degli ultimi 12 mesi: l'anno scorso i dipendenti delle società
automobilistiche hanno ricevuto un aumento del 10%,che per la prima volta in 6
anni eccedeva il tasso d'inflazione.
(30 agosto 2001)
La situazione del settore auto in Brasile -
Ufficio internazionale
Accordo tra la Ig Metall e la
Volkswagen
La società tedesca assumerà e formerà
3.500 lavoratori a Wolfsburg, con la possibilità di altri 1.500 a Hannover.
Germania: in una dichiarazione rilasciata
il 28 agosto 2001, il presidente della Ig Metall, Klaus Zwickel, ha affermato
che l'accordo raggiunto nei negoziati tra il sindacato tedesco dei
metalmeccanici e la Volkswagen è "un successo per il sindacato".
La richiesta della Ig Metall di aggiungere
al progetto originario della Volkswagen - chiamato "5.000 per 5.000"
- una settimana lavorativa di 35 ore e un salario adeguato ai livelli del
contratto collettivo regionale, è stata soddisfatta. Nello stesso tempo,
questo accordo contiene nuovi elementi per la contrattazione collettiva e per
la qualificazione nell'organizzazione del lavoro.
La produzione del nuovo modello della
Volkswagen mini-van, che dovrà essere costruito nello stabilimento tedesco di
Wolfsburg, "è un importante segnale per la creazione di posti di
lavoro" ha dichiarato Zwickel "e per la competitività della
Germania come sito produttivo, contrariamente a tutte le voci sugli stipendi e
sulle condizioni di lavoro poco attraenti della Germania".
Nota della Ig Metall di Hannover per
lavoratrici-lavoratori della Volkswagen Ag - Accordo alla Volkswagen - Ufficio internazionale
IMF NewsBriefs
No. 29/2001 giovedì
23 agosto 2001
Assassinati operai
metallurgici nello Zimbabwe
Il tragico assassinio è avvenuto alla
Zisco Steel durante un sit-in
Zimbabwe: La Fism è rimasta scioccata nel
sapere dalla sua affiliata, il sindacato dei metalmeccanici dello Zimbabwe (Zimu),
che nel corso di un sit-in presso la società Zisco Steel quando la polizia ha
inseguito migliaia di lavoratori in sciopero lanciando gas lacrimogeni,
l'esercito ha iniziato a sparare. Due lavoratori, Samuel Masivatsa e Never
Daniels sono morti all'istante e un terzo, J.Zimba, è morto più tardi. Altri
sei sono rimasti feriti da pallottole vaganti.
La lotta è iniziata a luglio, quando il
negoziato per la contrattazione collettiva tra il gruppo dirigente e il
sindacato Zimu riguardante i salari e i benefits per il biennio
2001-2002 è arrivato a un punto morto. Il sindacato ha quindi intrapreso
un'azione di sciopero, iniziando un sit-in il 7 agosto e il tragico
avvenimento è accaduto il secondo giorno, l'8 agosto. È stato detto che la
mano pesante del governo è dovuta al fatto che possiede l'89 % di azioni
della società, che a causa di una cattiva amministrazione è in passivo, con
una corruzione assai diffusa e un direttore generale designato dal mondo
politico.
Il ministro del Lavoro ha infine stabilito
che ai lavoratori della Zisco fosse assegnato un aumento in busta pari al 15%
del costo della vita, retroattivo a partire da gennaio 2001 e che i lavoratori
tornassero al lavoro il 10 agosto: la paga base per stare al di sopra della
soglia di povertà in Zimbabwe è di 289 dollari Usa, laddove i lavoratori
della Zisco ne percepiscono 36.
(22 agosto 2001)
Continua il conflitto
alla Volkswagen del Messico
Oltre 12.000 dei 16.000 lavoratori dello
stabilimento di Puebla hanno
incrociato le braccia.
Messico: Lo sciopero iniziato il 18 agosto
allo stabilimento di Puebla, in Messico, continua dal momento che i dirigenti
ancora si rifiutano di fare una proposta ragionevole per un aumento salariale
ai 16.000 dipendenti. Il segretario generale del sindacato della Volkswagen,
José Luis Rodriguez Salazar, ha dichiarato che il sindacato, che organizza i
tre quarti dei lavoratori dello stabilimento, ha richiesto un aumento
salariale del 21%, contro il 5,5% proposto dalle autorità governative. Al
momento i lavoratori della VW guadagnano al giorno mediamente 29 dollari Usa.
Il presidente della Volkswagen group global
works' council, Klaus Volkert e il suo segretario generale, Hans-Jurgen Uhl,
hanno parlato con gli esecutivi della VW in Germania affinché la società del
Messico faccia
una nuova offerta per raggiungere un accordo. Sia Volkert che Uhl lo ritengono
urgente e indispensabile per risolvere il conflitto e porre fine allo sciopero
velocemente. Si è anche saputo che i dirigenti della VW in Messico stanno
tentando di convincere le autorità governative che lo sciopero è illegale e
forzare i lavoratori a riprendere il lavoro.
(21 agosto 2001)
Appoggio
brasiliano ai lavoratori del settore auto del Sudafrica
I lavoratori della DaimlerChrysler dello
stabilimento di Sao Bernardo rifiutano il trasferimento della produzione o di
qualunque altra cosa che possa arrecare danno alla lotta del Sudafrica.
Brasile/Sudafrica: una forma di solidarietà
internazionale ai lavoratori in sciopero del settore auto del Sudafrica è
arrivata dai lavoratori della DaimlerChrysler del Brasile. Parlando a nome del
Works Council dello stabilimento di Sao Bernardo della DaimlerChrysler e del
sindacato del metalmeccanici Abc-Cnm/Cut, Valter Sanches ha
dichiarato di appoggiare la lotta dei lavoratori dell'auto sudafricani,
arrivata alla terza settimana.
"È assolutamente chiaro che le società
transnazionali sono interessate solo a ottenere il massimo dei profitti a
scapito delle condizioni di lavoro e di vita dei propri impiegati. In Brasile
si comportano nello stesso modo, pagando salari molto più bassi che nei loro
paesi di origine".
Quando i lavoratori della DaimlerChrysler
brasiliani hanno saputo che la società faceva pressione sui lavoratori in
sciopero minacciandoli di spostare la produzione altrove, si sono messi in
contatto con il General works council della DaimlerChrysler in Germania
chiarendo che non avrebbero accettato un eventuale trasferimento della
produzione o qualunque altra cosa potesse danneggiare la lotta dei lavoratori
sudafricani.
(21 agosto 2001)
La situazione del settore auto in Sudafrica
- Ufficio internazionale
Ai
metalmeccanici del Sudafrica in sciopero va la solidarietà internazionale
I lavoratori tedeschi della DaimlerChrysler
rifiuteranno qualunque trasferimento della produzione dal Sudafrica alla
Germania
Sudafrica/Germania: in seguito alle
interviste rilasciate da Christopher Kopke, direttore generale della
DaimlerChrysler sudafricana, nelle quali minacciava
il trasferimento della produzione della serie di vetture C-class negli
stabilimenti tedeschi di Sindelfingen e di Brema, il direttore del
DaimlerChrysler's General Works Council, Erich Klemm, ha dichiarato che i
lavoratori tedeschi non sono disposti ad accettare trasferimenti di produzione
da impianti dove è in corso uno sciopero.
Lo sciopero nel settore automobilistico,
organizzato da Numsa che ha coinvolto DaimlerChrysler, Bmw, Nissan, Toyota,
Delta/General Motors, Ford e Volkswagen, è iniziato il 6 agosto: le società
automobilistiche sono rimaste ferme alla loro offerta di un aumento salariale
del 7,5%, contro una richiesta sindacale del 12%.
In una lettera al segretario generale di
Numsa, Silumko Nondwangu, Erich Klemm ha condannato in modo categorico questo
tentativo della DaimlerChrysler di minacciare il trasferimento della
produzione per influenzare l'andamento della contrattazione collettiva.
Inoltre, Klemm ha affermato che non accetteranno nemmeno gli straordinari per
compensare la perdita della produzione durante lo sciopero. "Domandiamo -
ha dichiarato - che le rappresentanze della DaimlerChrysler del Sudafrica
usino tutto il loro potere per riportare la classe datoriale intorno al tavolo
della trattativa per trovare un compromesso accettabile che risolva il
conflitto."
(16 agosto 2001)