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numero 72 giugno 2001 |
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Infortunio sul lavoro in Brasile
Sei lavoratori dello stabilimento della Alumar hanno fatto ricorso a cure ospedaliere
Brasile: è avvenuto un
incidente alla Alumar Aluminium, società di Sao Luis, in Brasile, nel
pomeriggio del 6 luglio 2001, dove sei lavoratori sono rimasti seriamente
feriti tanto che hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere. Non si conosce
la gravità delle ferite, né le cause e le circostanze in cui è avvenuto
l'incidente, perché i dirigenti della società si sono rifiutati di fornire
spiegazioni a Sindmetal, il sindacato che rappresenta i lavoratori della
raffineria.
Oltre a questa mancanza di
cooperazione da parte del gruppo dirigente, i sindacalisti sono stati
minacciati dalle guardie di sicurezza e lo staff dell'ospedale ha ricevuto
istruzioni dalla Alumar di non fornire informazioni sui feriti al sindacato.
La società Alumar Aluminium
è comproprietaria sia dell'Alcoa sia dell'Alcan. La Fism ha scritto a tutti
gli affiliati chiedendo loro di inviare lettere di protesta alle due società
e al presidente del Brasile, al primo ministro e al ministro del Lavoro,
chiedendo un'inchiesta urgente per scoprire le cause dell'incidente e per il
tentativo dell'Alumar di non portare a conoscenza del pubblico l'accaduto.
Sempre in queste lettere la Fism ha fortemente incoraggiato in Alumar una politica per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, con la costituzione di un comitato equamente composto da dirigenti della società e da rappresentanti sindacali.
(12 luglio 2001)
Si profila uno sciopero nell'industria
automobilistica del Sudafrica
Anche se il
processo di contrattazione ha fatto piccoli ma significativi passi, Numsa
dichiara uno sciopero nel settore dell'industria automobilistica
Sudafrica: in
un articolo dell'11 luglio 2001, il sindacato dei lavoratori metalmeccanici
sudafricani Numsa, affiliato alla Fism, ha dichiarato che verrà portato a
termine uno sciopero generale nel settore dell'industria automobilistica.
Numsa e l'Organizzazione padronale manifatturiera del'auto (Ameo) si sono
riuniti oggi per l'incontro finale sulla negoziazione del salario.
Ameo ha
proposto un aumento generale del 6,5 % della paga, insistendo per un contratto
di 5 anni, mentre il sindacato chiede un aumento del 15 % e un contratto
biennale.
Sebbene
l'aumento della produttività dell'industria sia del 3,5%, il sindacato ha
dichiarato che l'incremento proveniente da questi profitti non va ai
lavoratori e la parte datoriale si è sforzata molto poco durante la
trattativa.
Le principali richieste di Numsa sono orientate alla protezione del potere d'acquisto dei lavoratori, non solo, ma vogliono essere anche un contributo positivo per l'economia e l'industria automobilistica. Negli ultimi 5 anni i lavoratori del settore hanno visto drasticamente diminuire il loro potere d'acquisto: un incremento della paga dovrebbe colmare questo divario.
(11 luglio
2001)
Possibili enormi perdite di posti di lavoro alla Iscor
Rischio di
21.000 tagli di posti di lavoro se la Iscor propone il procedimento di
frazionamento.
Sudafrica: ci
saranno 21.000 licenziamenti se andrà avanti l'operazione di frazionamento
della Iscor, una società di materie prime, in due entità separate, mineraria
e dell'acciaio. Se il processo proposto andrà avanti, la forzalavoro dell
settore minerario subirà tagli per 6.000 posti, e nel settore dell'acciaio
tutti e 15.000 i lavoratori perderanno il loro impiego.
Il sindacato
Numsa, affilato alla Fism, che rappresenta la maggioranza dei lavoratori,
crede che l'industria dell'acciaio corra un grave rischio se il frazionamento
della società non riuscirà a produrre una sostenibilità del settore. Molte
società falliranno perché dipendono dalla Iscor per la sopravvivenza, e non
è certo che il frazionamento sarà redditizio. Numsa non è convinta che
questo processo darà risultati positivi. Sebbene la divisione acciaio non dia
profitti, il settore minerario ha portato profitti notevoli negli anni e ha
contribuito a sostenere il ramo acciaio.
Numsa crede
anche che il frazionamento possa essere visto come un modo di indebolire i
sindacati nell'industria dell'acciaio.
"L'economia sudafricana sta perdendo lavoro specialmente nel settore manifatturiero, e il rischio di tagliare 21.000 posti di lavoro alla Iscor sarebbe un enorme disastro per l'economia sudafricana", ha dichiarato il sindacato, chiedendosi "Chi acquisterà merci e servizi nel paese se la maggior parte della forzalavoro ha perduto il posto?".
(6 luglio 2001)
La Zf rompe l'accordo con i lavoratori argentini
Malgrado le
promesse di un impiego sicuro, la società transnazionale tedesca chiuderà il
suo stabilimento.
Argentina: insieme
al sindacato dell'auto Smata, affiliato Fism, i lavoratori della Zf, la
multinazionale tedesca che produce principalmente forniture per l'industria
dell'auto, appresero nell'aprile scorso che la società intendeva cessare la
sua attività produttiva in Argentina. La decisione è stata presa anche se
precedentemente la Zf aveva firmato un accordo con il sindacato che garantiva
la certezza dell'impiego almeno fino al 31 dicembre 2002.
Il sindacato ha
dichiarato che la società aveva garantito la sicurezza dei posti di lavoro in
cambio dell'accettazione da parte degli impiegati di lavorare nel nuovo
stabilimento, distante 100 km. dal precedente, e di devolvere oltre 75 ore
extra al mese in "tempo di pendolarismo".
Ora, non solo i
lavoratori perdono il loro mezzo di sussistenza, ma la società ha dichiarato
che offrirà loro solamente il 50% della liquidazione spettante.
Tra le varie iniziative prese da Smata e dal suo segretario generale, José Rodriguez, per trovare una soluzione, sono stati organizzati incontri con i funzionari del ministero del Lavoro, oltre a una protesta davanti all'ambasciata tedesca a Buenos Aires, per sottoporre una serie di richieste alle autorità del governo tedesco.
(5 luglio 2001)
Cos'è il G8?
Il segretario
generale della Fism sottolinea il bisogno di istituzioni internazionali per un
governo del mondo più forte, trasparente, che abbia davvero una dimensione
sociale.
Ginevra: "I disordini come quelli recenti di Goteborg, Praga, Davos, Nizza, Washington, Seattle e Sydney mostrano chiaramente che le decisioni prese senza consultare la gente non verranno mai accettate, anche se sono buone" - ha dichiarato Marcello Malentacchi, segretario generale della Fism. "Il G8 non ha regole: si riuniscono e decidono secondo la loro agenda, senza un procedimento democratico e di trasparenza".
(4
luglio 2001)
Kctu verso lo sciopero generale
Il Kctu
dichiara gli scioperi per le dimissioni del governo di Kim Dae-jung in
risposta a una grave provocazione del governo stesso.
Repubblica
coreana: la Confederazione coreana dei sindacati (Kctu) ha proclamato uno
sciopero politico per il 5 luglio, e la più grande forza che guiderà lo
sciopero sarà il Kmwf, la Federazione coreana dei metalmeccanici.
La decisione
dello sciopero generale è stata presa dopo che Mun Sung-hyun, presidente del
Kmwf ha fortemente spinto per questo sciopero generale, per fermare la guida
neoliberale del governo e per ottenere le richieste avanzate dal Kctu. Mun ha
anche aggiunto che i lavoratori dell'industria dell'auto di Hyundai, Kia,
Ssangyong stanno già preparandosi allo sciopero generale del 6 luglio e i
sindacati che rappresentano i lavoratori dei cantieri navali fanno
altrettanto. In risposta a Mun, i membri del Comitato centrale del Kctu hanno
chiesto ai dirigenti di dichiarare uno sciopero generale con la partecipazione
di tutti i 600.000 iscritti del Kctu nello stesso giorno.
Dopo la decisione unanime di fare lo sciopero politico, è stata discussa la possibilità di rafforzare la campagna del Kctu per le dimissioni del governo. Al termine della discussione i membri del Comitato centrale hanno richiesto un Congresso nazionale straordinario del Kctu per decidere di un possibile raduno a Seoul con la partecipazione di 100.000 iscritti da tutte le parti del paese nel caso il governo continui la sua azione di soppressione.
(1 luglio 2001)
La
dichiarazione dell'Fkmtu sui licenziamenti
alla Volvo
La Federazione
dei sindacati coreani metalmeccanici ha dichiarato che la Volvo construction
equipment group (Vceg) sta violando l'accordo collettivo.
Repubblica
coreana: il 6 giugno, la Vceg ha annunciato licenziamenti in tutto il mondo
per 950 lavoratori. In accordo con il progetto, la Volvo construction
equipment Korea (Vcek) taglierà più di 120 posti di lavoro, quasi il 9%
della forzalavoro totale.
Il sindacato e
i dirigenti della Vcek hanno avuto 12 incontri per la trattativa sindacale tra
il 30 aprile e il 4 giugno, ma la situazione si è aggravata fino all'annuncio
del piano di licenziamenti. Anche se l'accordo collettivo rimane valido e la
società ha registrato un surplus per il secondo anno consecutivo, il gruppo
dirigente ha portato a conoscenza del sindacato il proprio progetto e ha
minacciato che chiuderà gli stabilimenti se il sindacato proclamerà uno
sciopero.
Nel 16°
incontro per la negoziazione, il 26 giugno, il sindacato ha fatto molte
concessioni ma il gruppo dirigente della Vcek ha ribadito che la questione non
è negoziabile.
L'opinione ufficiale dell'Fkmtu è che la Vcek ha chiaramente violato l'accordo collettivo. Il divario tra le due parti è talmente largo che il sindacato non ha scelta e dichiarerà lo sciopero.
(29 giugno 2001)
Schiacciante sostegno per l'azione di
sciopero
Numsa ha
dichiarato che la società X-Strata Chrome sta riaprendo vecchie ferite.
Sudafrica:
Numsa ha dichiarato che il primo giorno dell'azione di sciopero alla società
X-Strata Chrome di Rustenburg ha raccolto uno schiacciante e favorevole
sostegno da parte degli 800 lavoratori che hanno promesso di continuare con lo
sciopero fino a che le loro richieste non saranno soddisfatte.
La settimana
scorsa, Numsa e la società non sono riusciti a risolvere la controversia che
dura da due mesi nell'incontro con l'Engineering bargaining council. La società
sta pagando i
lavoratori sospesi il 25% della paga base, inclusi i bonus di frequenza, più
la metà del contributo per il loro fondo previdenziale e ha sospeso le
sovvenzioni per le spese mediche.
Secondo il
sindacato, la società ha agito in violazione dei suoi obblighi rifiutando di
aderire alle richieste di Numsa su liquidazione e cassa integrazione. I
lavoratori hanno intrapreso la via dell'azione industriale perché la società
non è riuscita a concludere la questione attraverso il normale dialogo.
La risposta della classe datoriale non è stata dignitosa, secondo Numsa. "La sola conclusione a cui possiamo arrivare da queste risposte illogiche è che la società sta riaprendo vecchie ferite."
(22 giugno 2001)