Lettera aperta alle lavoratrici e ai lavoratori Sirti
L’opinione è che siamo vicini alla possibilità di chiudere questo contratto integrativo Sirti, il primo integrativo dopo oltre 10 anni. È altrettanto vero che quando si arriva alla stretta finale, le distanze sui punti condivisi che possono sembrare modesti, rischiano di essere veri ostacoli. È questo che sta accadendo nella trattativa con Sirti. Da una parte c’è la Direzione che su due temi centrali:
Due punti che sulla carta sono superabili, ma che vedono la direzione anteporre ragioni non squisitamente contrattuali al possibile accordo.
Dall’altro ci sono alcune RSU, di tutte le sigle, che ritengono le disponibilità sino ad oggi strappate poca cosa e per alcuni in contrasto con la piattaforma. C’è chi ritiene che sarebbe più utile non concludere alle condizioni proposte dal sindacato negli ultimi incontri e riprendere, proseguire il confronto e sopratutto la lotta per applicare la piattaforma. Posizioni legittime. Rispetto alla piattaforma ci sono temi che non sono entrati nella possibile bozza di intesa, uno dei punti a titolo d’esempio è l’indennità trasferta. Va riconosciuta che la generosità dei lavoratori Sirti su questo integrativo è stata encomiabile, sia sotto il profilo della partecipazione media agli scioperi, sia al recente sciopero di 8 ore con manifestazioni tenutesi a Milano e a Napoli. Per questa forza, per la giustezza delle rivendicazioni, per la loro sicura compatibilità con l’andamento buono dell’azienda, ritengo che se Sirti non fosse disponibile a aprire ancora quel portafoglio, quel tanto che serve per chiudere saremmo pronti, sentiti i lavoratori a continuare la nostra protesta, e credo di poter dire con l’adesione convinta della maggioranza. Dubito, al contrario di alcuni delegati RSU, che se la direzione rispondesse di sì alle ultime richieste espresse al tavolo e noi non chiudessimo, rilanciando nuovamente, saremmo capiti dalla maggioranza dei lavoratori, che sciopera per avere un risultato. Così ho capito anche dalle assemblee fatte. C’è poi un tema molto delicato, che è stato posto dall’azienda e non rivendicato nella piattaforma dal sindacato riguardante la settimana slittata dal martedì al sabato. Ora alcune RSU o delegati dicono che essendo un problema dell’azienda questo punto va tolto dall’integrativo e che l’azienda se vuole i sabati li deve pagare come straordinari. È questo uno dei punti più controversi! È vero che è l’azienda ad avere il problema, per i reparti interessati, del sabato operativo, in risposta al contratto Telecom che prevede l’attività 6 giorni su 6. È anche vero che quando l’azienda tentò di applicare il contratto nazionale modificando l’orario unilateralmente, con un turno ogni tre settimane dal martedì al sabato, i lavoratori di Veneto e Lombardia scesero in sciopero. Dopo un braccio di ferro, e vari sabati ordinari fatti in sciopero, si convenne che questa materia sarebbe stata trattata nell’integrativo. Nel frattempo si proseguiva la copertura del servizio con lo straordinario. Ma la Direzione ha iniziato a cautelarsi assumendo lavoratori (circa 100) con contratto di lavoro di 40 ore dal martedì al sabato, con tutti i sabati lavorati con orario ordinario. Assunzioni che continueranno con questa caratteristica se non si regolerà tale materia. Non risulta che a fronte delle nuove assunzioni vi siano state particolari mobilitazioni a difesa di questi lavoratori costretti dal loro contratto d’assunzione, anche se nel rispetto del contratto nazionale, a fare la settimana dal martedì al sabato. Inoltre, lasciando le cose come stanno, tra qualche anno il numero di dipendenti costretti a tale turno sarà abbastanza elevato da ridurre l’uso dello straordinario, più di quanto potrebbe fare la rotazione proposta. Fosse possibile, come credo, fare l’accordo che stabilisce una rotazione di un sabato ogni 5 settimane (punto acquisito) per tutti i circa 1.200 lavoratori interessati, con una retribuzione maggiorata a regime del 5% per tutte le ore lavorate in quella settimana (punto da acquisire), al fine di ripristinare una uguaglianza d’orario tra tutti i lavoratori, il sacrificio varrebbe l’accordo. Non secondario è anche l’aspetto che i nuovi assunti non si sentirebbero abbandonati e capirebbero che la lotta e il sindacato guarda a tutti i lavoratori e non ad una sola parte. Nel capire le obiezioni di chi ritiene che si può fare di più, ritengo questa la fase conclusiva e così va affrontata e in tutti i casi, dopo il 15 aprile, i lavoratori saranno chiamati a dare risposte sia che si arrivi ad una bozza d’intesa, in linea con l’ipotesi sindacale avanzata, sia in presenza dell’ennesimo mancato risultato. Ringraziando tutti i delegati RSU e i lavoratori per il loro impegno, rimettiamo le conclusioni ultime al giudizio collettivo di tutti, che è per il sindacato vincolante.
il coordinatore nazionale fiom sirti Augustin Breda
Roma, 14 aprile 2008 |