Comunicato delle segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm su Sirti

 

L’Assemblea nazionale delle Rsu Sirti insieme a Fim, Fiom, Uilm nazionali respingono il piano di ristrutturazione su cui sta procedendo la Sirti, sia per il significato complessivo, sia nelle sue specifiche articolazioni.

Il sindacato non è in alcun modo disponibile ad avallare una soluzione che abbia come unici obiettivi di rendere meno traumatico il licenziamento di 2.700 lavoratori, mascherandone una parte con esternalizzazioni verso aziende di dubbia consistenza, diluendo gli altri nel tempo e accettando la politica del subappalto, del taglio dei diritti, del peggioramento delle condizioni di lavoro per tutti.

La precarietà, il rischio della perdita del lavoro, la pressione sui costi è la condizione in cui vivono i lavoratori di questo settore ormai da 10 anni; ci si vuole imporre di considerare come unica possibilità o l’assistenza o l’accettazione di condizioni di incertezza permanente e taglio di diritti e salario.

Il settore si sta riorganizzando su condizioni ai limiti della legalità, e la vicenda Sirti per le dimensioni e il peso di questa azienda diventa conclusiva rispetto a un modello.

I lavoratori della Sirti considerano per questo irresponsabile l’assenza di impegno dei ministeri e delle istituzioni interessate rispetto ai processi in atto, che hanno subito una fortissima accelerazione dalla privatizzazione della Telecom. Non si può far finta di non vedere come il taglio dei costi stia comportando licenziamenti sostituiti da lavoro nero o al di sotto delle tutele contrattuali.

L’Assemblea nazionale delle Rsu rifiuta di discutere il piano della Sirti a pezzi, respinge le esternalizzazioni così come sono state presentate; denuncia la gravità della situazione, soprattutto nelle regioni del sud.

Il senso di responsabilità ci impone di non farci complici di nessuna ricerca di soluzioni-tampone che prescindano da una discussione complessiva sulle prospettive della Sirti, che non affrontino per tutti i lavoratori il superamento dello stato di precarietà come condizione immediata o come prospettiva permanente. Esternalizzazioni e tagli degli organici non possono andare insieme al procedere della pratica del subappalto selvaggio e degli straordinari.

I lavoratori della Sirti pretendono una discussione che parta sul serio dalle politiche industriali e non dalla gestione dei licenziamenti e da terziarizzazioni al ribasso, e insieme chiedono al governo di affrontare, finalmente sul serio, la crisi di questo settore, gli effetti che questa ha sui livelli occupazionali soprattutto nelle regioni del sud, sulla qualità dei rapporti di lavoro, sulla qualità del servizio di rete.

A sostegno di questa battaglia, l’Assemblea dei delegati della Sirti e le Oo.Ss. proclama ulteriori 12 ore di sciopero entro maggio, oltre a quelle già previste per il Ccnl, di cui 8 il giorno 25 con manifestazione nazionale a Roma.

Rsu Fim, Fiom, Uilm Sirti

Fim, Fiom, Uilm nazionali

Roma, 7 maggio 2001