Sielte: nessun piano industriale.

Stop a violazioni e ricatti. ora controlli!
 

La riunione del Coordinamento Sielte tenutosi a Roma il 20 maggio 2010 ha valutato la situazione generale del settore delle istallazione telefoniche e la situazione in Sielte.

Il Coordinamento chiede al Ministero dello sviluppo economico di convocare urgentemente il tavolo del settore congiuntamente alle imprese committenti della telefonia e un tavolo con la Sielte.

È necessario che gli investimenti nel settore siano immediatamente resi disponibili ed è necessario che Sielte spieghi qual è il suo piano industriale, essendo inaccettabile la chiusura e riduzione dei cantieri, con carichi importanti di lavoro per destinarlo al sub appalto.

È altrettanto necessario che i ministeri vigilino sui pressi di appalti e sub appalti, che i gestori della telefonia impongono, Telecom in testa. Quando i prezzi non sono in linea con i costi di produzione l'evasione contributiva, fiscale e il lavoro nero sono una certezza.

Il Coordinamento condanna la Sielte per la decisione assunta al Ministero del Lavoro di far saltare il contratto di solidarietà, con scuse prive di senso normativo e contrattuale, nascondendosi e utilizzando strumentalmente posizioni marginali di sindacati non metalmeccanici, di una singola località della Campania.

In realtà è stata l'insofferenza a tutele, pur minime, che il contratto di solidarietà regola, a far cambiare idea a Sielte, in particolare per la distribuzione equa e solidaristica dei sacrifici tra i lavoratori.

Ora la società tenta di gestire unilateralmente, con la mobilità o altri ammortizzatori sociali, l'espulsione di lavoratori con varie procedure avviate in più parti d'Italia, da nord a sud. Tentano di eludere la normativa, attraverso le procedure locali, in sostituzione alla procedura unica nazionale come la legge stabilisce.

La volontà di Sielte è evitare il confronto con il Coordinamento e le Organizzazioni sindacali nazionali e evitare la fase amministrativa di confronto presso il Ministero del Lavoro.

Come organizzazioni sindacali, territoriali e nazionali, provvederemo a segnalare tale elusione delle norme, ai ministeri competenti e agli altri enti coinvolti. E chiederemo ripristino del rispetto delle procedure. Stiamo verificando con le nostre strutture legali la legittimità di tali atti.

L'obiettivo di Sielte è sempre lo stesso, provare a scaricare sulla collettività, come avviene da anni il rischio d'impresa e usare soldi pubblici per i far cassa con i risultati di bilancio. L'impresa usa la cassa integrazione sia come strumento di ricatto verso i lavoratori, sia come strumento di pura flessibilità, tanto da usare in coincidenza di cassa il sub appalto per gli stessi lavori, prassi che sconfina evidentemente in aiuti di stato alle imprese, tollerate e protette da chi avrebbe l'obbligo di vigilare e sanzionare.

Come organizzazioni sindacali abbiamo chiesto la convocazione, come da contratto nazionale, dell'informativa annua sulla situazione industriale dell'impresa, incontro che chiederemo si tenga presso la sede ministeriale – Ministero dello Sviluppo Economico -, alla presenza dell'amministratore delegato e della proprietà.

Stante l'attacco portato a tutti i lavoratori della Sielte, il Coordinamento RSU e le organizzazioni sindacali nazionali indicono lo stato di agitazione su tutto il territorio nazionale, con lo sciopero di tutte le flessibilità e ore aggiuntive comunque denominate, sciopero della reperibilità. Inoltre in assenza di positivi riscontri su procedure e incontri sarà indetta una iniziativa nazionale con possibile manifestazione.



Coordinamento nazionale Rsu Sielte

Fim, Fiom, Uilm nazionali

 

Roma, 26 maggio 2010