I lavoratori scioperano, la Sielte li licenzia!
Vergognosa rappresaglia contro i lavoratori della SIELTE, azienda di istallazioni telefoniche che conta circa 2000 addetti nel Gruppo ed è presente in Campania a Saviano (NA) e nel salernitano. Questi i fatti: da inizio anno la SIELTE sta attuando trasferimenti forzati ed illegittimi di lavoratori posti in CIGS straordinaria e rei di aver impugnato, e vinto, i ricorsi per la mancata rotazione della CIGS. Trasferimenti collettivi effettuati senza alcuna consultazione sindacale, senza aver concordato condizioni minime sulle modalità del trasferimento con nessuno dei lavoratori, sbattuti alla stregua dei peggiori deportati nei posti più lontani del Paese, da Padova a Torino, da Olbia a Trapani. Ad oggi sono oltre 60 i lavoratori interessati al provvedimento, ed altri se ne stanno aggiungendo, oltre a quelli già licenziati dal sito di Saviano, con il chiaro obiettivo di ridimensionare, se non addirittura annullare, la presenza della SIELTE in Campania. Infatti, l’azienda sta facendo pressioni di ogni tipo per costringere questi lavoratori a licenziarsi creando le condizioni per raggiungere l’obiettivo. Lavoratori anche a ridotte capacità lavorative o con problemi familiari evidenti, costretti a subire la tracotanza di un’azienda che invia lettere di contestazione anche per dieci minuti di ritardo dopo una nottata in treno! Di fronte a questa arroganza il sindacato ha proclamato per tutti i lavoratori interessati ai trasferimenti, o già trasferiti, uno sciopero di 8 ore giornaliere da effettuarsi a partire dal 1° ottobre, con presidio ai cancelli dei centri operativi. All’iniziativa di lotta la SIELTE risponde con lettere di licenziamento ai lavoratori, dimenticando che il diritto allo sciopero è sancito dalla nostra carta costituzionale. Infine Sielte pone un grave problema istituzionale, che coinvolge direttamente il Ministero del Lavoro e il Ministero del Tesoro, in quanto la società utilizza da oltre 10 anni a man bassa gli ammortizzatori sociali in deroga, che sono riconosciuti e finanziati dalla collettività proprio per evitare problemi di ordine sociale e occupazionale. Per questi motivi confermiamo il presidio dei lavoratori presso i cancelli e lo sciopero di 8 ore giornaliere. L’intensificazione delle azioni di lotta su tutto il territorio e l’avvio delle impugnative dei licenziamenti illegittimi effettuati dall’azienda, poiché si configurano come una chiara sfida fatta al sindacato tutto e come attività antisindacale.
Roma, 16 ottobre 2007 |