Emicom srl: cassa integrazione straordinaria e accordo sui ratei

 

In data 26 gennaio a Roma, presso il Ministero del Lavoro, si è perfezionato l’accordo di Cassa Integrazione Straordinaria per riorganizzazione della Emicom SRL, società con 520 dipendenti presenti in gran parte regioni d’Italia (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Sardegna, Umbria, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) specializzata su produzione, manutenzione e installazione apparati TLC.

Il settore vive un periodo di crisi, di discontinuità e di difficoltà sui crediti accompagnati da una forte concorrenza dei Paesi emergenti che costringe le imprese a riorganizzarsi per riposizionarsi sul mercato.

 

CASSA PER RIORGANIZZAZIONE

  • Il piano prevede per il 2009 di fare 24.000 ore di formazione cofinanziata, in orario di lavoro.

  • Gli investimenti finalizzati alla riorganizzazione aziendale sono previsti per un minimo di 2,5 milioni di euro nel biennio.

  • Il numero massimo dei lavoratori interessati alla riorganizzazione è di 80 unità.

  • La cassa integrazione a rotazione non potrà superare il 50% dell’organico e ogni lavoratore non potrà esser posto in cassa per più di 4 mesi.

  • L’accordo verrà integrato da una mobilità volontaria incentivata.

  • Sono previsti incontri di verifica semestrali con le RSU e le organizzazioni sindacali territoriali.

È prevista la maturazione di tutti i ratei della retribuzione differita (Ferie, Par, Tredicesima, TFR), che pertanto matureranno anche in costanza degli eventuali periodi di cassa integrazione, riducendo l’impatto negativo sui redditi dei lavoratori interessati.

Previsto l’anticipo della Cassa integrazione straordinaria da parte della società.

 

NON SOLO AMMORTIZZATORI SOCIALI. IL GOVERNO FACCIA LA SUA PARTE

È preoccupante la ripercussione sui crediti che l’impresa vanta verso aziende clienti, tra i principali vi è il gruppo Finmeccanica. Ritardare i pagamenti delle fatture con tempi già lunghi, con ulteriori rinvii unilaterali, strozza l’impresa.

Si costringono anche così le aziende a ristrutturazioni e riorganizzazioni, con conseguenze che pesano sull’occupazione, sul reddito dei lavoratori e sulle casse dello stato con la cassa integrazioni straordinaria. Allo stesso tempo saltano, per fallimento, i piccoli sub appaltatori che non vengono a loro volta pagati per mancanza di liquidità.

I comportamenti di queste primarie imprese clienti, Finmeccanica tramite le controllate in primis, si aggiungono alla stretta creditizia delle banche, che riducono i fidi. Il combinato strangola varie imprese fino a farle saltare.

Stupisce che imprese di proprietà dello stato, sane, come Finmeccanica, con utili importanti nell’ordine di MLD di euro, controllate dal Ministero del Tesoro (Ministro Tremonti), attuino una tale politica, tanto più grave, in una fase di difficoltà economica per il Paese. Questi fatti concreti, contraddicono le tante chiacchiere che il governo fa sul sostegno e stimolo all’economia e alle imprese. È, di fatto, lo stesso indirizzo e comportamento attuato dalle banche e dell’Associazione Bancaria Italiana.

Serve un immediato intervento del Ministero del Tesoro, che modifichi tale politica ed indirizzo partendo dalle imprese che stesso controlla.

 

Fim, Fiom, Uilm nazionali

 

Roma, 26 gennaio 2009