Nokia: dis-connecting people? no, grazie. Giunta nella fase finale la lunga vertenza Nokia/Siemens networks
Le Organizzazioni Sindacali di Fim, Fiom, Uilm, hanno organizzato per venerdì 11 gennaio un presidio dei lavoratori dello stabilimento di Marcianise presso l’ambasciata della Finlandia a Roma, nel corso del quale una delegazione consegnerà una “lettera aperta” all’ambasciatore Finlandese. Una analoga iniziativa sarà fatta nei prossimi giorni presso il Consolato di Milano. A seguito del recente ingresso della multinazionale Nokia nel settore “Communications” di Siemens (con la costituzione della società mista “Nokia-Siemens Networks”) sono state adottate da parte della Corporate finlandese scelte strategiche pesantemente negative per la tutela del patrimonio produttivo, occupazionale e professionale italiano. Il piano di ristrutturazione Nokia prevede infatti per il nostro Paese 500 lavoratori in esubero (pari a circa il 15% delle maestranze) e due stabilimenti in vendita (per un’organico di oltre 700 unità); se queste scelte fossero confermate, assisteremmo, a una graduale messa in discussione della importante presenza, sia in termini quantitativi che qualitativi, che oggi Nokia/Siemens ha nel nostro Paese (costituita da significative realtà di R&S, di marketing, di Service, di attività manifatturiere, etc). Da tempo è aperta una delicata vertenza, che ha visto coinvolto lo stesso Governo italiano ai massimi livelli (Presidenza del Consiglio dei Ministri), il quale ha chiesto alla Finlandese Nokia l’adozione di una politica industriale attenta anche agli aspetti sociali e alla tutela del lavoro italiano e non solo alle convenienze economiche o di profitto. Ma – almeno finora – le risposte date a riguardo alle Organizzazioni Sindacali e al Governo italiano sono state negative. Evidentemente Nokia, che prima della acquisizione di Siemens COM era presente in Italia solo con il proprio marketing intendE applicare anche nello strategico settore dei sistemi di telecomunicazioni recentemente acquisito da Siemens, il modello già adottato per i “terminali del mobile” (cellulari): riuscire a venderne tanti in Italia (circa 40 milioni di pezzi), senza però produrne uno solo nel nostro Paese! L’Italia non può essere considerata come Nokia vorrebbe, solo un grande mercato, in cui fare business e profitti; al nostro Paese deve essere garantito il mantenimento dell’ intera catena del valore (ricerca e sviluppo, commercializzazione, assistenza e produzione manifatturiera). La vertenza sembra essere all’epilogo, a fronte anche della convocazione delle parti fissata per il giorno 16 gennaio c/o la Presidenza del Consiglio dei Ministri. A questo tavolo dovranno essere identificate soluzioni atte a vincolare la presenza di Nokia Siemens in Italia, compreso il mantenimento di forme di corresponsabilità da parte della stessa sulle attività di manifactoring cedute. Dopo le manifestazioni previste per l’11 gennaio a Roma e quella conseguente a Milano, Fim Fiom Uilm stanno preparando anche una iniziativa eclatante capace di intaccare l’immagine di Nokia: vista la particolare attenzione riservata a questo aspetto, all’opinione pubblica italiana sarà mostrata il vero volto di una azienda che “dis-connette”, altrocchè “connecting people”.
Uffici Stampa Fim Fiom Uilm Roma, 10 gennaio 2008 |