Nokia Siemens: siamo nella fase decisiva
La Legge italiana (Art. 47, Legge 428) consente – lo sappiamo – di passare i lavoratori da una azienda all’altra, come se fossero dei pacchi postali: si cedono le azioni e le sedi della società (ramo d’azienda),……si cedono anche i lavoratori. Chi compra (il cessionario) solitamente garantisce “tutto e di più”; ma – ce lo dice l’esperienza – terminato il periodo di garanzia (generalmente tre anni), iniziano i guai per i lavoratori “ceduti”.
Nell’incontro previsto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri del giorno 7 novembre p.v. (ricordiamo che non è stato facile ottenerlo), oltre a ribadire con forza la necessità di migliorare l’attuale Legge e definire comunque modalità maggiormente tutelanti per i lavoratori interessati a cessioni di ramo d’azienda, per la vicenda NOKIA/SIEMENS dovrà essere definita una soluzione che veda la “casa madre” mantenere in Italia l’intera catena del valore e a rimanere corresponsabile del destino dei lavoratori “ceduti” anche dopo il periodo di garanzia triennale, attraverso la co-presenza nel pacchetto azionario della nuova società, l’impegno a stornare alla società cessionaria i prodotti sviluppati anche di nuova generazione, la garanzia che i successivi contratti di fornitura siano vincolati a mantenere le produzioni in Italia, la garanzia del mantenimento della occupazione attraverso un adeguato piano strategico/industriale e di investimenti. Sarà anche necessario – oltre al mantenimento dei diritti acquisiti – assicurare tutte le forme di garanzia e vantaggi a favore dei lavoratori coinvolti nell’operazione; dovranno essere ottenute adeguate garanzie anche per i lavoratori che operano nei siti attraverso le varie forme di indotto. Oltre alla questione del manifacturing, NOKIA/SIEMENS (visto la propensione di NOKIA a delocalizzare con estrema facilità le varie componenti aziendali) dovrà essere formalmente impegnata con le OO.SS. e il Governo a mantenere e a ulteriormente sviluppare in Italia le altre funzioni strategiche aziendali, quali Ricerca e Sviluppo, Service, Staff, Commerciale, etc.
lavoratrici, lavoratori per poter costruire un accordo di tale rilevanza occorreranno tempi e condizioni adeguate, e il 1° di novembre – lettere sì, lettere no – non sarà per noi uno spartiacque invalicabile. Ecco perché le lotte dovranno continuare, ma anche essere opportunamente dosate per poter resistere “un minuto in più” dell’azienda e con modalità coordinate tra le diverse sedi della società. A tale riguardo le segreterie nazionali FIM FIOM UILM confermano il mantenimento dei presidi alle portinerie, da effettuarsi attraverso forme di lotta articolate, al fine di far spendere il meno possibile ai lavoratori coinvolti.
FIM FIOM UILM Nazionali Roma, 30 ottobre 2007 |