Alla “nuova Marconi Ericsson non interessano dignità e garanzie per i lavoratori

 

Si è tenuto venerdì 10 novembre, successivamente all’incontro svoltosi con Ericsson-Marconi sulle conseguenze previste – sito per sito – a seguito del processo di integrazione, un ulteriore confronto con la direzione Marconi sulla delicata questione della esternalizzazione del ramo d’azienda “Facility Management”, che coinvolge complessivamente circa 50 lavoratori.

Come si ricorderà, nel precedente incontro a riguardo tenutosi a Genova, il Coordinamento Nazionale e le segreterie Fim, Fiom e Uilm avevano chiesto di prolungare i termini del confronto (come spesse volte viene fatto in analoghe situazioni) per poter affrontare col tempo necessario tutte le implicazioni – e definire le conseguenti garanzie – a tutela dei lavoratori interessati.

Anche se ciò è consentito dalla Legge che regolamenta le operazioni di esternalizzazione (essa infatti afferma che il tempo a disposizione per il confronto non deve essere inferiore ai 25 giorni, ma non pone alcun termine massimo per la durata del confronto stesso), la Marconi /Ericsson in maniera tracotante e perentoria aveva ribadito....... “I termini scadranno esattamente quando da noi deciso, e cioè il 31 ottobre; non un minuto in più!”

Da ciò traspare che – per quanto riguarda le relazioni sindacali e il rapporto con i lavoratori – ben poco è rimasto della “cultura Marconi”: ormai le modalità che si vorrebbero imporre sono quelle della casa -madre Ericsson.

Le segreterie nazionali Fim, Fiom e Uilm avevano ritenuto molto grave tale atteggiamento aziendale in quanto tendente a impedire – attraverso la negazione di un adeguato confronto preventivo – la possibilità di tutelare gli interessi e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori interessati

Perchè un lavoratore, che aveva “pattuito”, magari tantissimi anni prima, l’assunzione con Marconi, deve – nel termine perentorio di 25 giorni – e senza garanzie, accettare di passare in un’altra azienda?

I lavoratori – è sopratutto la loro dignità a pretenderlo – non possono essere considerati alla stregua di “azioni” o “cose” che passano senza problemi da una mano aziendale all’altra!

Ma questa è la nuova filosofia di Ericsson/Marconi, secondo la quale – evidentemente – contano di più i profitti e gli interessi degli azionisti svedesi che non il rispetto della dignità e delle condizioni dei lavoratori italiani.

Nonostante ciò, nell’incontro di venerdì 10 novembre, il Coordinamento e le segreterie nazionali e territoriali Fim, Fiom e Uilm, hanno fino in fondo tentato – anche se a tempo per l’Azienda “scaduto” – di affrontare con Marconi le indispensabili garanzie relative al passaggio in Johnson Controls.

In particolare risulta fondamentale definire quella secondo cui – in caso di perdita di appalto (il contratto di fornitura di servizi a Johnson vale inizialmente tre anni) – i lavoratori sono comunque tutelati per quanto riguarda il mantenimento del posto di lavoro e del loro trattamento economico/normativo, ivi compresa la conferma della sede di lavoro.  

Oltre a ciò, le Organizzazioni Sindacali avevano anche espresso dissenso sulle modalità con le quali era stato “ritagliato” il perimetro del ramo d’azienda interessato al trasferimento. L’Azienda non è stata disponibile neppure a mettere in atto conciliazioni individuali con i lavoratori interessati, con il riconoscimento di un adeguato importo economico.

L’Azienda ha risposto negativamente su tutti i fronti, limitandosi a proporre una formula di garanzia occupazionale talmente blanda, sfumata, non esigibile – e per alcuni aspetti addirittura pericolosa – giudicata da tutta la delegazione sindacale inadeguata e quindi non accettabile.

L’incontro si è quindi concluso, nella tarda serata, con un nulla di fatto.

Lavoratrici/lavoratori, è evidente a tutti che la posta in gioco, visto che si parla di garanzie occupazionali, è alta.

Ma è alta anche perchè dietro c’è il volto di una azienda che ormai tende solo a comunicare ciò che ha deciso.

Per queste ragioni, il Coordinamento Nazionale Marconi ritiene necessario dare risposte forti all’Azienda attraverso adeguate forme di mobilitazione che saranno decise a livello locale, finalizzate all’ottenimento di adeguate garanzie a favore dei lavoratori interessati al trasferimento.

Fim, Fiom, Uilm nazionali
Coordinamento nazionale Marconi/Ericsson
 
Roma, 13 novembre 2006