Jabil: deludente e preoccupante incontro al Ministero dello Sviluppo economico sulle prospettive industriali del gruppo

 

Il giorno 6 marzo 2008 si è tenuto presso il Ministero dello Sviluppo Economico l’incontro richiesto da Fim Fiom Uilm nazionali per affrontare le prospettive strategiche e industriali del gruppo Jabil in Italia anche alla luce della recente acquisizione degli stabilimenti manifatturieri di Nokia Siemens.

Se il buon giorno si vede dal mattino c’è di che preoccuparsi!

Jabil, infatti, ha illustrato un piano industriale così riassumibile:

- il potenziamento della sua presenza nel mercato italiano della manifattura elettronica (attualmente pari al 18%) attraverso offerte anche diversificate di prodotti, l’individuazione di ulteriori aree di mercato inerenti a settori quali la difesa, elettromedicale, ecc. Tuttavia nessun dato o elemento concreto è stato fornito al riguardo, né in termini di investimenti, né di azioni messe in atto per raggiungere tali obiettivi.

- La necessità di procedere in tempi brevissimi ad una forte riduzione di costi da ottenersi attraverso l’accorpamento degli attuali siti produttivi, passando dagli attuali 4 stabilimenti a 2.  Nel giro di pochi mesi Jabil prevede la chiusura dello stabilimento di S. Marco Evangelista con il trasferimento dell’attività e dei lavoratori e delle lavoratrici nel sito di Marcianise rilevato da Nokia Siemens; stesso destino è riservato alla sede di Mapello (Bg) le cui attività produttive insieme alle lavoratrici e lavoratori interessati dovrebbero essere trasferiti nello stabilimento Jabil di Cassina de’ Pecchi.

Nulla, invece, è stato detto dalla direzione aziendale sull’attuale situazione produttiva di Jabil che vede il permanere di un preoccupante calo dei carichi di lavoro in particolare a Mapello (dove è presente la Cig ordinaria) e a S. Marco Evangelista (con Cassa integrazione straordinaria).

Viene proprio da pensare che, invece di attivarsi per saturare con adeguati carichi di lavoro le capacità produttive dei due stabilimenti, l’azienda ritenga più comodo ricorrere allo strumento del trasferimento per “perdere per strada” pezzi significativi di occupazione.

Di fronte alla comunicazione aziendale di voler procedere alla chiusura dei siti, per altro imprevedibile e imprevista, - fino a qualche settimana fa, infatti, le informazioni fatte girare nei vari stabilimenti erano assolutamente rassicuranti - Fim Fiom Uilm nazionali e il Coordinamento delle Rsu hanno immediatamente espresso un giudizio fortemente negativo e, quindi, di netta contrarietà.

Le Organizzazioni sindacali hanno chiesto all’azienda di rivedere le scelte fatte in merito agli stabilimenti e di rendersi, invece, disponibile ad un costruttivo confronto che affronti i carichi di lavoro, le produzioni, le attività di ingegneria di prodotto, gli investimenti e le iniziative per acquisire nuovi mercati, clienti e commesse.

Fim Fiom Uilm nazionali e le Rsu ritengono opportuno mettere in campo, da qui in avanti, adeguate iniziative per sostenere le posizioni sindacali.

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha riconvocato le parti per il giorno 19 marzo.

 

Fim Fiom Uilm nazionali

Roma, 7 marzo 2008