All’incontro del 30 aprile al Ministero dello Sviluppo Economico l’A.D. ribadisce: 400 esuberi in due anni, il piano è quello presentato a marzo, ma non rinunciamo alla nostra tradizionale attività
Alla presenza del Ministero, l’A.D. ha svolto una relazione sul piano industriale 2009-2011 già presentatoci negli incontri precedenti, cui sono seguiti gli interventi delle Organizzazioni Sindacali e gli impegni del Ministero. All’incontro non c’è stata nessuna discussione sulle eccedenze, ma solo sulla politica industriale. A metà maggio proseguirà la trattativa sugli esuberi in Assolombarda. L’Azienda ha ribadito questioni a noi note da tempo e che riassumiamo brevemente: la criticità mondiale... la riduzione degli investimenti da parte di Telecom... Questi sono i fattori che hanno generato una forte riduzione del fatturato e da questi elementi è nata la necessità di dotarsi di un nuovo piano industriale con l’obiettivo di:
In che maniera? Con taglio dei costi e del personale e riduzione degli interessi sul debito. “Sui mercati ci sono molti competitori; l’area è affollata, ma Italtel non rinuncia ad essere presente con le sue tradizionali attività. Noi però vogliamo intraprendere nuove attività quali: l’accesso ottico (in futuro ci saranno molti investimenti con cavi ottici e fibre ottiche) e la network integration (con prodotti Cisco) con tecnologia IP. Inoltre gli operatori e le imprese pubbliche stanno cambiando le loro reti e allora noi possiamo offrire non solo tecnologia, ma anche formazione e know-how. Nell’area dei servizi professionali Italtel intende impegnare sempre più risorse con l’obiettivo di proporsi come fornitore di soluzioni integrate, perché ci sarà una crescita molto importante”. Obiettivo 2009: + 20ML€ di fatturato. A fine piano saranno 1900 le persone rispetto alle 2300 di oggi. Blocco del turn-over (con circa 30 assunzioni all’anno con caratteristiche specifiche). Riduzione del 50%dei contratti a termine. Recupero della capacità di vendere (perché Italtel ne ha poca....) Poi un importante auspicio da parte dell’ A.D.: tra qualche mese qualcuno, attratto dalle prospettive e capacità dell’azienda, investirà in Italtel, qualcuno che oggi non è presente nel capitale azionario, ma lo farà solo se vede che questa azienda produce ricchezza .... Dal Ministero sono venute parole molto importanti su Italtel: è un impresa dal grande passato, e c’è la speranza che abbia anche un grande futuro visto che è un’importante azienda che opera nel mercato delle TLC. Fondamentale, però, che ci sia una regia forte sulle TLC, perché il Governo è sollecitato da più parti, da più settori. Ci sono centinaia di milioni di euro pronti per il progetto sulla banda larga, altri purtroppo sono stati “dirottati” verso altre emergenze. Questo per noi è un forte elemento negativo. L’impegno è di far uscire il progetto dalle secche molto velocemente con ricadute positive anche per Italtel. Se Italtel si evolverà (entro certi canoni) senza abbandonare il “ceppo” originale, è un fatto positivo. L’importante è che in Italtel arrivino nuovi investitori oppure si ricapitalizzi, perché un’azienda che ha il 50% del debito sul fatturato è un grosso problema. In questo incontro abbiamo registrato alcune importanti novità (tutte da verificare) sul piano. Si tratta solo di tatticismo oppure realmente l’Azienda “non rinuncia alla sua tradizionale attività, ma vuole anche vendere consulenza”? Quanto sono realistiche le previsioni di ingresso di un nuovo partner? Quanto sono probabili gli investimenti sulla banda larga e le possibili ricadute su Italtel? Ma... se cambiano le cose che l’A.D. ha dichiarato a fine marzo, si modifica il piano o no? E ancora: sul versante interno all’azienda che succede? Nonostante le dichiarazioni fatte da un mese e mezzo, l’unica cosa che l’Azienda è riuscita a fare è parlare di esuberi. A Milano è stato costituito un reparto (COMPATTAMENTO) composto esclusivamente da persone considerate eccedenti o senza lavoro, con orari a doppio turno, con tutti i problemi che si possono immaginare anche di motivazione delle persone. A Palermo si è dato vita all’attività di “sw factory” con una scelta delle persone almeno discutibile e una definizione della mission quanto meno vaga. Ci piacerebbe definire in modo CONCRETO con l’Azienda anche le terminologie da usare (software factory, ricercatore, integratore, consulente, ...), perchè TUTTI possano comprendere veramente di cosa stiamo parlando quando parliamo. Perché abbiamo constatato che a volte le parole hanno significati diversi per noi e per l’Azienda: per esempio abbiamo scoperto che una persona che fa le prove non dovrebbe essere in Ricerca e Sviluppo, perché “non fa ricerca” (sic) .... allora a questo punto dovremmo capire cosa voglia dire fare ricerca. E così via. Ci piacerebbe veramente incominciare a parlare seriamente del piano industriale. Sicuramente è importante parlare di investimenti, di riduzione del debito, di CDS, di esuberi, ma... parlando di futuro: l’Azienda crede nel piano che ha presentato? Ipotizziamo per un istante che si condivida il piano (quale? Quello presentato a fine marzo anche a tutti i lavoratori direttamente o quello ‘corretto’ il 30 aprile?): Cosa sta facendo l’Azienda per realizzare questo piano? Ci sono i clienti e le attività (non a breve termine, non ‘lavoretti’, ma attività vere)? Ci sono le idee su quali siano i progetti che devono continuare e quali debbano essere chiusi? Ci sono le caratteristiche e i criteri di scelta delle persone da riqualificare e ricollocare? Ci sono i piani di formazione del personale per le nuove attività? “Volare” alto va bene, ma c’è anche IL TEMPO DI ESSERE CONCRETI, se si ritiene di discutere veramente con il Sindacato. Questo è il prezzo!! Non siamo disposti a parlare solo di esuberi.
Segreterie Provinciali e Nazionali di FIM-FIOM-UILM Coordinamento Nazionale RSU gruppo Italtel
Roma, 30 aprile 2009
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