Una intesa positiva che difende l'occupazione: ora Telecome Italtel devono mantenere l'impegno di realizzare significative alleanze

 

Venerdì scorso, presso l’Assolombarda di Milano, è stata firmata l’ipotesi di accordo sulla riorganizzazione di Italtel.

E’ il concreto punto di arrivo di una vicenda cominciata nel giugno del 1998 e passata attraverso mille traversie: dai ripetuti cambiamenti al vertice di Telecom, fino alla spaccatura in tre pezzi di Italtel.

E’ stata, ed è ancora, una delle più importanti e drammatiche vicende industriali degli ultimi anni.

Con il piano industriale 2000-2002 e con il programma di ristrutturazione sono state definite le linee di rilancio dell’azienda.

Gli impegni sottoscritti sono molto importanti: ora Telecom e Italtel devono rispettarli e realizzarli con estrema rapidità. Prima di ogni altro ribadiamo la necessità di ridefinire l’assetto societario con l’ingresso di un nuovo partner internazionale (la trattativa in corso è con l’americana Cisco). I ritardi accumulati su questo versante sono già molti; ora non c’è più tempo da perdere. Su questo punto il sindacato ha preteso che Telecom prendesse impegni formali e la lettera allegata all’accordo parla chiaro: Telecom Italia garantisce che gli accordi sottoscritti rappresentano il riferimento obbligato "in relazione all’atteso cambiamento dell’assetto societario". I prossimi giorni sono dunque decisivi; se non si arriva rapidamente ad una intesa, se la "nuova Italtel" non prende forma, allora i nostri sacrifici risulteranno inutili perché l’azienda imboccherà la strada del lento declino.

I dirigenti di Telecom e di Italtel hanno oggi enormi responsabilità. Speriamo che una volta tanto prevalga la volontà industriale e sia accantonato lo spirito burocratico

L’ipotesi di accordo che le Rsu ed i lavoratori valuteranno nei prossimi giorni, sancisce che Italtel ha tre sedi lavorative di grandi dimensioni (Milano, Santa Maria C.V., Carini) e due minori (Torino e Roma), ai quali si aggiungono i centri all’estero. Per ciascuna di queste realtà vengono definiti gli ambiti produttivi e di ricerca. Di grande importanza è la definizione di missioni precise per Santa Maria che, diversamente dal piano originario, Italtel non abbandona.

Per quanto riguarda l’occupazione, sono previsti i seguenti movimenti:

802 lavoratori lasceranno l’azienda entro il 31 dicembre 2001:

241 a Milano, 472 a Santa Maria e 89 a Carini. Saranno esclusivamente coloro che, attraverso la mobilità e la Cassa Integrazione, potranno accedere alla pensione di anzianità o vecchiaia. A tutti costoro sarà erogata una integrazione economica tale da garantire il 90% della loro retribuzione netta; a questa somma si aggiungerà una ulteriore erogazione di 3 milioni.

250 lavoratori (208 a Santa Maria e circa 40 a Milano)

saranno interessati da processi di outsourcing delle produzioni sulle quali sono impegnati.

660 lavoratori saranno assunti nel corso del biennio:

155 a Santa Maria, 85 a Carini, 245 a Milano, 135 nelle sedi estere, 40 nelle strutture di service. A questo si aggiunge l’impegno al ripristino del turn-over nelle aree di Ricerca e Sviluppo. E’ importante ricordare che le assunzioni riguardano anche lavoratori da inserire nelle attività di produzione di Carini e Santa Maria le quali, dunque, non saranno dismesse ma riqualificate e in alcuni casi anche potenziate.

Come si vede, dunque, abbiamo ottenuto consistenti assunzioni. E’ questa la garanzia maggiore per il futuro di ogni azienda. L’ingresso di giovani e di personale qualificato darà nuovo impulso alle attività di ricerca, sviluppo e produzione. Il nostro compito sarà quello di vigilare affinché questi impegni siano davvero mantenuti. Non è sufficiente infatti che i lavoratori e le lavoratrici addetti alle attività da esternalizzare non siano considerati non eccedenti.

Anche per le esternalizzazioni dovremo prestare grande attenzione. Infatti se Italtel non intende più svolgere in proprio alcune attività, deve garantire che esse non vengano disperse. A Santa Maria ed a Milano i lavoratori interessati devono avere la garanzia di poter operare in aziende serie, che creano lavoro e che non sopravvivono esclusivamente con quello che gli passa Italtel. Su questo Fim Fiom Uilm vigileranno con estrema attenzione per impedire che anche un solo lavoratore di queste aree sia gradualmente emarginato e spinto a lasciare Italtel.

Con l’accordo abbiamo ottenuto la garanzia che la Cigs interesserà solo i lavoratori che, attraverso la mobilità, raggiungeranno la pensione. Per tutti gli altri (con pochissime eccezioni) ci sarà la continuità lavorativa. E’ un risultato non trascurabile perché consente a tutti di aver chiaro fin da ora il proprio programma di vita e di lavoro per i prossimi tre anni.


Naturalmente tutto questo regge se Italtel cambia marcia, se tornerà a essere un'azienda che crea innovazione, lavoro qualificato, che vince la competizione.

Il sindacato ha dimostrato ancora una volta di credere a questa sfida.

Speriamo che i dirigenti di Italtel, sia quelli attuali, sia quelli che arriveranno con i nuovi azionisti, ci credano anche loro e soprattutto siano all’altezza degli impegni davvero importanti che li attendono.

Roma, 31 gennaio 2000