Comunicato delle Segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm su Infotel

La riunione congiunta dei Coordinamenti e delle Rsu delle imprese che fanno capo al Gruppo Infotel ha esaminato e discusso quanto emerso negli incontri svolti nel corso del mese di settembre, sia a livello di Gruppo, che a livello di singole imprese (Infotel Italia, Intelit, Imt).

Il quadro generale del settore continua ad essere caratterizzato da un volume calante di investimenti in infrastrutture, dalla crescita degli investimenti in servizi e da una compressione dei prezzi. Assumono pertanto sempre più importanza le scelte di posizionamento e di riorganizzazione delle grandi imprese general-contractor produttrici di tecnologia e la capacità di reggere in termini finanziari. La nascita e i travagli di Imt, le procedure di mobilità avviate in tutti i grandi gruppi a partire da Ericsson e la crisi di Tecnosistemi sono esempi che testimoniano della dimensione dei processi che oggi caratterizzano lo scenario e il cui sbocco delineerà una nuova configurazione del settore.

Per il gruppo Infotel è chiarissimo che, nel giro di pochi mesi, è cambiato il rapporto con l’azienda “madre”, cioè Ericsson.

Per questo, prima ancora di entrare nel merito delle posizioni espresse dal Gruppo Infotel, è assolutamente necessario siano rese chiare le scelte di riposizionamento che Ericsson intende compiere sul mercato italiano delle Tlc. La decisione di Fim, Fiom, Uilm nazionali di richiedere ai Ministeri delle Attività produttive e della Comunicazione l’apertura di un tavolo istituzionale di confronto/verifica sulle scelte di Ericsson e sui riflessi che ne derivano sul sistema di aziende che nel corso degli ultimi anni si è determinato per effetto delle esternalizzazioni e degli scorpori, è assolutamente prioritaria e va nella direzione giusta.

Nel merito dei documenti che sono stati illustrati la discussione ha evidenziato che: 

-               non è chiaro come e dove l’azienda intenda reperire le risorse finanziarie assolutamente necessarie per sostenere l’attuale architettura societaria imperniata su Infotel Italia/Intelit e Cemetel/Imt. Questo “buco nero” dei piani aziendali diventa ancor più evidente e strategico a fronte della dichiarazione di interesse che il Gruppo ha formalmente avanzato verso Tecnosistemi.

-               Il riposizionamento prodotto/mercato cioè tecnologia/clienti lo scorso anno era stato indicato come opportunità, oggi viene indicato come condizione necessaria per una prospettiva di consolidamento/crescita, ma, mentre di ciò si ha una prefigurazione nel raggruppamento Infotel/Intelit, nel caso del raggruppamento Imt/Cemetel risulta soltanto accennato.

-               Il tal senso mentre non appaiono sufficienti e rilevanti gli interventi e gli investimenti per il riposizionamento delle imprese, sono evidenti, anzi rischiano di essere l’unica vera sostanza dei progetti presentati, gli interventi sulla riduzione dei costi, sulla riduzione dell’occupazione e sulla presenza del gruppo nel Sud.

 

Ciò è evidente nel caso di Intelit dove, per la particolare composizione dell’organico, l’uso di strumenti “soft” con la mobilità corta e “lunga” per coloro che agganciano la pensione prefigura il dissolvimento dell’azienda.

 

Ma ciò vale anche per Imt dove, accanto ad una procedura di scorporo non totalmente trasparente, si è messa unilateralmente in discussione l’applicazione corretta dell’accordo aziendale in materia di stabilizzazione dell’occupazione “strutturale”.

Così come in Infotel dove, mentre si regolarizzano situazioni occupazionali assolutamente anomale, completamente sbilanciate sulle aree del meridione, si disdetta l’accordo sul premio di risultato senza aver fatto nessuna verifica formale sui risultati del 2001 e del 2002; si interviene sulla organizzazione aziendale; tutto ciò attraverso un metodo che esclude una qualunque forma di confronto di merito con i delegati, le Rsu e le Oo.Ss..

In sintesi: è ancora assolutamente presto parlare di confronto sulla strumentazione e sugli ammortizzatori sociali indicati all’azienda.

E’ assolutamente necessario invece sviluppare e approfondire il confronto sul progetto industriale a partire dalla delineazione della struttura delle relazioni sindacali a livello di gruppo e per rendere esplicita la prospettiva di sviluppo delle aziende. Una prospettiva che deve continuare ad avere un profilo nazionale, non determinato cioè esclusivamente dalla presenza di quantità di lavoro in grado di produrre margini in ogni singola azienda.

Assumendo questo giudizio è chiaro che occorre il massimo di fermezza nella gestione degli accordi in essere (P.d.r., stabilizzazione, ecc.) in una logica orientata al rafforzamento delle relazioni sindacali.

Proprio per questo la riunione si è conclusa con la decisione di svolgere assemblee in tutte le aree per discutere con tutte e tutti il consenso rispetto a questa impostazione da gestire nei prossimi incontri.

 

fim fiom uilm nazionali

coordinamento rsu gruppo infotel

 

 

Roma, lì 8 ottobre 2003