
Gruppo Gepin: mancano il piano
industriale e le motivazioni dei numeri dichiarati in esubero
Presso la sede del
Ministero del Lavoro giovedì 8 novembre 2007, si è svolto l’ottavo
incontro per cercare di dipanare la complicata vertenza dei 259
lavoratori dichiarati in esubero dall’azienda Gepin il 9 agosto scorso.
All’incontro ha partecipato il DG del Ministero dell’Industria che ha,
ancora una volta, ribadito la necessità politica che il legale
rappresentante accetti l’invito ad illustrare in sede istituzionale un
progetto industriale completo di tutte le attività, informatiche e di
call center, presenti nell’offerta del gruppo industriale Gepin. A metà
della giornata, il punto inerente la questione “Piano Industriale” è
stato accantonato dopo aver fissato l’incontro richiesto per il
prossimo 27 novembre presso il Ministero dello Sviluppo Economico a via
Molise 2.
Nel
pomeriggio è continuata la riunione rifocalizzando la discussione sulla
Procedura di Mobilità di cui al verbale di aggiornamento del 29 ottobre
u.s.. Presenti i funzionari del Ministero del Lavoro, i rappresentanti
della società Gepin G.I. e le Organizzazioni Sindacali nazionali,
territoriali e aziendali di Fim, Fiom, Uilm; dopo tre mesi di incontri,
prima in fase sindacale e poi in sede istituzionale, si sono registrati
importanti passi avanti, due i punti fondamentali che, di fatto,
confermano l’impostazione data dal sindacato di categoria in questa
vicenda:
- a
seguito dei pareri ottenuti nei giorni precedenti dall’ufficio del
ministero abilitato all’approvazione delle procedure per gli
ammortizzatori sociali, l’azienda dichiara la disponibilità a
ritirare la procedura di mobilità in essere;
-
a seguito della
eventuale decisione precedente, l’azienda dichiara di dover
richiedere il proseguimento della cassa integrazione straordinaria
per crisi aziendale ottenuta nel 2005 con denominazione Gepin Datitalia
(prima della trasformazione, nel gennaio 2006, in Gepin Generale per
l’Informatica).
Sulla
base di quanto sopra, prima di addivenire alla decisione di aggiornare
la riunione, è stato anche specificato il numero e la localizzazione dei
nuovi provvedimenti di cassa integrazione da richiedere; altresì sono
stati descritti i processi di miglioramento per il conto economico
da mettere in atto.
In
particolare l’azienda si è dichiarata disponibile a ridurre il numero
dei lavoratori da porre in CIGS a 112 unità. Mentre per quanto riguarda
i risparmi, si continuano a chiedere misure di riduzione del costo del
lavoro.
Nessuna
meraviglia, per i rappresentanti dei Lavoratori che presidiano
proattivamente le vicende del Gruppo Gepin da cinque lunghi anni: il
problema di questa azienda rimane l’incapacità di metabolizzare,
all’interno della propria organizzazione industriale, la società
informatica Datitalia acquisita dal San Paolo IMI (ex Banco di Napoli)
nel 2002. I 95 provvedimenti di CIGS paventati nel settore bancario, la
riduzione dei costi delle trasferte per i lavoratori napoletani
impiegati a Roma sul progetto di Banco Posta, la rimodulazione delle
indennità di turno erogate sull’area servizi bancari della ex Datitalia
e il processo di demansionamento professionale ed economico ipotizzato
per riconvertire i lavoratori in cassa da anni sono solo alcuni degli
esempi a riprova di tale affermazione. Per completezza d’informazione,
oltre i 95 provvedimenti di cassa a Napoli, l’azienda intende sospendere
7 dipendenti a Palermo e 10 a Roma. Questo, secondo i portavoce di Fim,
Fiom, Uilm, a conferma della volontà aziendale, già denunciata in
comunicati sindacali precedenti, di voler progressivamente depotenziare
la sede di Palermo e del dato, assolutamente strumentale, di una vicenda
partita con 259 licenziamenti distribuiti in sette province che, alla
luce di tre mesi di tenaci e partecipate trattative sindacali, viene
sgonfiata rilevando l’inadeguatezza di un sistema di organizzazione
industriale che in questi anni ha solo saputo perseguire una generica
idea di sostituzione della missione informatica con una strategia di
mercato da call center.
Ed è
proprio qui il problema a nostro giudizio, non si risolvono le crisi se
non si investe e non si innova, la continua ricerca di commesse nel
settore call center e la scarsa capacità dell’azienda ad acquisire
lavoro nel settore informatico non portano l’azienda fuori dalla crisi.
Le OO.SS. e le RSU ritengono quindi fondamentale, per risolvere i
problemi denunciati dall’azienda, ritornare a crescere ed investire
nell’informatica.
Per tentare di risolvere
i problemi ancora aperti, la riunione è stata aggiornata e proseguirà
sulla scorta di quanto sopra riportato
giovedì 15 alle ore 14.00 presso la sede di via Fornovo del Ministero
del Lavoro.
FIM FIOM UILM
Nazionali
Il
Coordinamento RSU-RSA della Gepin
Roma, 13
novembre 2007 |