Gepin: comunicato sindacale 

  

 Solo la presenza e il contributo propositivo di mediazione del Ministero dello Sviluppo Economico ha evitato che la situazione precipitasse: il 29 ottobre era, infatti, la data conclusiva della procedura di licenziamento messa in essere dalla Gepin lo scorso 9 agosto e la presenza del Direttore Generale del Ministero dell’Industria si era resa necessaria a fronte delle difficoltà manifestate dalla proprietà Gepin ad onorare l’invito ricevuto dalla sede ministeriale di via Molise.

La decisione di continuare il confronto nonostante la scadenza dei tempi procedurali scaturisce, quindi, dalla proposta congiunta dei funzionari dell’Industria e del Lavoro che risulta articolata su tre punti-volano, che proviamo a riassumere sinteticamente:

1.      l’azienda acconsente a presentare presso il Ministero dello Sviluppo Economico un progetto industriale da discutere e monitorare in un arco di tempo sufficiente a sollevare la Gepin dalla crisi nella quale è avviluppata fin dai tempi dell’acquisizione della Datitalia dell’ex Banco di Napoli;

2.      l’azienda s’impegna a ritirare la procedura di licenziamento riservandosi di proporre strumenti alternativi;

3.      il Piano industriale dovrà prevedere un sistema di garanzie atto a contemplare un processo virtuoso di “osmosi” fra tutti i soggetti industriali del gruppo Gepin, nell’eventualità futura di dover far fronte a nuove crisi e, nell’immediato, per evitare alienazione di pezzi industriali durante tutta la vigenza di suddetto Piano Industriale.

I responsabili sindacali di Fim, Fiom, Uilm unitamente alle RSU e RSA dei diversi siti territoriali, ringraziando i funzionari ministeriali per l’importante contributo fornito alla vertenza, hanno rimarcato la convinzione a riguardo del fatto che, senza l’introduzione di un elemento forte di discontinuità con la gestione tenuta dal management della Gepin in questi anni, l’attuale crisi In cui versa l’azienda potrà diventare cronica con conseguenze ancora peggiori.

In particolare, i portavoce nazionali delle organizzazioni dei metalmeccanici hanno tenuto a sottolineare che la strada per individuare una possibile soluzione deve comprendere un piano, condiviso, che contempli sinergicamente tutti i soggetti esistenti nel perimetro del gruppo Gepin, parte informatica e parte call center. In particolare, proprio su questa seconda parte di attività, dove in più occasioni l’azienda ha ribadito vertere il punto centrale della propria strategia e dove è stato annunciato l’avvio di una grossa e nuova attività affidata dalla sezione Credito di Poste Italiane, vengono, invece, registrate le contraddizioni più evidenti:

·         la sede di Palermo non rinnoverà 30 contratti a tempo determinato in scadenza a dicembre e riduce altri 30 contratti p.t. da 36 a 25 ore settimanali, a tutto vantaggio della volontà ormai acclarata, dopo la stabilizzazione di nuovi contratti a Crotone, di trasferire in Calabria la sede isolana;

·         gli undici operatori licenziati nella sede di Arzano a Napoli e le cui attività risultano “reindirizzate” sulla sede di Roma, per mascherare un calo di lavoro su un contratto di un altro committente;

·         le decine di lavoratori individuati in esubero, nella procedura di mobilità per la società d’informatica Gepin G.I. a Roma, Caserta, Palermo, Napoli ecc., dichiarati afferenti ad attività di call center che dimostrano, a nostro avviso, da una parte la strumentalità e l’esagerazione dei numeri dichiarati, dall’altra la volontà di cercare “consenso sindacale” a meccanismi di demansionamento e di risparmio dei costi.

Infine, ma non ultimo degli elementi che caratterizzano la complicata e annosa vertenza, è stato spiegato dai portavoce di Fim, Fiom, Uilm agli interlocutori presenti, rimane il disagio estremo derivato ai circa 900 dipendenti rimasti nella società Gepin G.I. con il conferimento, dello scorso mese di agosto di 98 colleghi ad una società costituita ex novo e nella quale sono state trasferite tutte le attività aziendali in essere, ad esclusione di quelle bancarie, eredità dell’acquisizione della DATITALIA dell’ex Banco di Napoli. Su questo punto, anche in considerazione del fatto che sono circa 65 i dipendenti in CIGS da quattro anni sull’area bancaria di Napoli, è stato esplicitamente chiesto al D.G. del ministero dello Sviluppo Economico di valutare l’ipotesi di convocare, nella prossima succitata riunione per il Piano Industriale, anche il committente San Paolo IMI in qualità di soggetto alienante della società informatica bancaria.

Nel verbale di riunione prodotto alla fine della serata, l’azienda ha provveduto ad ufficializzare la disponibilità, già precedentemente manifestata, di contenere il numero totale delle eccedenze a 181 unità. L’appuntamento attuale previsto per la continuazione della vertenza è giovedì 8 novembre alle ore 10.00 presso gli uffici di via Fornovo del Ministero del Lavoro.

Nella sciagurata ipotesi che in quella data non siano confermati i tre punti concordati con i dirigenti ministeriali, vengono proclamate, sin d’ora, 8 ore di sciopero in tutte le sedi dell’azienda per il giorno 12 novembre per permettere la partecipazione alla manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma, presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico.

FIM FIOM UILM Nazionali

Il Coordinamento RSU/RSA Gruppo Gepin

 

Roma, 5 novembre 2007