Comunicato sindacale delle Segreterie nazionali Fim Fiom Uilm Si è svolto ieri in sede di Unione degli Industriali di Roma l’incontro sui licenziamenti avviati dalla Finmatica e dalle altre società del gruppo per 162 lavoratori. Nel corso dell’incontro i rappresentanti aziendali hanno inoltre comunicato la difficoltà a pagare gli stipendi ai lavoratori il 10 agosto per mancanza di liquidità. L’azienda ha poi illustrato la situazione aziendale di indebitamento e la perdita di quote di mercato che hanno determinato l’apertura delle procedure di licenziamento, la volontà di concentrare tutte le attività su Brescia e la cessazione delle attività su Roma, Bari, Milano e Salerno. Le Organizzazioni sindacali hanno contestato il fatto di trovarsi a discutere un piano che nello stesso momento era oggetto di una riunione del Consiglio di Amministrazione Finmatica di cui sono incerti gli esiti, chiedendo conseguentemente di ritirare o sospendere la procedura stessa vista anche l’instabilità del quadro di riferimento, ricevendo un rifiuto. Le Organizzazioni sindacali hanno rifiutato inoltre l’impostazione aziendale volta a discutere solo delle cessazioni e non dell’intero gruppo rimarcando il fatto che esiste un problema complessivo di sopravvivenza dell’intero gruppo e di tutti i lavoratori. Hanno poi posto l’esigenza di capire che fine fanno i contratti e le attività in essere non ricevendo alcuna risposta. Siamo di fronte all’ennesimo caso di “disastro” finanziario in cui chi paga alla fine sono solo i lavoratori, oltre ai risparmiatori. Ciò non è accettabile e richiede una discussione di tipo diverso che ponga in maniera centrale la salvaguardia di un importante gruppo industriale per prodotti e tecnologie e di una occupazione altamente professionalizzata con presenze significative nel Mezzogiorno. Va affrontata una discussione diversa con soggetti credibili, si pone il problema della credibilità di una proprietà che ha determinato tale situazione e di una via di uscita che non abbia solo al centro gli interessi delle banche ma quello di una salvaguardia dell’occupazione e di un patrimonio produttivo. Le Organizzazioni sindacali, riconfermando tutte le azioni di mobilitazione in essere, richiederanno su tale vertenza l’intervento immediato della Presidenza del Consiglio e del Ministero delle Attività Produttive.
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