La chiusura di Napoli è parte di un piano più generale
Pensiamo che la chiusura della sede di Napoli sia una parte del piano generale su cui si sta muovendo Eutelia da diverso tempo a questa parte e che proseguirà, con le conseguenze che tutti i lavoratori della società hanno ben presente. Questa chiusura, infatti, arriva dopo una serie di fatti e circostanze che non possono essere casuali. Si è cominciato con la persecuzione nei confronti della rappresentanza sindacale (licenziamenti di delegati, provvedimenti disciplinari, trasferimenti e scollegamento dei siti sindacali), per poi passare direttamente a tutti i lavoratori con anche qui azioni pesantissime che hanno portato dal giorno delle acquisizioni (Getronics e Bull) a più di 500 dimissioni dei lavoratori. Negli ultimi tempi poi l’azienda si è dedicata ai dirigenti (con oltre 30 licenziamenti tutti nel campo It) per poi passare ad altri lavoratori trasferendoli ad Arezzo (a detta dei diretti contattati in caso di accettazione di demansionamento e ridimensionamento della retribuzione si può evitare il trasferimento) per poi arrivare alla chiusura della sede di Napoli con trasferimento ad Avellino. Denunciamo il perdurare dello spregiudicato comportamento aziendale nei confronti dei lavoratori da diverso tempo, ma è evidente ormai che anche sul piano strategico l’azienda sta uscendo allo scoperto evidenziando tutti i limiti di capacità manageriale e industriale che avevamo più volte segnalato e che è la principale preoccupazione sul destino di tutti i lavoratori. Sull’informatica è evidente l’incapacità aziendale nel creare valore e sviluppo ma con l’abbandono del Wi Max e il concentramento sulle attività estere della società, la situazione diventa drammatica. Se uniamo questo ai notevoli ritardi con cui si rimborsano le motorizzazioni e le spese di trasferta dei lavoratori (che anticipano somme notevoli per mandare avanti l’attività aziendale), la distruzione costante della contrattazione integrativa (fondi, tickets, premi ecc.) non possiamo non lanciare un estremo grido di allarme e nel contempo delle iniziative di lotta che facciano capire chiaramente che non siamo rassegnati a tutto questo. Eutelia deve accettare il confronto previsto al ministero dello Sviluppo economico (Mse) e affrontare i gravi problemi evidenziati sul futuro e sulle precarie quotidiane condizioni dei lavoratori. Istituzioni, politica, stampa-tv e società civile non possono stare alla finestra, lasciando i lavoratori in balia della latitante dirigenza Eutelia. Il silenzio assordante sul destino di una società di oltre 2.500 lavoratori non ha giustificazioni, la solidarietà deve tradursi in atti e comportamenti coerenti con gli obiettivi indicati. Per quanto sopra e per le implicazioni che gli scenari denunciati possono avere, chiediamo al tavolo con l’azienda venga convocato dal Mse il più presto possibile invitando nel contempo l’azienda a smetterla con atteggiamenti dilatori e controproducenti.
fim, fiom, uilm nazionali fistel, slc, uilcom nazionali Roma, 19 febbraio 2008 |